Cαριƚσʅσ 58

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Jisoo era nervosa.
Talmente nervosa, da torturarsi le mani, affondando le unghie sulla pelle.
Non sapeva se recarsi lì fosse stata veramente la scelta giusta o se fosse stato meglio lasciare le cose come stavano, senza aggiungere altre inutili parole, che avrebbero potuto solo rendere quel rapporto ancora più confuso di quanto già non fosse.
Eppure, la sua correttezza l'aveva spronata a voler chiarire e a non lasciare nulla di non detto o di intentato.

Era impegnata a osservare i nomi riportati sul citofono, quando il portone del palazzo venne aperto all'improvviso da una coppia di condomini e Jisoo né approfittó per sgattaiolare dentro.
Cominciò a salire le scale, domandandosi in quale piano vivesse.
Controllava ogni nome scritto sulle varie porte e si ritrovava a sbuffare, capendo di dover continuare a salire.
Arrivata al quarto piano affannata, finalmente trovò l'appartamento: interno quarantaquattro.

Tirò un lungo respiro, prima di suonare il campanello e attendere che le venisse ad aprire.
Non sapeva cosa aspettarsi da lui.
Sentì un "arrivo!" e a seguire dei passi frettolosi avvicinarsi alla porta che, dopo poco, si aprì di fronte a lei.

«Ciao Kook », disse Jisoo, abbozzando un sorriso d'imbarazzo.

L'espressione di Jungkook dimostrava che fosse chiaramente spiazzato di trovarsela di fronte: aveva gli occhi sgranati ed era come se fosse rimasto impalato sullo stipite della porta.
Indossava una canotta grigia senza maniche che mostrava i bicipiti ben scolpiti e doveva essere uscito dalla doccia un attimo prima, avendo in mano un asciugamano bianco per tamponarsi i capelli castani ancora umidi.

Jisoo temeva che, per come erano andate le cose tra loro, l'amico le avrebbe sbattuto la porta in faccia senza degnarla di un saluto, ma come sempre, Jungkook si rivelò essere la persona gentile che Jisoo aveva sempre conosciuto.

«C-ciao. Scusa n-non mi aspettavo una t-tua visita...», disse, balbettando.

Lo faceva spesso quando si trovava a disagio, in quanto la sua timidezza sfociava improvvisa, troncandogli le parole in bocca, proprio per questo Jisoo sospettava che spesso preferisse stare in silenzio.
Lei aveva sempre trovato quella sua caratteristica adorabile, anche se sapeva che per lui era motivo di vergogna.

«Scusa non volevo piombare all'improvviso...»

"Sì, in realtà l'ho fatto apposta perché avevo paura che mi chiudessi il telefono in faccia", pensò Jisoo tra sé.

«Vieni, entra pure», fece lui, mettendosi di lato per farla passare.

Jisoo entrò nell'appartamento: era ancora molto spoglio, visto che Jungkook si era trasferito a vivere lì solo poche settimane prima.
Al centro della sala c'erano una poltrona in pelle chiara, di quelle reclinabili e un piccolo divano bianco su cui era poggiato un pc portatile. Di fronte, una televisione posta sopra a un mobiletto in legno chiaro.
La cucina era piccola e poco accogliente, con una penisola che fungeva da tavolo e in cui massimo avrebbero potuto mangiare due persone.
A ogni lato della sala, vi erano ammassati diversi scatoloni, alcuni semiaperti altri da sballare.

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𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝐕𝐬𝐨𝐨)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora