Cαριƚσʅσ 68 (Pαɾƚҽ 2)

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Svoltarono in un quartiere residenziale e Taehyung rallentò di fronte a una casa singola con un ampio giardino davanti.

Era la tipica abitazione tradizionale coreana, che Jisoo aveva sempre associato ad accoglienza e calore, dal momento che i suoi nonni paterni avevano vissuto in una casa simile

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Era la tipica abitazione tradizionale coreana, che Jisoo aveva sempre associato ad accoglienza e calore, dal momento che i suoi nonni paterni avevano vissuto in una casa simile.
Il tetto spiovente era sormontato da un alto pino secolare e l'uscio della casa era circondato da un insieme di aiuole ben curate.

Jisoo era rimasta seduta in macchina, intenta a osservare ogni particolare.

«Ti assicuro che il finestrino non le rende giustizia...», fece Taehyung, indicando con la testa la casa e invitandola a scendere dall'auto.
Jisoo obbedì quasi in trance e si fermò davanti alla staccionata che limitava l'ampio giardino.

I suoi occhi si posarono su ogni dettaglio che riusciva a cogliere dall'esterno.
Non muoveva un muscolo, sentendosi in soggezione e avendo timore di fare un ulteriore passo.
Quella era la casa della famiglia di Taehyung, della sua infanzia, dei ricordi con suo padre.
Le pareva che, superando quel cancello, sarebbe entrata ufficialmente nella sua vita, nonostante ormai ne facesse parte da mesi.

Taehyung la raggiunse, poggiandole delicatamente una mano sulla schiena e allontanandola dai suoi pensieri.
La stava guardando con un' espressione dolce e divertita allo stesso tempo.

«Non stai per varcare le porte dell'inferno.
Facciamo un po' di casino ma siamo simpatici, te lo assicuro...»

«Siamo? Ci sono anche i tuoi fratelli?»

Taehyung cominciò a ridacchiare e le disse:

«Dove è il problema?
Li hai già conosciuti tutti!»

Jisoo notò il sorriso di lui scomparire piano piano, lasciando spazio a un' espressione più seria.
Si avvicinò a lei, le prese la testa tra le mani e alzò il suo viso, guardandola negli occhi:

«Kim, posso presentare la donna che amo alla mia famiglia?»

Jisoo sentì il cervello andarle in pappa come sempre.
La guardava con i suoi occhi puri e sinceri, come se veramente le stesse chiedendo un favore.

«Devo ancora abituarmi a queste dichiarazioni...», confessò, fissandolo inebetita.

«Hai tutto il tempo che vuoi...», disse lui, abbassandosi per raggiungere le sue labbra.
La baciò, riuscendo a rassicurarla e tranquillizzarla semplicemente con la sua presenza.

«Va meglio?», le chiese, staccandosi da lei e sorridendole.

«Decisamente...»

𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝐕𝐬𝐨𝐨)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora