Cαριƚσʅσ 48

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Il giorno dopo.

Jisoo era seduta alla scrivania del suo ufficio, fissando il computer con aria stanca.
Un cerchio alla testa la tormentava da tutto il giorno, fastidioso effetto della sera precedente.
Non vedeva l'ora che quella giornata passasse più in fretta possibile.
Non voleva stare lì, in verità non voleva neppure tornare a casa.
Non voleva niente.

Il solo pensiero di come erano andate le cose le faceva salire un senso di nausea e tristezza.
Non riusciva a capacitarsi di come si fosse comportato Taehyung.
Ora era lei a chiedersi chi fosse veramente lui.
Aveva potuto toccare con mano la sua dualità, rendendosi conto di aver probabilmente conosciuto solo una parte del suo carattere, mentre l'altra era stata adeguatamente nascosta per tutto quel tempo.
Non pensava che potesse mai arrivare a farle del male così profondo, non lo credeva capace di essere così meschino.
Il solo pensiero del Taehyung che le era entrato nel cuore le faceva male, perché era come pensare a qualcuno che non c'era più, che non avrebbe più rivisto e che sarebbe restato solo nei suoi ricordi.
Oramai esisteva solo quello che l'aveva trascinata in quell'auto, cercando di donarle il suo corpo, perché non aveva altro da offrirle.
Ma con lui non era mai stato solo sesso: era sempre riuscito ad arrivarle fino all'anima, a spogliarla prima con le parole e con le sensazioni che le regalava, che con le mani.
Era riuscito a scavare così in profondità dentro di lei che ora le pareva impossibile fosse stato sostituito da un essere tanto superficiale.

Jisoo era sempre stata convinta che ogni incontro nella vita avesse un perché, che ogni persona accidentalmente inciampata nella sua esistenza "servisse" a qualcosa e che nulla fosse casuale.
Fino al giorno prima era certa che Taehyung fosse stato uno dei regali più belli che il destino potesse donarle, ma ora non lo sapeva più.
Il loro ultimo incontro le aveva lasciato così tanto amaro in bocca da farle domandare a cosa fosse servito tutto quello.
Cosa le stava lasciando Taehyung?
Disillusione, rancore, senso di vuoto.
Non riusciva a concentrarsi su altro.
Era arrivato nella sua vita solo per mettere scompiglio, per disarmarla, per illuderla, come un tornado che porta solo distruzione.

«Jisoo perché non vai a casa? Hai l'aria stanca...», le fece Deiji, una sua collega.

«Sì, effettivamente non sto connettendo più di tanto...», rispose lei, guardandosi intorno alla ricerca della borsa.

Spense il computer e salutò i colleghi, uscendo per prima come non faceva da tempo.

Era un'afosa serata di agosto e Jisoo venne subito assalita da una forte ondata di vento caldo che le scompigliò i capelli.
Mentre se li stava aggiustando, allontanandoli dagli occhi, notò una sagoma appoggiata a una macchina di fronte a lei.
Sgranò gli occhi, capendo che si trattava di Taehyung.

Fumava adagiato con la schiena sul suv nero, parcheggiato dall'altro lato della strada, jeans neri stretti, maglietta bianca, sneackers bianche ai piedi e occhiali da sole che gli mascheravano lo sguardo.

"Che ci fa qui?", pensó Jisoo.

Era consapevole che la sua presenza non fosse casuale, dal momento che non era solito frequentare quel quartiere pieno di uffici e di nient'altro.
Aveva parcheggiato di fronte al palazzo del suo ufficio ed era lampante che la stesse aspettando.

Jisoo non era sicura di volerlo affrontare. La sera prima avrebbe fatto carte false per avere un confronto con lui, ma ora guardava la sua sagoma in lontananza e si domandava cosa avessero da dirsi.
Il come si erano lasciati poche ore prima probabilmente diceva già tutto.
Presa da questi pensieri, cominciò a incamminarsi verso la sua auto, facendo finta di non averlo notato.

𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝐕𝐬𝐨𝐨)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora