Capitolo 23

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Eirian

Eirian riconobbe il suo profumo prima che i suoi occhi mettessero a fuoco il suo viso divino. Sapeva di fuoco e cenere misto a brezza marina, una miscela di odori e aromi che le mozzò il fiato. Il ragazzo le tese la mano con un ghigno saccente stampato in faccia. Si allontanò da lui, come se la sola idea di quel contatto l'avesse bruciata, e indietreggiò fino a colpire il tronco di un albero.

"Che cos'erano quelle cose?" riuscì dire tra un respiro profondo e l'altro. Il loro tanfo la perseguitava ovunque si muovesse, soffocandola lentamente e facendo crescere la sua nausea.

"Quelli erano degli apsychos, i senza vita"

Eirian guardò al cumulo di ossa e gelatina nera che giaceva a pochi metri da lei. Soffocò un altro conato e, questa volta, Bastian sembrò rendersene conto. Cercò di venire verso di lei e le tese di nuovo la mano, nei suoi occhi non c'era spazio per un ulteriore rifiuto.

"Stammi lontano." ordinò a corto di fiato. Non voleva la toccasse, non voleva la vedesse sull'orlo del precipizio. Piangere davanti a qualcuno era più pericoloso che sanguinare in mezzo agli squali.

"Che cosa volevano quelle cose da me, e come diamine hai fatto a ucciderle?" Eirian era certa che i suoi occhi fossero diventati rossi di rabbia, come se le fosse dell'ade si agitassero dietro le sue iridi. C'era voluto un intero branco di lupi e delle frecce d'argento per ucciderne un apsychos quel giorno nel campo, e Bastian non aveva niente in mano -se non delle vene di carbone che gli macchiavano la pelle pallida.

"Li ho dovuti mandare a cercarti. Dovevo trovarti in qualche modo e sapevo loro ci sarebbero riusciti. Ma le cose mi sono sfuggite di mano -non avrebbero dovuto attaccarti."

La Fanciulla lo fulminò con lo sguardo e raddrizzò la schiena, impedendosi di abbassare il mento. "E perché mai avresti dovuto inviare quelle cose per me?"

Non gli diede il tempo di rispondere, perché qualcosa non tornava e i suoi occhi erano meno umani del solito. Eirian fece scivolare la mano sotto il tessuto leggero della veste da notte ed estrasse la daga che portava sempre con sé -la lama brillò quando catturò la luce della luna. "Come li hai uccisi, Bastian? Come hai ucciso quelle cose senza armi?"

Bastian

Bastian era cosciente di come appariva agli occhi della principessa -un mostro uscito dal peggiore dei suoi incubi. Eirian perse tutto il colore sul volto e sembrò sul punto di svenire, ma resse il suo sguardo.

"Forse dovresti sederti, principessa. Sembri piuttosto scossa" disse con tono accondiscendente e smielato.

"Come." Eirian non aggiunse nient'altro. Serrò la presa sulla daga quando Bastian schiuse le labbra per parlare.

Esitò un istante. Era difficile vedere la principessa che prima lo guardava come se fosse il sole dopo mesi di pioggia, guardarlo con odio e disgusto. Gli faceva così male che quasi decise di ucciderla e liberare i suoi istinti. Ma non poteva ucciderla.

Con questo" sussurrò e dalle sue mani nacquero veri e propri fiocchi di pura oscurità.

Terrore vivo e indomabile prese possesso del viso della principessa. Per la prima volta da quando l'aveva incontrato -da quella taverna, al modo in cui aveva minacciato la ninfa, al primo e unico bacio che si eravamo scambiati- Eirian era davvero spaventata da lui. ebbi davvero paura di lui, di stare in sua presenza.

Così scappò, senza fermarsi quando le urlò di farlo. Ma Bastian non l'avrebbe lasciata andare, non senza la possibilità di aggiustare le cose tra di loro.

"Eirian! Fermati." gridò e con un balzò le fu addosso. La inchiodò contro il tronco di una quercia, e la testa della principessa colpì la corteccia nell'impatto, facendole sbattere i denti.

Regno di Rovine 1Where stories live. Discover now