Capitolo 5

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Eirian

La Cerberus navigava nell'oceano da più di due settimane e non aveva piovuto nemmeno una volta. Gli abiti di Eirian incominciavano a puzzare di pesce, fumo e sudore -perché di giorno l'aria era calda e soffocante ma con l'arrivo della notte si congelava. Vide Lacroix solo di sfuggita un paio di volte, sembrava concentrato e irrequieto, e la ragazza si chiese cosa infestasse i suoi pensieri. Tuttavia, al calar del sole lo sentiva sgattaiolare fuori della sua cabina. Avrebbe tanto voluto seguirlo -perché non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che quella notte l'ha riportata in camera, messa a letto e rimboccato le coperte dopo essersi addormentata sul ponte- ma non riuscì a trovare il coraggio.

"Smettila!" la sgridò Aislyn con la spazzola in mano.

"No. Stai lontana dai miei capelli." Eirian alzò la sedia con la quale si stava proteggendo. Ace si era messa in testa che il suo aspetto era fin troppo regale e -per evitare che qualche altro miliziano la riconoscesse- doveva assumere una parvenza piratesca. Ma Eirian si era già rifiutata di indossare del trucco nero intorno agli occhi ed Ace era determinata ad acconciarle almeno i capelli.

"Scordatelo! Come farai quando ti finiranno in faccia?"

"Li sposterò!"

"Non puoi farlo mentre combatti!" urlò di rimando e le strappò di mano la sedia. "Ora" disse puntandole la spazzola in faccia come fosse un'arma. "siediti e lasciami lavorare."

La principessa sbuffò sonoramente e si gettò a faccia in giù sul letto. Rhys ridacchiava, impegnato con la pulizia di una pistola sul letto di Aislyn.

"Che hai da ridere, ciclope?" gli disse acida e si mise seduta, permettendo alla piratessa di mettere mano tra le sue lunghe ciocche castane.

Il ragazzo soffocò una risata e scosse la testa. La piratessa si fiondò su di lei senza esitazione e iniziò a spazzolarla con veemenza. Eirian si ritrovò a soffocare qualche lamento quando le setole si incastravano tra i nodi, ma le permise di lavorare. Aislyn le fece due piccole treccine con i capelli davanti, poi le portò all'indietro e le unì in un'unica treccia. Per coronare il tutto incastrò tra le ciocche degli anelli dorati.

Rhys fischiò e si fece roteare la pistola sul dito. "Adesso sì che sembri una di noi"

"Vi odio tutti." borbottò la ragazza passandosi una mano tra le ciocche.

"Stai bene, davvero." disse il ragazzo tornando serio. "E poi" sorrise e si tamburellò un dito sulla benda. "almeno hai ancora entrambi gli occhi"

"Lo dici come se te l'avessi tolto io." Ace gli diede un buffetto sulla spalla e gli si sedette a fianco.

"Come te lo sei fatto?" Eirian se lo era domandata molte volte, ma era raro trovare il momento adatto per fare una domanda del genere. Sulla nave, lei non era l'unica a portare le cicatrici del passato. Aveva notato i marchi sui polsi di Aislyn, le vecchie ferite del resto della ciurma, gli sguardi persi e addolorati. La Cerberus era un ammasso eterogeneo di persone, ognuna con le loro storie e i loro fardelli, e la Cacciatrice avrebbe pagato oro per conoscerle tutte.

"Diciamo solo che nelle isole gemelle non vanno pazzi per persone come me"

Ace roteò gli occhi al cielo. "Il qui presente Rhys era il figlio di un importante Lord. Poi è stato trovato in un capanno a pomiciare con lo stalliere"

"E la pena per aver fornicato con il diavolo, è questa. Mio padre si è divertito a vedere il mio occhio schizzare fuori come un tappo da una bottiglia."

Eirian spalancò la bocca, incapace di articolare una frase. Ad Askos l'omosessualità era normale, niente di cui vergognarsi o per cui essere puniti. Perché il suo sovrano -per quanto fosse bigotto- sapeva che nessuno poteva essere punito per chi ama o per chi lo attrae.

Regno di Rovine 1Where stories live. Discover now