EVE

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                                  ELIJAH

Mi trovavo nella stanza sul retro, quella a cui solo io, e chi invitavo, avevo accesso. Era una specie di via di mezzo tra una biblioteca e uno spogliatoio, dove potevo venire a prepararmi o a prendermi un momento per stare da solo durante gli eventi che si tenevano nella sala da ballo.
Quella sera avevo passato pochissimo tempo in sala, ma il ballo di Yule era appena iniziato. Avevo organizzato e condotto più della mia giusta quota di balli, ma in quel momento c'era molto di più in gioco.
Quella sera l'Alfa del Millennio ci avrebbe fatto visita, per qualche ragione che nessuno di noi conosceva.
Questo era il motivo per cui avevo cercato di fare tutto il possibile per i preparativi, per cui avevo lavorato così a lungo e mi sentivo più stressato che mai. Non aveva senso perché avesse insistito per venire stasera.
Naturalmente, ero più che felice di ospitarlo. Era l'Alfa del Millennio. C'era un intrinseco grado di orgoglio nel fatto che volesse venire al mio ballo.
Ma comunque, sentivo che qualcosa non quadrava.
Sentii bussare, così smisi di camminare e mi avvicinai alla porta, aprendola di uno spiraglio. Quando vidi che era Josh, lo feci entrare.
"Amico, cosa stai facendo ancora qui dentro?"
"Lui è qui?"
“Non ancora, ma vieni. La gente sta aspettando". Fu allora che notai i due bicchieri nelle mani di Josh. Entrambi contenevano whisky, liscio. Me ne porse uno. Ecco a cosa serve un Beta, pensai.
"ballo di Yule", dissi.
"Al ballo".
Mandammo giù i drink, e Josh si voltò per tornare fuori, ma io gli afferrai la spalla. "Josh", iniziai, dimostrando il mio nervosismo al Beta per la prima volta. "Perché sta venendo? Perché ora?" Per un secondo vidi qualcosa illuminargli gli occhi, come se sapesse qualcosa che io non sapevo. Ma poi sbatté le palpebre e mi guardò con lo stesso sorrisetto che portava sempre in volto. "Elijah, rilassati. Anche l'Alfa del Millennio ama un buon open bar".
Mi diede una pacca sulla spalla e attraversò la porta, fermandosi qualche passo lungo il corridoio per aspettarmi. "Vieni o no?"
Forse aveva ragione. Forse ci stavo pensando troppo.
Appoggiai il bicchiere vuoto sulla scrivania, chiusi la porta della stanza sul retro dietro di me, poi mi avviai verso la sala da ballo accanto al mio Beta.
                                   AYLA

Il suo dito era ancora sotto il mio mento. Sembrava che fosse li da ore, o da tutta la mia vita. C'era qualcosa nel suo tocco, il modo in cui permeava la mia pelle e arrivava fino in fondo. Fino alla mia mente.
"Calmati ora. Non preoccuparti".
"Non sono preoccupata", dissi, cercando di mantenere una voce neutra. "Ma come mi conosci?".
"Non ci siamo mai incontrate", disse lei, i suoi
occhi percorrevano la mia figura e mi mettevano in imbarazzo per una ragione che non riuscivo a spiegare. "Ma sono venuta ad avvertirti. Una minaccia si sta avvicinando rapidamente".
"Una minaccia? Di che cosa stai parlando?" "Attenta. Non avrà pace finché non sarete suoi".
"Chi?" sussurrai, sentendomi improvvisamente a disagio. Mi sentii sbiancare mentre i miei occhi si perdevano nei suoi, cercando di trovare una risposta al loro interno. Ma non ci niuscii. I suoi occhi erano così viola, così infiniti, che ci sarebbe voluta una chiave che non avevo per sbloccarli.
"Dovresti sapere che hai un potere. Un potere che molti come te non hanno".
"Perché... perché sei qui?"
"Sono qui", cominciò lei, ogni parola con la sua propria forza, "per l'Alfa". Un brivido mi percorse il corpo, dalle dita dei piedi al cuoio capelluto.
Elijah. "Ma non il tuo Alfa", dichiarò chiaramente.
"Perché... non capisco" dissi, confusa. Ma la donna si limitò a distogliere lo sguardo, concentrandosi su qualcosa in lontananza.
Girai la testa per vedere cosa stesse guardando, ma non c'era niente. Solo un marciapiede vuoto.
"Come ti chiami?" chiesi, voltandomi verso di lei, bisognosa di altre risposte. Tuttavia, lei non era più lì. C'ero solo io nel vicolo.
Mentre cominciavo ad andarmene, mi fermai quando sentii un ultimo nome sussurrato riecheggiare nell'aria frizzante della notte...
"EVE".

                                    ELIJAH

Stavo salutando i cittadini che si erano messi in fila per incontrarmi in fondo alla sala da ballo. davanti al tavolo principale, quando sentii pronunciare il mio nome dall'altra direzione.
Mi voltai e vidi un ragazzo sicuro di sé, dall'aspetto atletico, con i capelli neri e un carisma naturale. Senza sforzarsi, aveva attirato l'attenzione di tutti intorno a noi. Qualcosa che ero abituato a fare, non a vedere.
"Alfa del Millennio", dissi, tendendogli la mano.
" Alfa della Costa Orientale", rispose lui, e ci salutammo. Da qualche parte in lontananza lampeggiò una telecamera.
"Benvenuto", dissi. "Siamo felici di averti qui, al ballo di Yule di quest'anno".
Sorrise, mostrando dei denti che non potevano essere bianchi come quelli naturali.
"E un onore ammirare la bellezza del tuo branco", rispose.
"Andiamo a prendere da bere". Sorrisi alla fila di cittadini in attesa - non c'era bisogno di ulteriori spiegazioni, dato che lui era l'Alfa del Millennio - e poi lo scortai verso il bar.
Con la coda dell'occhio, vidi Josh che parlava con la sua nuova compagna Roxane, e doveva aver sentito il mio sguardo su di lui perché mi guardò istantaneamente. E poi distolse lo sguardo. Strano.
Riportai la mia attenzione sull'uomo accanto a me. "Allora dimmi, cosa ti porta qui?".
"A parte la festa?"
"A parte la festa".
Sospiro. Si guardò intorno nella stanza. E poi i suoi occhi si posarono di nuovo su di me.
"Sarò sincero con te, Alfa. Sono venuto a controllare la leadership del branco".
"E cosa significa, esattamente?" chiesi prima di potermi mordere la lingua. Ma l'Alfa del Millennio si limitò a sorridere, dandomi una pacca sulla spalla e attirando l'attenzione del barista.
"Prima i drink, poi gli affari", disse. E come tutti gli altri, non ebbi altra scelta che obbedire ai suoi ordini.
                                     AYLA

Stavo tornando nella sala da ballo, con la testa ancora scossa dalla conversazione che avevo appena avuto con la donna dagli occhi viola. Come faceva a sapere chi ero? Cosa voleva da Elijah? E come aveva fatto a... sparire?
Avevo bisogno di trovare Elijah, di dirgli quello che aveva detto. Che era qui per lui.
Sapevo fin nelle ossa che era lei la minaccia che il branco aveva percepito, quella per cui stavano impazzendo. E se fosse stata qui per fargli del male?, Mi guardai intorno con urgenza. cercando di individuarlo tra gli sciami di cittadini ben vestiti. Indossava uno smoking, ma questo non mi aiutava a restringere il campo: era vestito come il novanta per cento degli uomini qui.
Ero in punta di piedi, nel tentativo di vedere più in la nella stanza, quando notai Josh e Roxane che parlavano vicino al DJ. Mi precipitai verso di loro, tanto velocemente quanto i miei piedi muniti di tacchi potevano portarmi.
"Ehi!" esclamai non appena fui a portata d'orecchio.
"Ayla!" Roxane salutò. "Dov'è Elijah?"
"Non lo so, ma devo trovarlo. Josh, l'hai visto?"
Josh finii il suo drink con un sorso. "Era con l'Alfa del Millennio l'ultima volta che l'ho visto".
"Dove?" chiesi, impaziente.
"Vicino al bar". Avevo girato i tacchi e stavo per andarmene, quando Josh mi afferrò il braccio. "Non puoi interromperli. Stiamo parlando dell'Alfa del Millennio".
"lo so. ma Elijah è nei mai. Josh. Devo avvertirlo”.
"Cosa?" "La donna che ho visto fuori ha detto..."
Josh alzò un dito, facendomi cenno di aspettare. Poi si rivolse a Roxane. "Torniamo subito, tesoro, okay?"
"Okay", gridò lei, il gin tonic nel suo bicchiere la rendeva chiaramente felice. Sapevo fosse il suo preferito. Ma poi Josh mi tirò verso la parte anteriore della sala da ballo, vicino al guardaroba, lontano da orecchie indiscrete.
"Cosa stavi dicendo?"
"Ho visto questa donna. Fuori, con gli occhi viola. Aveva un aspetto... inquietante, a dir poco. E ha detto che era qui per Elijah".
"Sei sicura?"
Annuii freneticamente. "Ho avuto questo... sensazione di urgenza da lei, Josh. Devo avvertirlo".
"Lo farò. Lo prendo subito da parte". "Perché non posso farlo io?"
"Sono il suo Beta, Ayla. È una questione di politica". Una questione di politica. Che stronzata. Ma era troppo urgente per litigare, quindi lasciai perdere.
"Va bene", dissi. "Ma in fretta". Stava per andarsene quando si voltò a guardarmi. Aprì la bocca, come se stesse per dire qualcosa, ma la chiuse dopo un secondo e scosse la testa.
"Cosa?" chiesi.
"Cosa vuoi da lui?".
"Da chi? Elijah?"
Josh annui.
"Cosa vuoi dire, cosa voglio da lui?".
"Senti, sei giovane. Non hai fatto molte esperienze". "Ho la stessa età di Roxane, se ti stai dimenticando".
"Ma so che lei ha molta più esperienza di te", disse con una specie di sguardo pomposo. Volevo prenderlo a schiaffi. "E solo che non voglio vederti soffrire".
"Perché Elijah dovrebbe farmi del male?" chiesi, ignorando la filippica da finto fratello maggiore che Josh stava mettendo in atto. Distolse lo sguardo, voltandosi verso la pista da ballo affollata, poi di nuovo verso di me.
"E stato messo sotto esame. Dal branco".
"Okay..."
"Sai, più a lungo un Alfa resta senza una compagna, più forza perde. Alcuni pensano che non sia abbastanza forte per comandare da quando è senza una compagna".
"Josh, stai dicendo cose senza senso".
"Sei arrivata in un momento davvero conveniente, Ayla. Dico solo questo".
Sentii un vuoto nello stomaco. "Ma io e Elijah non siamo nemmeno accoppiati".
"Allora è solo un divertimento occasionale? Non ti ha parlato di nessun tipo di futuro?"
Guardai per terra, sentendomi come se stessi per vomitare. L'avevo fatto entrare nel mio cuore. Gli avevo detto cose che non avevo mai detto a nessuno, prima. Avevo dormito accanto a lui e cucinato per lui e... e se mi stava solo usando?
E se fosse stato tutto uno spettacolo messo su per il suo branco?

                                   ELIJAH

Stavo bevendo con l'Alfa del Millennio - e quell'uomo sapeva bere, lasciatemelo dire - quando la vidi. Ayla!
Dall'altra parte della sala da ballo, era dannatamente radiosa. Il mio battito accelerò immediatamente, e sentii un'attrazione cosi magnetica che pensai che sarei stato portato dall'altra parte della sala senza muovere un muscolo.
Potevo vedere il modo in cui il suo corpo si curvava da dovero, il modo in cui i suoi capelli cadevano in ciocche lussureggianti. Avrei voluto passare le mani tra i suoi capelli, lungo il suo corpo, ovunque. Mi stava consumando. Ma poi vidi che stava parlando con Josh, ed erano entrambi immersi nella conversazione.
Mi stavo chiedendo di cosa potesse trattarsi quando la vidi lanciare uno sguardo verso di me. Anche a metri di distanza, il potere di condividere uno sguardo con lei era incredibile.
Ma era come se lei non lo sentisse o non le importasse. Perché, senza un'altra parola a Josh, scappò via da lui, correndo fuori dalle porte della sala da ballo.

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