Capitolo 6

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Eirian

Solo al crepuscolo la Cerberus arrivò abbastanza vicina alle cinque isole che componevano l'arcipelago di Cefeo. L'aspetto era quello dell'omonima costellazione -quattro isole disposte ai vertici di un quadrato e un'altra posta in alto a formare un triangolo- e sorgeva al centro di una distesa d'acqua infinita. Il tempo sembrava essersi bloccato, non c'era freddo, o caldo, o vento. Gli ultimi deboli raggi non raggiunsero la pelle della Cacciatrice intenta a osservare in estasi le isolette.

Ognuna sembrava possedere un suo carattere e una sua psiche complessa. La prima era deserta, c'erano solo dune di sabbia cremisi fin dove l'occhio riusciva a vedere; l'altra era ricca di alberi bassi con radici che penetravano nell'acqua, e un assortimento di fiori policromi e variegati -Eirian non aveva mai visto così tante specie diverse in vita sua; la terza era montuosa e ricca di asperità, le ricordò vagamente il confine nord di Askos o la parte più a meridione di Nobriunia, la terra dei ghiacci; Delle ultime due non vedeva che le sommità, nascoste dalla nebbia.

Se ne stava seduta sul ponte di poppa mentre Aislyn e Bastian discutevano vicino al timone. Avrebbe voluto andare ad ascoltare ciò che si dicevano, ma optò per rimanere al suo posto e nascondere l'agitazione che l'aveva assalita.

Affianco a lei, Shiba lucidava la sua katana con cura e passione, come se l'acciaio fosse suo figlio e lui lo stesse cullando per aiutarlo a dormire. Rhys era agitato, faceva avanti e indietro sul ponte senza sosta e stava innervosendo anche il resto della ciurma. Eirian non poteva biasimarlo. Anche il suo corpo fremeva per del movimento ma la sua volontà la costrinse a nascondere l'irrequietezza con una maschera di finta contemplazione.

Si sentiva nuda, priva delle sue daghe e dell'arco, e di solito avrebbe toccato l'ametista che portava al collo per tranquillizzarsi -ormai non possedeva più nemmeno quella.

Aveva fatto tutto ciò che Lacroix le aveva ordinato. Si era spogliata di tutto ciò che avrebbe potuto proteggerla. Pregò silenziosamente ad Artemide, le chiese di vegliare su di lei.

Non ottenne risposta.

"Sei pronta?" Lacroix le tese una mano.

Non l'aveva sentito avvicinare, i suoi passi erano così leggeri da sembrare quelli di un felino. Eirian annuì e gli permise di aiutarla. Nonostante odiasse il contatto fisico stava imparando a farci l'abitudine e cercava di soffocare come meglio poteva la voglia di strapparsi la pelle da sopra i muscoli a ogni minimo tocco. Ma quando ci si ritrova bloccati su una nave con una ventina di persone, è impossibile avere spazio personale.

Il ragazzo la condusse verso la scialuppa sul lato del veliero e sotto lo sguardo attento e curioso della ciurma si lasciarono calare in mare. Lacroix remò con vigore, lasciandosi scappare solo qualche sbuffo di fatica quando la marea gli andò contro. Pian piano la Cerberus si fece sempre più piccola e le sue luci sparirono in lontananza, lasciandoli soli e al buio.

"Cosa devo fare?" chiese stropicciandosi le dita. Prese ad arrotolarsi un pezzo di stoffa intorno al braccio. In qualche modo il dolore che le causava toccare i lividi sull'avambraccio l'aiutava a concentrarsi.

"Sai nuotare?" le domandò il pirata. Eirian scosse la testa e si passò una mano sulla fronte per rimuoversi delle gocce di sudore che le si erano congelate sulla pelle. "Allora prendi la mia mano e non mollarla per nessuna ragione. Hai capito?"

"Scordatelo." la principessa si tirò indietro fino a raggiungere il bordo della scialuppa.

"Senti, principessa, non ti chiederò di sposarmi. Voglio solo evitare di rimanere bloccato nel limbo e accadrà sicuramente se affoghi." rispose stizzito.

Il pirata non attese una conferma. Si allungò e con uno scatto le chiuse le lunghe dita affusolate intorno al polso. Si alzò in piedi senza lasciare la presa e la barca oscillò malferma. Bastian la tirò a sé e puntò i suoi occhi scuri e penetranti in quelli di lei.

Regno di Rovine 1Donde viven las historias. Descúbrelo ahora