Capitolo 22

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Eirian

La principessa venne svegliata all'alba da una Isobel perfettamente acconciata e vestita per una giornata da passare all'aperto. Le vennero concessi solo cinque minuti per indossare una tenuta da allenamento, prendere l'arco e seguirla nel cortile sul retro. Isobel non le permise di fare colazione, ignorò persino i gorgoglii del suo stomaco quando passarono davanti alla cucina e il suo naso intercettò l'odore di pasticcini alla crema. Riluttante, Eirian la seguì fino al retro della mansione.

Si strinse le braccia al petto quando la leggera brezza mattutina le pizzicò la pelle, facendola rabbrividire. Quando misero piede sull'erba umida e bagnata dalla rugiada, il cielo le mozzò il respiro -sfumature di rosa e azzurro si mescolavano al viola e al blu intenso della notte. Zeus stesso sembrava aver deciso di far assomigliare la cappa celeste a un enorme e terrificante livido. Solo delle piccole nuvole lo screziavano qua e là con il loro bianco candido e lanoso.

In lontananza, Eirian intravide il limitare di una foresta, le cui fronde erano mosse dallo zeffiro sereno e riempivano il silenzio con deboli e armonici fruscii. Quel luogo, così pacifico, le fece dimenticare di tutte le preoccupazioni che le assillavano la mente. Camminarono lentamente sul prato ed Eirian si beò del profumo dell'aria, ricca di fragranze floreali.

"C'è un motivo preciso per cui mi hai svegliata così presto?" si lamentò Eirian. Erano quasi arrivate al centro della prateria e Isobel appoggiò il suo arco sul terreno senza voltarsi verso.

"Preferisco allenarti quando non c'è nessuno che può vederti"

"E gli archi?"

Isobel si girò, abbasso lo sguardo sulle armi e sorrise enigmatica. "In caso attirassi qualcosa che non riesci a controllare. Questi boschi sono pieni di predatori e dopo il tuo fallimento con i lupi preferisco non sfidare la sorte"

"Grazie per l'incoraggiamento" borbottò e si misi le mani sullo stomaco, desiderando di aver ingerito qualcosa prima di lasciare la mansione. "Non potevamo fermarci a fare colazione?"

"Fidati, Eirian, tra poco capirai perché non ti ho fatto mangiare niente. Inoltre, dopo l'allenamento troverai dell'ottimo caffè ad aspettarti."

Eirian si lasciò convincere da quella promessa e cedette alle sue richieste.

Solo quando iniziò capì il motivo del digiuno che le era stato imposto. All'inizio credette fosse perché Isobel era troppo impegnata per sprecare anche solo dieci minuti del suo tempo e lasciarle fare colazione. La verità era più cruda, e disgustosamente sensata.

La prima cosa che la ragazza le fece fare fu connettersi con qualunque animale nei dintorni, aprire la mente, accedere ai loro ricordi. La parte più difficile non fu espandere i suoi sensi al punto che, dopo poco più di dieci minuti, non sentì più le punte delle dita o le gambe. Ciò che la fece chinare sul prato e tenersi una mano sullo stomaco e una sulla bocca per evitare di rigurgitare succhi gastrici e saliva, fu ciò che vide quando accedette alla mente di quelle bestie. Vide i vermi consumare ossa e carne dal corpo di un bambino morto a causa di una malattia senza nome. Sentì il sangue riempirle la bocca quando azzannò un cervo che brucava nel fitto della foresta, gli squarciò la carotide con un morso preciso ma di una brutalità spietata. Rabbrividì quando entrò nei ricordi di un corvo che aveva bucato gli occhi dal cadavere di un uomo che era stato impiccato in una vecchia quercia al limitare di una piccola cittadina. Vide morte, dolore, cadaveri putrefatti, il cui tanfo la nauseò al punto che non riuscì più a respirare.

Isobel le posò una mano sulla schiena e le tenne i capelli all'indietro mentre vomitava fino all'ultima goccia di liquido che aveva in corpo, il sapore di sangue ancora fresco in bocca.

Regno di Rovine 1Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ