Cαριƚσʅσ 63

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La giornata era trascorsa nel modo migliore che Jisoo potesse desiderare: ore passate a coccolarsi, a guardarsi negli occhi, a intrecciarsi le mani affinché il loro tatto potesse di nuovo incontrarsi e riconoscersi.
Si erano persi l'uno nell'altra.
Il tempo si era fermato, la spiaggia si era svuotata, il mondo attorno era come scomparso per lasciare spazio ai loro occhi di tuffarsi gli uni negli altri.

Taehyung se ne stava steso di fronte a lei sulla sabbia, il braccio destro piegato sotto la testa, mentre quello sinistro era proteso verso il volto di Jisoo: le sfiorava le labbra e la guancia, lasciando con i polpastrelli, tocchi leggeri e delicati che la carezzavano.
Sembrava che volesse ricordare i tratti del suo viso, che volesse imprimerli nella memoria e nella sua stessa pelle.
Jisoo si limitava a chiudere gli occhi, godendosi il suo tocco delicato, che le dava i brividi e, al tempo stesso, la faceva sentire al sicuro.

Poi l'aveva sentito avvicinarsi: con gli occhi ancora chiusi aveva percepito nitidamente il suo respiro caldo che soffiava vicino al suo viso.
Aveva affondato la testa sulla piega del suo collo e la stava riempiendo dei suoi baci: piccoli baci dolci e tentatori.
Quelle labbra morbide si adagiavano sulla sua pelle nascondendosi dagli occhi altrui, regalandole brividi che le si irradiavano per tutto il corpo.
Inutile dire che quella per lei era una piacevole tortura: lo voleva e desiderava di più, pur consapevole di non poter far nulla.

«Tae siamo in un luogo pubblico, ricordatelo...»

Lui smise la sua opera, rimanendo, però, a respirare vicino al suo collo:

«Non sto facendo nulla di male, agli occhi di tutti sembrerà che ti sto sussurrando qualcosa all'orecchio. Posso fare anche quello se vuoi...»

Avrebbe solo voluto dirgli "continua e vai avanti", ma si accorse dello sguardo inquisitore di una bambina di all'incirca sei anni che li guardava da lontano, mentre era intenta a costruire un castello di sabbia.

«Anche i bambini ci giudicano...», fece lei, dandogli una piccola botta sulla spalla per invitarlo a girarsi.

Taehyung si staccò e si voltò verso la bambina, per poi tornare a guardare Jisoo con il suo sorriso sornione.

«Ops, dici che potremmo traumatizzarla a vita?»

«Io non rischierei...», fece Jisoo, passandogli una mano tra i capelli neri e portandoglieli all'indietro per scoprirgli il viso.

«Quanto ti sono cresciuti?», gli chiese.

Erano morbidi, lucenti, mossi e scompigliati come sempre.
Non le dispiacevano così, donavano a Taehyung un'aria ancora più sexy e selvaggia.

«Un po'. Appena torno a Daegu passo dal barbiere.
In realtà non manca più tanto tempo, il corso finisce oggi, domani si riparte», disse, poggiandosi su entrambi i gomiti con lo sguardo sempre rivolto verso Jisoo.

Lei intercettò un velo di preoccupazione in lui e gli chiese:

«Sei agitato? Ti pesa tornare a casa?»

«No, sento un po' di malinconia ogni volta che si conclude un'esperienza.
Nonostante non sia stato un periodo sereno, mi mancherà questa città...», disse, guardandola.

«...ma ho un incentivo per tornare alla vita di sempre...», continuò.

Jisoo già pregustava la risposta.

𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝐕𝐬𝐨𝐨)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora