capitolo 42

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"Stefan! Stefan che cavolo"

Mi guardo in torno spaesato, ritrovandomi al tavolo del chiosco con i ragazzi.

"Ma che ti prende?" Mi chiede Logan.

"Nulla stavo pensando!"

"Pensando? Ma dai a chi la dai a bere eri incantato."

"Ehi io o la capacità di pensare a differenza tua"

Scoppia una risata generale.

"Si si certo, ma ti conosco e conosco quello sguardo e lo stesso che ho io quando immagino tua sorella.... Hai cazzo!"

"Non voglio sapere cosa fate tu e mia sorella hai capito?"

"Cavolo dammi un pugno, ma non i pizzichi sai che li odio. E poi che ti sorprende ho due figli con tua sorella"

"Dai Logan lascialo stare!" Lo ribecca Marcus mentre gli propone un altro argomento.

E piu forte di me non faccio altro che pensare a lei, a quanto mi faccia incazzare con quella testa dura che ha, ma al contempo e proprio la sua determinazione e intelligenza che mi affascinano.

Prendo un altro sorso di birra, amara in confronto al suo sapore, che però non riesce ad annebbiare.

Quello che e successo ieri nella foresta, la stremata.

Ma mia voglia di dominarla e di punirla per avermi disobbedito ha avuto la meglio su di me... E su di lei.

Lo portata vicino all orgasmo volte volte, con le mie mani con la mia lingua per poi fermami sempre,  un attimo prima.
Mentre la sua frustrazione cresceva.

Fino a quanto e arrivata ad ordinarmi di farla venire, e io non lo fatto.... negandogli in altra volta quello che voleva, come lei faceva con me quando non mi ascolta e fa di testa sua.

Ma poi quando mi ha pregato con in suoi occhi lucidi non ho potuto fare a meno di accontentarla.
Ricordo ancora il suo timore quando ho tirato fuori il mio pene.

Lo manegiato davanti a lei, non perché ne avessi bisogno perché il solo vederla e sentirla gemere me lo fa diventare duro, ma semplicemente per puro ego.
Vedere i suoi occhi che si scuriscono di timore ma soprattutto di lussuria e come in elisir di vita per me.

Ma la meraviglia e stata quando o appoggiato la mia punta sul suo clitoride e poi tra le sue labbra umide.

E ho sfregato li mio cazzo su di lei... Senza mai farlo entrare, perché sono ancora devoto alla promessa che gli ho fatto, anche se mantenerla mi mette alla prova duramente.

La sua figa era così bagnata, grazie a me che era in piacere scivolare tra le sue pieghe.

Ma la sua voce che mi invocava era pura poesia e de li che gli ho donato il primo orgasmo, ma mentre lei tremava sotto di me io non ero ancora sazio di lei e della sua voce, quindi o continuato a scivolare tra le sue pieghe sempre più velocemente, e altrettanto veloce e arrivato il suo secondo orgasmo e poi il terzo, finché anche io non lo raggiunta.

E la mia piccola era così stordita da addormentarsi subito dopo tra le mie braccia.

E ora io sono qua che non riesco a togliermi i suoi occhi dalla mente e il suo sapore dalla bocca.

"Stefan! Tuo padre ci ha chiamato per discutere delle streghe" mi fa ritornare alla realtà Logan.

Bevo l'ultimo sorso della mia birra, la sbatto sul tavolo.

"Andiamo".

Sono in cucina, che sorseggio il mio the freddo mentre viki fa avanti e indietro, apre  un cassetto tira fuori pentole e padelle affettando cipolle, mentre i gemelli sono in sala a guardare i cartoni.

IO E Il Mio ALPHA Where stories live. Discover now