Capitolo 8

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Eirian

La guarigione del braccio non fu semplice. Per più di una settimana non riuscì a centrare nemmeno un bersaglio fermo, figuriamoci degli scattanti pesciolini argentati. Shiba le diceva di fare con calma, di lasciare al corpo il tempo di guarire, ma la testardaggine della ragazza le impediva di ascoltare.

Aveva uno strano senso di vuoto dentro di lei, come se le mancasse un pezzo importante della sua essenza. Era sempre presente dentro di lei, come un buco nero pronto a fagocitarle le interiora, e ne tastava i confini con la mente sperando di non cadere nel buio. Era più difficile resistere alla tentazione di affondarci dentro di notte. Sentiva qualcosa che la tirava all'esterno come una calamita attirata dal ferro, e rimaneva ore a osservare il cielo senza capire cosa fare.

La maggior parte delle volte si arrampicava senza accorgersene su una coffa -rimaneva lì a osservare il ponte rimpicciolirsi sotto i suoi occhi, a chiedersi se una caduta del genere l'avrebbe uccisa- e altre, si sedeva sulla balaustra e guardava l'oceano agitarsi sotto i suoi piedi.

Non riusciva a spiegarsi l'intensità di quei pensieri, e l'unico modo per scacciarli era trovare una distrazione. Sua madre le aveva parlato del richiamo del vuoto. Diceva fosse la sensazione che provi quando pensi a qualcosa di terribile, come buttarti da uno strapiombo o gettarti sotto una carrozza, anche se non lo faresti mai. Quella chiamata persistente -quel fischio assordante che la spingeva verso il vuoto- si ammutoliva quand'era in presenza di Bastian, ancora di più quando, lottando, le sue mani toccavano il suo corpo.

Eirian era infinitamente grata per ogni istante di silenzio.

Entrò nella cabina di Lacroix appena finita la colazione. Il suo corpo esigeva del caffè per tirare avanti, ma su quella nave sembrava esserci solo latte di capra e biscotti stantii.

Appena sbarchiamo a Fedros andrò a comprare uno o due barattoli di polvere di caffè, li nasconderò in cabina e mi farò pagare per ogni singola tazzina che deciderò di condividere.

"Buongiorno, Capitano!" spalancò la porta, facendola sbattere contro la parete.

Bastian se ne stava sdraiato sulla branda incassata nel muro, Eirian notò con piacere il libro che stava leggendo.

"I cancelli di luce? Bel libro, davvero." glielo prese dalle mani. Sua madre adorava quella storia. Narrava di una bambina, un'orfana, che venne adottata da una famiglia non-convenzionale. Margaret amava vedere il meglio nelle persone, era il suo tratto migliore.

Il pirata si sollevò con uno sbuffo e iniziò a sbottonarsi la maglietta. Ogni volta che acconsentiva ad allenarla, si spogliava. All'inizio, Eirian credette lo facesse perché gli piaceva vederla arrossire. Ma con il tempo capì che la sua era una vera e propria ossessione per la pulizia. Aveva notato il modo con cui tentava di scrostare le macchie dalle maniche quando della vernice ci finiva sopra, o pulire la polvere dagli stivali quando erano già impeccabilmente lucidi.

I suoi occhi vagarono sul corpo scolpito del pirata, sulle cicatrici sul suo petto e sulla sua schiena. Distolse lo sguardo quando si accorse che lo stava fissando.

"Conosci le regole" allungò la mano e raggiunse le daghe alla cintura della ragazza. "Niente armi."

Eirian sbuffò e gli porse le lame senza discutere. Il pirata le appoggiò sul tavolo affianco al suo bicchiere e bevve il contenuto prima di mettersi in posizione. Divaricò le gambe e non le diede il tempo di alzare le braccia prima di sferrare un dritto. Lo schivò per un pelo e provò a riprendere l'equilibrio e contrattaccare.

"Concentrati" la sgridò il pirata portandosi le mani a livello del collo.

Eirian si voltò leggermente per proteggersi il busto con le braccia -piegò le ginocchia per avere una presa migliore sul terreno. Provò a contrattaccare con un calcio laterale ma il pirata scattò di lato e le afferrò la caviglia. Venne tirata in avanti e il piede le scivolò, facendola cadere in terra. Sbatté con forza la testa sul pavimento e cercò di ignorare il dolore e le sferrò un calcio agli stinchi facendo indietreggiare il pirata. Si rotolò su un fianco e scattò in piedi, di nuovo in posizione di partenza. Avanzò di un passo e approfittò della distrazione del ragazzo per colpirlo alla mascella con un gancio destro che gli fece scattare il viso di lato. Bastian non esitò ad acchiapparle il polso, tirarla verso di lui e metterle un braccio intorno al collo.

Regno di Rovine 1Where stories live. Discover now