Capitolo 26

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Eirian

Quella mattina Eirian venne svegliata all'alba da una squadra di cameriere pronte a prendere la sua roba migliore e caricarla sulla carrozza che l'avrebbe condotta all'edificio del Consiglio. Isobel aveva detto che si chiamava Caistel ìbhri -il castello d'avorio- e si trovava al confine con il territorio di Lord O'Neal, in una vallata che per secoli era stata usata come zona grigia dai conflitti tra nobili.

Durante le loro lezioni con la magia, Isobel si era presa la briga di istruire la principessa sulla storia delle famiglie di Lord e lord minori che avrebbero presenziato al ballo, così da non lasciarla completamente impreparata per la serata. Eirian aveva già sentito parlare della maggior parte di loro da suo padre, che proveniva da una famiglia molto ricca che abitava il territorio dei Taggart. Ormai, la stirpe Lancaster inabitava Askos da più di tre generazioni e non c'era più traccia di loro nelle Isole.

Eirian lasciò che Rowena e la sua aiutante la cambiassero, le facessero indossare un semplice vestito di seta e le raccogliessero parte dei capelli con il suo nastrino di velluto. Ormai era diventato un suo fidato compagno, senza il quale i capelli le si sarebbero appiccicati alla faccia e al collo a causa dell'umidità soffocante. Venne condotta verso la carrozza, dove Isobel la aspettava indossando il suo stesso vestito ma in rosa.

"Io e te viaggeremo con le cameriere, i tuoi amici sono nell'altra carrozza. Mysie rimarrà alla mansione e controllerà che nessuno abbia bisogno del mio aiuto." disse Isobel autoritaria facendole spazio affianco a lei mentre tre cameriere in divisa salivano dietro la principessa.

"Perché non lasciare Aislyn con lei?" propose Eirian, cercando in tutti i modi di lasciare l'amica fuori dal pericolo. Se qualcosa fosse andato male, Ace sarebbe stata costretta a difendersi ed Erie non era certa ne fosse in grado.

"Aislyn serve a te. Sarà la tua dama da compagnia, non ti lascerà un secondo sola." Isobel la guardò dritta negli occhi e la sua mente si arpionò a quella della principessa per poter comunicare attraverso il legame Madre-Fanciulla.

Conosco gli uomini delle Isole. Alcuni di loro potrebbero cercare di rubarti la virtù o insinuare qualcosa se non sei accompagnata da qualcuno ogni secondo del ballo.

Eirian si morse il labbro, ricordandosi ciò che era accaduto con Andrien. Ma hai già detto a Lacroix di controllarmi, non è abbastanza?

No. Il pirata lotterà per te e con te se necessario. Ma non puoi essere accompagnata da un uomo, non è... Appropriato.

Uomini e le loro stupide regole di comportamento. Si lamentò la principessa con abbastanza odio in quelle parole da far sorridere compiaciuta la Madre.

Concordo con te, Sorella.

Isobel lasciò cadere la connessione dato che Eirian non aveva ancora completo controllo su quella parte del suo potere. La principessa immaginava fosse più semplice per la Madre, dato che i suoi doni circolavano intorno alla manipolazione mentale, piuttosto che per la Fanciulla, il cui campo d'azione erano gli animali.

Eirian guardò fuori dalla finestra, da cui intravide la prateria scomparire ed essere rimpiazzata da terra sconnessa e piena di rocce e muschio. Poco dietro di loro vide l'altra carrozza seguirli come un'ombra. Eirian avrebbe tanto voluto essere con i suoi amici, ma al solo pensiero di stare chiusa in una scatola movente con Bastian le fece venire la nausea. Aveva superato la sorpresa iniziale della vera natura del pirata ed era giunta alla considerazione che Bastian era lo stesso ragazzo arrogante e sfrontato di sempre -che fosse un semidio o un idiota colossale. Ma erano le menzogne che Eirian non poteva dimenticare. Lacroix le aveva mentito, nascosto la sua vera natura, l'aveva usata solo per i suoi scopi. Era così simile al modo in cui Edmund l'aveva trattata per tutta la sua vita che Eirian non poteva perdonare Bastian, non ancora. La cosa che la feriva di più era il modo in cui il suo corpo necessitasse la vicinanza del pirata per tranquillizzarsi, per mettere a tacere il richiamo del vuoto. E odiava ancora di più il modo in cui la sua pelle si scaldava al tocco del pirata.

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