Che cosa sei tu?

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JOSH
Non riuscivo a staccare gli occhi da Roxane. Mentre camminavamo verso la macchina,mi sentii completamente assoggettato da lei.
Era la ragazza che, solo pochi mesi prima, si pavoneggiava davanti alle telecamere di un reality show? Era la stessa ragazza che era scappata con Ayla per andare in discoteca nel bel mezzo di una violazione della sicurezza? Era la ragazza che avevo incontrato per la prima volta, con il trucco sbavato dalle lacrime dopo essere stata scaricata nel bel mezzo di una sbornia? No, quella ragazza non esisteva più. Ora quello che vedevo, quando guardavo la mia compagna, era una vera donna.
Forse era stata la gravidanza, o forse tutto quello che avevamo passato con Konstantin ma Roxane non era mai sembrata così matura, così potente, così saggia come in questo momento.
"Cosa c'è?", chiese con un sorriso sornione,
"mi stai fissando."
"Sono solo impressionato tesoro", di solito quando succede un dramma, vuoi esserne proprio al centro."
Lei scrollò le spalle. "Immagino che le mie priorità stiano cambiando".
"Sei sexy quando le tue priorità cambiano".
"Ah sì?". La spinsi contro la nostra macchina, premendo la mia mano sulla sua schiena, le nostre labbra si trovarono solo a un pelo di distanza,
"Sì", risposi.
" Ti piace quando non spettegolo? non è così vuoi che tenga la bocca chiusa?".
" Ora non esageriamo", dissi. Spinsi il mio rigonfiamento contro di lei, e lei gemette, con gli occhi che rotolavano all'indietro.
" Sono contento di vedere che senti ancora il gravidore" dissi con un sorriso.
"Sali in macchina", disse improvvisamente. Obbedii, aprendo la porta e scivolando dentro, mentre lei girava in torno e saliva sul sedile del passeggero. Mi guardò,
"ora accendi il motore". "Cosa?"
"Fallo".
Non le feci altre domande. Misi in moto la macchina, se guidavo io significava che non avremmo potuto fare sesso. Quindi ero confuso su ciò che Roxane aveva in mente.
"Guida", disse lei. Guidai fuori dal vialetto e premetti il gas, allontanandomi dalla casa di Elijah, fu allora che sentii una mano serpeggiare intorno alla fibbia della mia cintura. "Ma..."
"shh", disse Roxane, slacciandomi i pantaloni "Guida e basta".
Oh, mio dio, quindi era questo il suo piano. Non avevo mai sperimentato un pompino alla guida prima, ma se Roxane era incline non avevo intenzione di fermarla. Sentii le sue mani scivolare sotto ai miei boxer e prendermelo in mano. Il mio corpo si irrigidì mentre cercavo di non reagire, di tenere gli occhi sulla strada, di concentrarmi.
"Sei già duro", sussurrò lei. Tirò fuori il mio cazzo, accarezzandone delicatamente la base con la punta delle dita, mentre io gemevo di agonia. La strada davanti a me sembrava diventare sempre più la più grande sfida del mondo. Anche se tutto quello che dovevo fare era guidare dritto, anche se non c'erano altre macchine sulla strada, guidare così era impossibile.
" Mi manca il tuo sapore", disse mentre si abbassava su di me. Sussultai quando sentii le sue labbra toccare la mia punta. La sua lingua ballava, mi stuzzicava.
"Roxane", ansimai." Non ci riesco, non ci riesco". "Rilassati, tesoro", disse lei, alzando lo sguardo."E guida..." poi si abbassò di nuovo e prese tutta la mia verga nella sua gola. Mi sporsi in avanti, tenendo a malapena le mani ferme sul volante, tanto era bello. Roxane soffocò un poco, sputando. Poi ricominciò a masturbarmi mentre alzava lo sguardo con un sorriso, " come ti senti?".
"Mi stai uccidendo...non credo di potercela fare..." accostai sul lato della strada, parcheggiato illegalmente, e mi buttai su Roxane. Ricevere non era abbastanza, in questo momento, avevo bisogno di dare. Ci arrampicammo sul sedile posteriore e ci toglie togliemmo goffamente i vestiti, stringendoci, baciandoci, strofinando ogni parte l'una contro l'altra. Quando finalmente entrai dentro Roxane, girata di lato in modo che le sue gambe si sovraponessero al mio cazzo, facendolo sentire ancora più stretto, lei inarcò il collo all'indietro e gemette di piacere. "Tirami i capelli", ansimò. "con forza".
Ne presi una manciata e le tirai mentre la sbattevo ancora e ancora. Riuscivo a malapena a formare una frase, era così bello. "Non fermarti, Josh, NON FERMARTI". Ora stavamo entrambi gridando come animali, facendo rumori di cui non sapevamo di essere capaci, mentre sentivo i suoi umori traboccare.
" STO PER VENIRE, JOSH, VENGO..." Un secondo dopo, la sentii stringersi e venire mentre l'orgasmo la attraversava, facendole tremare le gambe in modo incontrollato. Feci un respiro faticoso, poi mi ritirai lentamente.
"Cosa stai facendo?", chiese lei. "E tu?".
"Non ne ho bisogno", dissi con un sorriso senza fiato. "Guardati, mi è bastato". Lei scosse la testa, delusa ma sorridendo." Idiota". Poi mi baciò.
Non mi ero mai sentito così legato alla mia compagna come in questo momento. Non importa cosa stesse succedendo nel mondo, finché avessi avuto Roxane questa benedetta dea del sesso, niente avrebbe potuto andare male.

MARILYN
"È tutto sbagliato". Esaminai i risultati dell'ospedale, scuotendo la testa mente Nina sorseggiava il suo tè, seduta sul mio letto. "Cosa c'è?", chiese lei.
"I risultati", con le lacrime che mi salivano. "Oh,dio. Come farò a dirglielo?". Non potevo credere a quello che stavo leggendo, oltre a perdere il bimbo si era scoperto che il corpo di Ayla era incapace di concepirne un altro. Non era che fosse sterile. C'era un anomalia medica, che non era mai stata vista prima in nessun paziente, che lo rendeva impossibile. Ayla,la mia paziente, la mia amica, non poteva partorire.
"Marilyn", disse Nina."Qualunque sia la notizia, Ayla è una donna forte, sarà in grado di sopportarla".
"Non lo so, questo... sembra diverso". Nina accarezzò il letto e io mi sedetti accanto a lei, appoggiando la teste sulla sua spalla. Ero grata di avere la bandita qui, ora. Senza di lei,mi sarei sentita ancora più persa. "Hai il cuore più gentile che io abbia mai conosciuto,Marilyn". Disse " se c'è qualcuno capace di dare cattive notizie quella sei tu. Sei come la dea delle buone maniere".
"Ma se no fossero cattive notizie? E se fossero notizie che cambiano la vita. Delle notizie devastanti?".
"Allora gliele dirai. sarai onesta e parlerai con il cuore. E per quanto possa essere difficile da ascoltare per Ayla, alla fine capirà". Ero colpita dal fatto che Nina non mi avesse chiesto cosa avessi scoperto. Non che fosse qualcuno che ficcava il naso. Ma immaginavo che la curiosità avrebbe avuto la meglio su di lei. "Non vuoi saperlo?", Le domandai.
"No", rispose lei. "sarebbe un tradimento della fiducia di Ayla. E dato che un tempo avrei dovuto uccidere quella ragazza, penso che probabilmente tenere il naso fuori sia la cosa migliore da fare, questa volta". Risi, nonostante le lacrime, nonostante la notizia, Mentre Nina mi accarezzava il viso.
"Sei una guaritrice, Marilyn", disse. "Non avere paura guarisci e basta". Il modo in cui Nina mi guardava ora mi ricordava la nostra notte nel motel. Come i nostri corpi si erano fusi in uno solo. Volevo tanto baciarla. Riaccendere quella scintilla. Ma ora non era il momento.
"Grazie, Nina", dissi, scacciando le lacrime cercando di cambiare argomento. "Com'è il tuo tè?".
"È tè, Marilyn. Che altro dovrebbe essere?". Che domanda stupida. Nina aveva ragione. Questa vita scoppiai a ridere, ed era la risata più piena che avessi provato da mesi. Nina sorrise. "Ecco", disse. "Per un attimo sei sembrata di nuovo te stessa".
"Lentamente ma con costanza", dissi annuendo. "Vorrei che accadesse più velocemente".
"Va bene così, sono paziente". E dallo sguardo di Nina, lo stesso sguardo amorevole, sapevo che intendeva ogni parola. Lei ci sarebbe stata, quando sarei ritornata di nuovo me stessa. Quando non lo ero. Quando era tutto ciò che c'era nel mezzo. Non vedevo l'ora che quei momenti giungessero.

AYLA
Elijah e io eravamo sdraiati nel nostra letto, abbracciati. Dopo una notte in ospedale e una notte nella stanza dei guaritori al rifugio del branco, era bello tornare qui. Al luogo a cui appartenevamo. Ma eravamo entrambi silenziosi, le nostri menti erano ancora in fermento per tutti i colpi di scena della giornata. Intuivo che non aveva ancora elaborato la rivelazione più grande. Che non avremmo mai stati in grado di avere dei figli. Mi aspettavo che fosse furioso. Che fosse disgustato. Che non mi guardasse più allo stesso modo.
Ma invece, Elijah mi teneva così stretta che mi sembrava di soffocare. Alla fine mi allontanai e costrinsi i suoi occhi ad incontrare i miei. "Va tutto bene?", dissi. "Puoi dire tutto quello che senti".
"Immagino",disse Elijah, cercando con gli occhi, " Sono solo... confuso. Cosa significa questo? Che facciamo ora?".
" Non lo so", ammisi.
"Se non possiamo avere figli, significa..."
"che non c'è futuro per il branco", dissi con un cenno del cuore spezzato. "Non ci sarà un Alfa che prenderà il tuo posto, un giorno. Mi... mi dispiace tanto, Elijah".
"Dispiace?", chiese Elijah. Tentai cercando di distogliere lo sguardo, mai lui girò la mia testa,i suoi occhi pieni di calore. " Amore non hai niente di cui dispiacerti. Non è colpa tua, è solo quello che sei".
"Ma cosa facciamo?".
"Troveremo una soluzione, ne sono certo". Sospirai, davvero grata di avere un compagno così comprensivo, così amorevole, così vero come Elijah. Mi strusciai sul suo collo. "Eppure... mi chiedo", disse. "Tutto questo parlare di divinità e poteri... che cosa sei Ayla?". Aprii la bocca e la richiusi, rendendomi conto di non avere una buona risposta, ancora una volta scossi la testa.
" Non lo so".
Ma poi ci pensai, e Elijah vide che ci pensavo, perché la sua domanda mi aveva stuzzicata, "dì quello che stai pensando".
"Qualunque cosa io sia, c'è un motivo per cui Konstantin è venuto a cercarmi. Quando ero bambina. Poi una volta diventata adulta. Deve essere importante".
"Sì e ora lo sta facendo di nuovo".
"Mi accigliai, "Cosa vuoi dire?".
"Josh mi ha detto che c'è un altro bambino là fuori, che Konstantin sta cercando". Un altro come me?. Le mie mani si strinsero in pugni mentre pensavo a tutte le azioni brutte e malvage che Konstantin aveva commesso, e che avrebbe continuato a commettere. A meno che...
"Dobbiamo fermarlo, Elijah," dissi. "Promettimelo".
Elijah mi prese le mani e le baciò come se fosse un voto solenne.
"Lo faremo insieme".

La Vergine Del BrancoWhere stories live. Discover now