𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 29

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"Sbrigati Pansy" urlo agitata dal bagno per farmi sentire.

Mancano pochi minuti all' inizio delle lezioni e siamo in super ritardo, come sempre.
Indosso di fretta la divisa e raccolgo il materiale scolastico, non posso permettermi di perdere ancora più tempo quindi decido di non applicare nulla sul viso.
Al contrario della cogliona della mia migliore amica, che anziché muoversi inizia a truccarsi con tutta calma.

"Ti sembra questo il momento per truccarsi?!" sbotto nervosa.
"E va bene" sbuffa per poi posare tutti i trucchi nella pochette.

Prende la cartella e finalmente usciamo dalla stanza.

"Cazzo T/n potresti rallentare il passo?" dice lamentandosi.
"Se qualcuno non avesse perso altro tempo adesso non saremmo in questa situazione" le lancio un' occhiataccia per poi proseguire il percorso.

Ogni secondo che passa guardo l' orologio, capisco che di questo passo non ce la faremo mai ad arrivare in tempo in classe quindi non mi resta che accellerare.
Inizio a correre come una matta per i corridoi, controllando di tanto in tanto se Pansy mi stia seguendo o se sia rimasta indietro.
A pochi passi dalla porta mi fermo per riprendere fiato, stessa cosa fa lei che come me non riesce quasi a reggersi in piedi.
Una più sportiva dell' altra devo dire...

Solo dopo essere tornate a respirare regolarmente riprendiamo a camminare, mettendo finalmente piede in aula.
Con un colpo di fortuna la professoressa non è ancora arrivata, almeno una gioia.
Vedo Mattheo seduto all'ultimo banco così senza pensarci due volte lo raggiungo, prendendo posto sulla sedia accanto alla sua.

"Oh eccoti, mi chiedevo che fine avessi fatto" dice con un pó di ironia scrivendo qualcosa sul suo solito diario.
Chissà cosa ci scrive, me lo sono sempre chiesta.

"So di mancarti ma non pensavo così tanto" lo prendo in giro prendendo in mano il libro di Divinazione.
"O magari sono io a mancarti" neanche il tempo di ribattere che vedo entrarare dalla porta la professoressa Cooman.

Inizia così la lezione, durante la spiegazione però mi risulta alquanto difficile mantenere la concentrazione con Mattheo e Draco che bisbigliano cose e ridono sotto voce.
Dio è una tortura.

"Potreste smettere di parlare? Starei cercando di seguire" sussurro per non attirare l' attenzione della professoressa.
"Se mezza classe sta dormendo" ride Mattheo.
"Che palle che sei" controribatte il biondino.

"E va bene ho capito" sospiro.

Penso così di cambiare posto per seguire al meglio la lezione, ma non appena mi alzo dalla sedia Theo mi afferra il braccio tirandomi verso di lui.

"Tu resti qui" puntualizza con un' espressione più seria che mai.

Dopo aver annuito molla la presa così decido di non oppormi e mi risiedo, riprendendo a seguire.
Mentre prendo tranquillamente appunti vedo la mano di Theo posarsi sulla mia gamba, stringendola di poco.
Continua ad accarezzarmi delicatamente la coscia creando dei cerchi immaginari su di essa con il dito.
Inizio però ad agitarmi quando vedo la mano salire sempre di più, arrivando vicino l' interno coscia.

"Qualunque cosa tu stia facendo smettila" sbotto cercando di nascondere la mia agitazione.
"So che ti piace" sorride.

Mi lascia prima un piccolo bacio sulla guancia, uno sulla mandibola per poi scendere sul collo lasciando una scia di baci umidi.
Nel frattempo la sua mano si trova ancora lì, nell' interno coscia.
La fa scorrere su e giù lentamente, facendomi venire la pelle d' oca.
Non riesco a godermi le sue carezze, se così possiamo chiamarle, perché controllo ogni secondo se qualcuno ci stia guardando o sentendo.
In quel caso sarebbe imbarazzante.

"Professoressa posso andare al bagno?" chiedo ormai al limite della sopportazione.

Dopo il consenso da parte della prof mi stacco dalla presa di Mattheo dirigendomi di corsa al bagno.
Chiudo la porta controllando non ci sia nessun altro e inizio a respirare con affanno, uno dei tanti effetti che mi procura Mattheo Marvolo Riddle.

Apro il rubinetto sull' acqua fredda sciaquandomi un pó il viso e prendo della carta per asciugarmi le mani bagnate.
D' un tratto sento la porta aprirsi e vedo una persona entrare.

"Non sai leggere? Questo è il bagno delle ragazze e non credo tu lo sia" dico provando con tutta me stessa a non fargli capire la mia agitazione.

"Vedo che ti diverti a prendermi in giro" sul suo viso spunta un sorrisino perverso.
"Ora ti mostreró come invece mi diverto io"

Avanza lentamente verso di me, costringendomi ad indietreggiare fino a far scontrare la mia schiena contro il muro.
Mi guarda dall' alto verso il basso, soffermandosi sul collo.

"Vedo che li hai coperti" dice riferendosi ai succhiotti di ieri sera.

"Ed io che mi sono impegnato a farli" sbuffa divertito continuando a guardarmi il collo.

"Cosa vuoi?" chiedo infastidita.
"Io voglio te" mi sussurra all' orecchio passandoci la lingua.
"Chissà a quante lo hai detto" esclamo facendo un passo per sorpassarlo, ma vengo tirata dal gomito e sbattuta al muro.

Sobbalzo rimanendo a guardarlo dritto negli occhi, sento il suo fiato caldo sul mio collo e il mio cuore andare a mille.

"Le altre non sono nulla in confronto a te" sussurra con un ghigno sul volto.

Posso sentire la mia pelle iniziare a scaldarsi e le guance arrossarsi.

Alza la mano e con la punta delle dita mi accarezza il collo, non so cosa stia succedendo ma il mio corpo sta iniziando a provare una strana sensazione.
Chiudo gli occhi lasciandomi andare alle sue carezze, facendomi venire per l' ennesima volta la pelle d' oca.

"Se non mi vuoi... come mai... soltanto con un mio tocco... il tuo corpo reagisce così?" sussurra all' orecchio mordendomi il lobo.
"N-non... reagisce in nessun modo" ansimo arrossendo.
"Ah no?" scende la punta delle dita sulla mia camicetta bianca e giocherella con i bottoni.

"Che fai..." dico a voce molto bassa, mordendomi il labbro.

Mi slaccia il primo bottone facendomi scappare un gemito.

"Ops" sorride.

I capelli sono scompigliati, i ricci sparsi un pó per tutta la fronte e i suoi occhi continuano ad ipnotizzarmi.

Si morde il labbro e guarda di nuovo giù, mi sento immobile e non riesco a muovere nemmeno un muscolo.
Mi piace da morire essere toccata da Mattheo.

"Non devo cedere, non devo cededere" ripeto a me stessa mentre fa scorrere le dita dal collo fino a scendere alla scollatura.

Procede a sbottonare il secondo bottone, nel frattempo mi abbandono al muro appoggiandoci la testa.

"Mattheo finiscila-"
"Ora non ti diverti più eh" sussurra tracciando dei cerchi poco sopra il seno.

Sta per sbottonare l' ultimo bottone quando sentiamo bussare rumorosamente alla porta.

"T/n, Riddle, rientrate in classe altrimenti la professoressa vi metterà in punizione" sbuffa Pansy.

Spingo subito via Mattheo e riabottono la camicia, cercando di nascondere il mio viso imbarazzato.

"Oh che peccato, proprio ora che mi stavo divertendo" ride divertito Theo che esce per primo dalla porta.

"Parkinson"
"Riddle" se gli sguardi potessero polverizzare una persona quei due si polverizzerebbero a vicenda.

"Avremo modo di continuare piccola" mi ammicca Mattheo facendomi arrossire immediatamente, prima di allontanarsi.

"Come facevi a saper-"
"Che eri con lui? Tesoro non sono nata ieri" mi canzona Pansy ridendo.

"Di questo passo non sarai vergine a lungo" mi guarda con una faccia pervertita dandomi una gomitata.

"PANSYY!" urlo facendola ridere, e con lei rido anche io.

Non si può dire che non abbia ragione
Tu stai zitta.

𝐻𝑖𝑚 𝑎𝑛𝑑 𝐼Where stories live. Discover now