Capitolo 29

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Eirian

Bastian aveva inventato un nuovo tipo di stupidità.

Quando Eirian era tornata nella sua stanza dopo aver preparato i cavalli per il viaggio aveva trovato una lettera di Lord Murdoch ad aspettarla. Non c'era scritto molto se non che gli era piaciuto parlare e ballare con lei al Castello d'avorio e che avrebbe gradito approfondire la loro conoscenza un altro giorno, nella sua dimora. Eirian aveva sorriso senza nemmeno accorgersene, incantata che il ragazzo fosse caduto nelle sue reti e felice di sapere che aveva qualcosa da fare una volta tornata dalla ricerca del gioiello dell'Olimpo.

Sempre che fosse sopravvissuta.

Ma quando aveva alzato lo sguardo si era ritrovata a guardare nelle pozze di ossidiana che erano gli occhi del pirata. Dietro tutto quel nero si nascondeva rabbia e curiosità. La ragazza si era girata di scatto, irritata.

"Cosa vuoi, pirata? Non hai nessun altro da infastidire?"

"Oh no, principessa" Eirian soppresse un brivido a quel nomignolo. Non gli aveva forse detto di smetterla di chiamarla così? "Sei sempre stata la mia vittima preferita. Ma dimmi, che cosa c'è di tanto divertente in quella lettera?"

La Fanciulla non ebbe il tempo di rispondere perché il pirata le strappò il foglio dalle mani e lesse il contenuto con crudele interesse. Nei suoi si spense tutto il divertimento che stava provando quando arrivò alla fine della lettera.

"Pensi di andare?" chiese con un tono basso e irritato.

"Non sono affari tuoi."

Lacroix non sembrò curarsi della sua risposta. Prese a camminare freneticamente per la stanza, borbottando in una lingua che Eirian non capiva. "Sai che ti chiederà di sposarlo se gli dai corda, vero?"

"Che c'è di male? Presto sarò regina ed è ciò che ci si aspetta da me -che sforni una serie di fastidiosi bambini che possano prendere il mio trono quando morirò."

Bastian la fulminò con lo sguardo e strinse le mani a pugno, come se volesse tirarle contro qualcosa. Il simbolo sul suo polso incominciò a bruciare così tanto che Eirian dovette appoggiarci sopra una mano per alleviare il calore.

"Non posso crederci" borbottò il ragazzo. Il calore non accennava a fermarsi e presto si mescolò alla rabbia della principessa.

"Che qualcuno possa interessarsi a me per il mio carattere e non per il mio titolo? Strano sia proprio tu a dirlo, colui che non ha fatto altro che sfruttarmi da quando mi conosce!"

Lacroix scosse la testa in preda all'ira e riprese a camminare. "Lui non ti conosce come ti conosco io" esclamò in un ringhio basso e minaccioso. Tenebre scivolarono dalle sue mani e ricoprirono il pavimento, facendolo scomparire avvolto da una nube nera.

"Tu non mi conosci."

"Ah sì?" il pirata le sorrise e le posò una mano sulla vita, attirandola a sé. La principessa sentiva il suo fiato sulla pelle, la ricoprì di brividi con un solo tocco. "Allora come mai so che ti piace quando ti tocco così?" il suo sguardo cadde sulle sue labbra e quando Eirian aprì la bocca la per gridargli contro, il pirata sfregò le sue labbra sulle sue con violenza. Una mano la portò al collo della ragazza, portandole la testa all'indietro per poterla guardare negli occhi.

Eirian non ci vide più per la rabbia. Non solo perché il pirata pensava di poterla manipolare così, ma perché ogni cellula del suo corpo desiderava che quel contatto si approfondisse. La ragazza prese la prima cosa che trovò e la scagliò contro il pirata. Lacroix evitò il libro con maestria e la guardò con il fuoco dell'ade nelle iridi.

"Sei come un cane di piccola taglia, Bastian. Fai tanto rumore per nulla." disse la ragazza a denti stretti. Gli passò accanto e lui le afferrò il polso. Eirian gli diede uno schiaffo, senza pensarci due volte e uscì dalla stanza prima che Lacroix potesse vedere la pelle d'oca che il suo tocco le aveva causato.

Regno di Rovine 1Where stories live. Discover now