Capitolo 20

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Eirian

I lupi ringhiarono e accerchiarono la ragazza, le orecchie dritte e pronti ad attaccare al minimo movimento. Isobel li degnò di uno sguardo bieco che li fece indietreggiare e inchinare a lei.

"Non riesci a controllarli, vero?" la giovane si scostò una ciocca bionda dietro l'orecchio e posò lo sguardo su suo fratello.

Non avevano niente in comune, se non le leggere lentiggini sul naso, gli occhi verdi e folti capelli color oro. Ma i loro lineamenti erano diversi, quelli di Rhys affilati e quasi scolpiti nel marmo, quelli di Isobel delicati come una poesia d'amore.

"Speravo sapessi usare meglio i tuoi poteri ma non importa, avremo tempo per farti imparare. Adesso seguitemi prima che l'umidità mi scompigli i capelli."

Isobel scacciò i lupi con un gesto svogliato del polso e le bestie si dispersero nelle ombre, tornando da dove erano venuti. Camminarono veloci, quasi inciampando su sassi e crepe nel terreno ricco di dislivelli e trappole naturali rese invisibili dal buio. Raggiunsero una piccola casetta in legno, molto simile a un vecchio covo di streghe, ed entrarono per ripararsi dal freddo. All'interno, il caminetto era acceso e il fuoco aiutava a riscaldare l'ambiente pieno di spifferi. Non c'era granché da guardare, se non la libreria a muro piena di libri scuri e minacciosi e provette, spezie ed erbe di qualunque tipo. Un piccolo tavolo e un ancora più ridotto divano completavano l'ambiente dando un'apparenza accogliente a quel luogo spoglio.

"Che cosa ci fai qui, Izzy?" il tono di Rhys era duro come la pietra. Eirian non l'aveva mai visto o sentito così... vuoto.

"Potrei farti la stessa domanda. Ma prima, dimmi" si voltò verso la principessa ma le sue parole erano ancora rivolte al fratello. "cosa ci facevi con mia sorella in un campo dove il tanfo di morte è così forte da riuscire ad attirarmi?"

"Sorella?" Eirian spalancò gli occhi.

"Oh, giusto. Abbiamo tanto da cui parlare, a iniziare dal tuo ruolo come Fanciulla. Tuttavia, cosa ci facevate in quel campo?"

"Sono stata attirata lì. Non sei stata tu a chiamarmi?"

Appena Eirian l'aveva vista, realizzò, sperava fosse lì per lei. Non solo per salvarla dai mostri, ma per portarla via con lei in quel prato fiorito dove l'aveva salvata dal naufragio.

"Oh no, ma non credo sia una casualità essere stati attaccati da quelle cose vicino al mio nascondiglio. Forse sono state attirate dai miei recenti esperimenti, o dalle figure nel grano. I mostri sono sempre attratti da cose come noi. Suppongo sia dovuto alla scia magica che ci lasciamo dietro ma non ne posso essere certa." Isobel si sollevò, andò verso la libreria e prese una teiera. "Qualcuno di voi vuole del tè? Ho solo quello alle pesche e al miele."

"Non hai del caffè?" domandò la principessa nella speranza che la caffeina potesse aiutarla a capire cosa stesse accadendo, schiarirle i pensieri.

Rhys seguiva ogni movimento della sorella e si attorcigliava le dita in modo frenetico, quasi si trattenesse per non correre da una parte all'altra della casa.

"Non qui, ma appena torneremo al castello chiederò alle cameriere di procurartene." tornò a sedersi capotavola, le lunghe gambe incrociate in una posa disinvolta ma elegante. Eirian si chiese se le venisse naturale muoversi con la stessa grazia di un gatto.

"Dunque, sorellina, cosa desideri sapere? Perché sospetto tu sia piena di domande e abbiamo solo qualche ora prima di dover fare rientro nel territorio di Lord Kendrick."

"Perché mi chiami sorella, e cosa significa che sono la Fanciulla? Cosa sono questi poteri? È magia?" la principessa si morse il labbro per evitare di chiedere altro. Voleva risposte e le desiderava con tutta sé stessa, ma non avrebbe ottenuto nulla mettendo fretta a Isobel.

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