𝗳𝗶𝗳𝘁𝗲𝗲𝗻// 𝙋𝙖𝙞𝙣

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Jimin cercò di spingerlo via, ma il corvino, con una mano, gli fermò i polsi dietro la schiena.
«Io ti avevo avvertito» sussurrò all'orecchio dell'altro.
Il biondo rabbrividiva ad ogni singolo contatto con quelle piccole labbra rosse come ciliegie.
Qualcuno bussò alla porta. Jungkook mollò la presa. Si sedette sul divano posto al centro della stanza. Il biondo si massaggiò la mascella.
«Prendi due birre in frigo e vedi chi è. Comportati come sempre» disse tranquillamente il corvino come se non fosse successo nulla. L'altro lo guardò sorpreso e stupito.
Fece come detto e andò a porre l'occhio nello spioncino della porta.
«È il receptionist» disse quasi stufo.
«Rompi coglioni. Lui sospetta, crede di sapere. È uno scarto della società. Sorridi e comportati normalmente.»
Il biondo aprì la porta.
«Salve, come posso aiutarla?»
Il receptionist lanciò un'occhiata sul corvino che degustava elegantemente la birra fredda e, dopo averla posata sul tavolino a lui di fronte, sorrise.
«Facciamo controlli per l'elettricità nelle stanze»
Jungkook raggiunse i due. Posò una mano sulla spalla del receptionist.
«Non preoccuparti amico mio, qui funziona tutto.»
«Devo fare degli accertamenti»
«Oh, non ce n'è bisogno» il corvino iniziò ad accendere e spegnere le luci dell'atrio. Accese il televisore per poi spegnerlo di nuovo, e continuò giocare con gli interruttori.
«Puoi andare, è tutto sotto controllo.»
Chiuse la porta.
«Ma che cazzo ti salta in mente?»
Qualcuno bussò nuovamente alla porta.
Jimin riguardò nello spioncino.
«Non dirmi che è ancora lui» sussurrò Jungkook scaldandosi.
«Sì.»
Il corvino aprì la porta.
«Sì?»
«Volevo assicurarmi che la situazione fosse ok»
«Caro- il corvino guardò il cartellino sulla camicia del receptionist per leggere il nome- Xiao, ho appena detto che la situazione è sotto controllo. C'è qualcosa che ti impedisce di capirlo? Anche se fosse, sei pregato di non rompere i coglioni agli ospiti. Ciao. » sbatté di nuovo la porta.
«Tu non sei normale»
«No, hai ragione, sono Jeon Jungkook» sussurrò Jungkook sorridendo.
Jimin da un lato lo trovava affascinante, attraente, misterioso. La sua vista cadde sul viso candido e i suoi lineamenti.
«Non pensare che io me ne sia dimenticato, Jimin-ssi» il corvino avanzò verso l'altro ponendolo con le spalle contro la parete. Gli diede un pugno tra le costole. «Io non sono uno che dimentica facilmente.» Jimin ricevette un altro colpo. «Perché ti comporti da emerito coglione?» questa volta colpì le labbra carnose del biondo che, quasi immediatamente, furono caratterizzate da un taglio rosso porpora.
Jungkook afferrò i polsi dell'altro facendoli aderire alla parete.
«Cosa otterresti?» biascicò Jimin sorridendo con il labbro gonfio.
Ricevette un colpo sullo stomaco e un calcio negli stinchi.
«La soddisfazione» rispose l'altro. I suoi occhi splendettero di una luce di simulata perfidia.

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