Dichiarazioni

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                                       AYLA

Il mio telefono vibrò senza sosta per il resto del pomeriggio. Tutti cercavano di contattarmi dopo che ero scappata dal pranzo di Charlotte.
Credevo di voler stare da sola, ma non avrei potuto sbagliarmi di più. Avevo bisogno di parlare con qualcuno.
Pensai a Marilyn, ma non ero ancora sicura di quale fosse il suo legame con Charlotte, e Roxane e Mia non avrebbero capito cosa stavo passando.
Avevo bisogno di mia madre.
Ayla Ehi mamma, posso passare?
Mamma: Sì! Certo!
Mamma: Sono a casa tutto il giorno.
Ayla: Grazie. Ci vediamo tra 20 minuti
Mamma: Va bene!
Mamma: Ti voglio bene, Si.❤
Prima che potessi raggiungere la porta, lei e Bella balzarono fuori e mi strinsero tra le braccia.
"Oh, Si, mi dispiace tanto. Non avevamo idea di cosa sarebbe successo. Pensavamo davvero che sarebbe stato un pranzo normale".
"Ho iniziato a rimproverarla dopo che te ne sei andata, ma la mamma mi ha fatto smettere", aggiunse Bella.
"Va bene", risposi. "So che eri sorpresa quanto me".
"Vieni dentro, tesoro, e togliti dal freddo. Ho una grande tazza di cioccolata che ti aspetta".
La familiarità di essere dentro la mia casa d'infanzia bastava a farmi sentire già meglio. Non dovevo pensare due volte a quello che dicevo, o guardarmi alle spalle come facevo al Rifugio del Branco.
Mi accoccolai sul divano e mia madre mi portò la cioccolata e un piatto di biscotti allo zenzero, mentre Bella mi rimboccò le coperte.
"Eccoti qua, sorellina. Rannicchiata come un insetto".
"C'è qualcos'altro che posso portarti?", chiese mia madre.
"No, è tutto perfetto. Ho solo bisogno di sapere che voi due non mi odiate".
"Oh mio Dio, Ayla, perché dovremmo odiarti?"
"Non lo so. Vedo quanto siete eccitate per il bambino di Bella, e sento che sarebbe perfetto se entrambi avessimo dei figli nello stesso periodo, così potrebbero crescere insieme e..."
"Si, stai parlando come una pazza", interruppe Bella. "Non dovresti avere figli solo perché pensi che sarebbe carino che i nostri bambini avessero la stessa età. C'è un motivo per cui io e Jeremy abbiamo aspettato a farlo. Avevamo altre cose da fare prima di sistemarci".
"Proprio così, e non pensare che ti voglia meno bene perché non mi stai dando un nipote. L'unica cosa che mi interessa è che tu sia felice, qualsiasi strada tu prenda nella vita".
"Esatto, non lasciare che quella vecchia bacucca di tua suocera ti dica cosa fare, Si. E la tua vita. E il tuo grembo".
Ero così grata di averle entrambe nella mia vita. Passammo il resto del pomeriggio a guardare film e a non parlare affatto di bambini o del Branco.

                                    ELIJAH

Ayla era tornata a casa con un umore insolito. Per la prima volta dal Festival sembrava a suo agio.
Marilyn mi aveva già riferito cosa era successo durante il pranzo, e mi aspettavo che Ayla mi desse un altro ultimatum riguardo a mia madre, ma invece si infilò tra le mie braccia e mi chiese della mia giornata.
Non riuscivo a capire.
Ci sdraiammo l'uno nelle braccia dell'altra e parlammo, semplicemente. Parlammo di tutto e di più. Parlammo fino al sorgere del sole.
Fu tutto così semplice e facile. Fu come riallacciare i rapporti con un vecchio amico dopo decenni di lontananza.
Mi ricordò quanto fossi pazzo di lei, che compagna perfetta fosse. Dopo ieri sera, non avrei mai potuto immaginare una vita senza di lei al mio fianco.
Un colpo secco alla porta mi distolse dal mio sogno a occhi aperti.
"Elì, la stampa è qui per il tuo aggiornamento sul nuovo Festival".
"Si, arrivo subito, mamma".
"Bene. È una pessima idea far aspettare la stampa. Le menti oziose scrivono storie fantasiose".
Doveva sempre impartire qualche perla di saggezza come quella? Doveva sempre avere l'ultima parola?
Camminai verso la sala stampa con un conflitto che montava nelle mie viscere. Non ero sicuro di quello che volevo dire, ma qualsiasi cosa dicessi dovevo stare al gioco. Un Alfa non fa mai vacillare le sue parole.
Arrivai e vidi mia madre, mio padre, Ayla e il resto del consiglio fiancheggiare il podio in una linea ordinata. I giornalisti erano stipati nella stanza come sardine.
Sentivo i loro occhi su di me, seguivano ogni mia mossa ed espressione facciale.
Mia madre e mio padre sorridevano entrambi come se nulla fosse mai andato storto tra noi. Poi catturai lo sguardo di Ayla, la sua espressione più riservata ma dieci volte più genuina.
Non sarebbe stato piacevole, ma ormai avevo preso la mia decisione.
Misi le mani ai lati del podio e mi appoggiai al bouquet di microfoni puntati sul mio viso.
"Buongiorno", iniziai. "Qualche giorno fa io e Ayla abbiamo annunciato che eravamo d'accordo di riprogrammare il rituale del Festival della Fertilità alla prossima luna piena. Da allora, abbiamo rilasciato pochissimi aggiornamenti".
Con la coda dell'occhio, vidi mia madre annuire. Tutto stava andando come lei aveva pianificato.
"Beh, il motivo è che ho deciso di rispettare la decisione della mia compagna e rimandare il rituale a tempo indeterminato.
"Quando Ayla e io saremo pronti per iniziare ad avere figli, lo faremo sapere al branco, ma per ora la nostra decisione di creare una famiglia non sarà dettata da nulla se non dai nostri desideri personali. Grazie".
Una litania di obiezioni parti dalla folla insieme alle loro mani impazienti, ma non avevo intenzione di rispondere alle loro domande. Tutto ciò che mi interessava in quel momento era stare con la mia compagna.
Mi voltai verso Ayla, raggiante. Mormorò un silenzioso "Ti amo" che mi riempi di orgoglio e gioia.
Tutti, incluso il mio consiglio, erano ammutoliti. Potevo vedere i miei genitori che si agitavano, con gli occhi spiritati, cercando di non perdere il loro portamento di fronte alle telecamere.
"Incontriamoci nel mio ufficio tra dieci minuti", dissi, baciando mia madre sulla guancia. "Papà, sei invitato anche tu". Entrambi erano troppo furiosi per pronunciare una risposta adeguata, ma non me ne sarebbe potuto importare di meno se si fossero presentati.
Afferrai Ayla per mano e le diedi un morbido bacio sulle labbra. "Mi dispiace di averci messo così tanto".

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