La tradizione

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                                   AYLA

L'acqua batteva contro i nostri corpi nudi, mentre stavamo l'uno di fronte all'altra nella calda pioggia d'estate.
Le nostre figure scintillanti erano immerse in una luce ambrata che colorava di bronzo l'intero prato.
I suoi occhi scorrevano lungo le mie curve con impudico desiderio.
Arrossti, non abituata a tali attenzioni.
La corsa era durata ore e ci aveva portati in cima qa una collina che dominava l'intera isola. Lontano, lontano, le splendenti torri del resort si intravedevano appena all'orizzonte.
Ci fermammo solo quando fummo certi di essere completamente soli.
"Vieni qui", mi fece cenno, tendendomi la mano.
Il mio cuore batteva forte mentre mi muovevo verso di lui, il vapore che saliva dalle sue spalle muscolose.
Sentii la sua mano ruvida contro la mia guancia mentre mi tirava a sé per baciarmi.
Presto fu sopra di me, i nostri corpi scivolarono l'uno contro l'altro sull'erba morbida come se stessimo cercando di accendere un fuoco.
La sua punta sfiorava l'esterno del mio sesso a un ritmo eccitante, allargando le mie labbra ma rifiutandosi di entrare.
Era una tortura che non potevo sopportare.
Lo tirai dentro di me, ansimando di piacere e un po' di dolore. Andò più a fondo di quanto avessi mai sentito prima.
Gemetti di piacere, invocando il suo nome, pregandolo di non fermarsi mentre la pioggia cadeva su di noi.

                                       ***

Girai la manopola su off, lasciando che le ultime scie d'acqua scendessero lungo il mio petto.
Era inverno ormai e la nostra luna di miele era finita da tempo, ma le docce calde mi ricordavano ancora quel giorno sull'isola con Elijah Il vapore abbracciava la mia pelle come una coperta calda mentre uscivo dalla doccia.
Era buffo pensare che, un anno prima, mi trovavo nello stesso bagno, furiosa per essere stata ingannata per stare con Elijah, ma adesso ero qui, accoppiata all'Alfa del Branco della Costa Orientale, e non desideravo essere da nessun'altra parte se non in questa casa con l'uomo che amavo.
"Hai bisogno di aiuto li dentro?", chiese attraverso la porta con la sua voce baritonale.
"No, sono perfettamente in grado di asciugarmi da sola, grazie mille", risposi sorridendo a me stessa.
Negli ultimi dodici mesi era diventato più allegro, abbassando la guardia e mostrandomi un lato diverso da quello dell'Alfa dominante che doveva mostrare al resto del branco.
"Sarei felice di aiutarti", continuò, con un'affascinante insistenza che mi fece ridacchiare. "Non è davvero un problema".
"Fai il bravo, ragazzo", dissi, ridendo mentre mi avvolgevo nell'asciugamano.
"Ma ho fatto il bravo", protestò lui.
"Le cose belle arrivano per chi sa aspettare", risposi, pulendo il vapore dallo specchio e scuotendo i miei capelli umidi.
Aprii e feci un passo avanti, premendo il mio corpo bagnato contro il suo ampio petto, avvolgendo le mie braccia intorno a lui e afferrando la sua schiena muscolosa.
Inclinò la testa come per baciarmi e io mi allontanai. "Ho detto che le cose belle arrivano a chi sa aspettare... e tu non hai aspettato."
Lo spinsi via e andai verso il mio armadio, assicurandomi che avesse una buona visuale del mio culo. Una volta dietro l'angolo gettai il mio asciugamano così che sapesse che ero nuda e chiusi la porta scorrevole.
Avevo a malapena indossato le mutande quando la porta si aprì e mi ritrovai avvolta tra le braccia di Elijah, le sue labbra premute con ardente passione sulle mie.
Sentii me stessa cadere all'indietro, poi terminammo entrambi sul morbido materasso. Il peso di Elijah premeva contro di me con gran cupidigia. Potevo sentire quanto fosse duro e mi sentii diventare umida.
Si strappò la camicia, rivelando il suo torso scolpito e le sue braccia rigonfie. Il suo petto si ingrandiva di desiderio e i suoi occhi verde-oro tremolavano di lussuria.
Mi chinai e baciai il mio Alfa. Le sue labbra erano morbide e calde, e ogni volta che ci toccavamo era come se mi sciogliessi in esse.
"Voglio costruire una famiglia con te, Ayla", disse improvvisamente.
"Lo so", risposi. "Lo faremo".
"Intendo dire proprio adesso. Voglio iniziare a provarci".
Le parole di Elijah mi presero alla sprovvista. Sapevo che ne avremmo dovuto parlare, prima o poi, ma negli ultimi sei mesi avevo messo quel pensiero da parte.
Essere accoppiata all'Alfa del branco più potente degli Stati Uniti significava abituarsi a tante cose. Non potevo più vestirmi come mi vestivo un tempo, non potevo uscire in pubblico senza guardie del corpo ed ero costantemente tenuta d'occhio.
Niente più incontri spontanei con le ragazze da Winston's.
Niente più pomeriggi tranquilli nel parco, dove potevo stare da sola con il mio album da disegno e i miei pensieri.
Avevo dei doveri adesso, come quello che dovevo compiere questo pomeriggio. Era il primo giorno del Festival della Fertilità e la tradizione del branco esigeva che io mi trasformassi insieme ed Elijah davanti a tutto il branco e mi facessi montare da lui.
Quando Elijah me ne parlò la prima volta pensai che stesse scherzando, ma immagino che se sei stato allevato come Alfa non metti in discussione lo status quo e le cerimonie obsolete.
Ma io non provenivo da un branco nobile. Prima di essere la sua compagna, ero una diciannovenne adottata con un genitore umano e una forte avversione ai riflettori.
L'idea di essere così vulnerabile in un ambiente così pubblico era assurda. per non dire umiliante.
Avevo provato a confrontarmi con Elijah. ma ogni volta che ne parlavo lui tergiversava, dicendo che non era questa gran cosa e che per il branco era importante.
Non avremmo davvero fatto sesso, ma consideravo comunque il fatto che lui fosse sopra di me come un affare abbastanza intimo e privato.
"Ayla?", chiese Elijah, afferrando la mia coscia. "Si, scusa. Avevo la mente altrove".
"Vuoi continuare?"
"Elijah, non so se sono ancora pronta".
"Cosa vuoi dire? È passato un anno. Gli Alfa e le loro compagne dovrebbero iniziare a provare ad avere dei cuccioli all'inizio del primo calore, dopo che si sono accoppiati. È la tradizione".
Di nuovo quella parola. Tradizione. Dio, come stavo iniziando a odiarne il suono. E il calore, quella smania lussuriosa che possedeva ogni lupo mannaro durante la Stagione dell'Accoppiamento, avrebbe reso le cose dieci volte peggio.
"Possiamo parlarne più tardi?" Gli chiesi, cercando di salvare quel momento romantico che stava rapidamente svanendo.
"Certo, possiamo parlare dopo la cerimonia", rispose Elijah, fissandomi con i suoi occhi dolci e privi di
ogni sospetto. Tuttavia, più a lungo li guardavo, più diventavo certa di non poter andare avanti con il rituale quel pomeriggio.
Mi uccideva fargli questo, e sapevo che era colpa mia per aver lasciato passare così tanto tempo, ma qualcosa dentro di me non si sentiva a posto.
"C'è qualcos'altro di cui volevo parlarti", dissi, interrompendo il suo sguardo.
"Che cosa intendi? Sei nervosa?" Chiese accarezzandomi il braccio.
Dannazione, perché deve fare il dolce proprio in questo momento?
Ma non potevo tirarmi indietro di nuovo. Non c'era più tempo per rimandare. Dovevo dirgli come mi sentivo.
"Elijah, non voglio farlo".
Uno sguardo confuso gli comparve in volto e sperai che potessimo risolvere la questione senza finire per litigare.
"Perché? E solo un piccolo spettacolo per il branco, così possono darci la loro benedizione mentre cerchiamo di concepire".
"Se è solo per la benedizione del branco, allora perché dobbiamo trasformarci e fare tutte le altre cose?" "É simbolico".
Speravo che Elijah prendesse un momento per ascoltare le sue stesse parole e si rendesse conto di quanto fossero deboli le sue argomentazioni, ma l'espressione genuina sul suo volto significava che avrei dovuto argomentare meglio la mia obiezione.
"Forse lo è per te, ma io penso che sia degradante".
"Mia madre l'ha fatto e anche la madre di mio padre. Sei la mia compagna, Ayla. Nessuno penserà male di te".
"Non si tratta di quello che pensano gli altri, Elijah. Si tratta di quello che mi fa sentire a mio agio".
"Ascolta", disse lui, togliendosi da sotto di me e sedendosi sul letto. "Queste cose accadono solo una o due volte nella vita. Ci trasformeremo per meno di un minuto. La tradizione e ciò che tiene unito un branco. Senza di essa, perderemmo la nostra identità".
Ecco di nuovo quella stupida parola. "Mi sento come se io stessi perdendo la mia identità, dovendo seguire tutte queste stupide regole", ribattei.
Gli rivolsi uno sguardo severo per fargli capire che non mi avrebbe fatto cambiare idea.
"Senti, Ayla, lascia perdere il branco. Puoi farlo per me? E giuro che non ti chiederò mai più di fare una cosa del genere".
Elijah era il mio mondo e avrei fatto qualsiasi cosa per renderlo felice, ma in questo momento odiavo il fatto che non mi stesse ascoltando. Essendo un Alfa, non era abituato a scendere a compromessi, ma se la nostra relazione doveva continuare a svilupparsi doveva imparare a farlo.
"Davvero non capisci le mie ragioni?"
"E solo per questa volta, Ayla", rispose. "Fatto questo, sarai tu a decidere, amore mio".
Avrei dovuto capire che non avrebbe ceduto.
"Devo finire di prepararmi", gli dissi, saltando giù  dal letto e dirigendomi verso l'armadio.
"Hai bisogno di aiuto?" Mi domandò con un tono scherzoso.
"No, posso farcela da sola", risposi piatta.
"Non metterci troppo", disse Elijah, prendendo la sua camicia e mandandomi un bacio prima di uscire dalla camera da letto.
Indossai il vestito della festa e mi guardai allo specchio, pensando a tutte le compagne degli Alfa che avevano sopportato questo prima di me, chiedendomi se si sentivano altrettanto disgustate.
È meno di un minuto Ayla meno di un minuto.
                                       ***
Il palco era stato costruito in mezzo a una radura nella foresta. Erano stati abbattuti degli alberi giganti e i loro tronchi erano stati legati insieme per creare l'enorme piattaforma su cui io e Elijah ci trovavamo in quel momento. Dietro di noi si trovava il resto del consiglio e un VIP a sorpresa, Raphael Fernandez, l'Alfa del Millennio.
Non mi stupisco che Elijah non volesse annullare il festival.
A terra, tutti intorno a noi a guardarci con eccitazione, c'era quello che sembrava l'intero Branco della Costa Orientale.
Per un momento credetti di vedere un paio di occhi viola, ma doveva essere solo la mia immaginazione.
Non avevo più rivisto Eve da quando si era fermata alla mia galleria, più di sei mesi prima. Né avevo fatto chiarezza su quel vago avvertimento riguardante i miei genitori naturali che mi aveva lasciato.
Se i miei genitori erano stati davvero degli Alfa, allora mi domandavo se anche loro avessero dovuto partecipare a questo orribile rituale.
Mentre venivano fatte le dichiarazioni di apertura, il mio cuore iniziò a battere forte. Non potevo credere che stavo per farlo. Mentre ci dirigevamo al festival avevo ripassato la scena dozzine di volte nella mia testa.
Sentii la mano di Elijah prendere la mia e stringerla per rassicurarmi. Poi si tolse la tunica, rivelando la sua figura scura e statuaria, e iniziò a trasformarsi.
Ci siamo. Non si può tornare indietro.
Rimasi in piedi, senza muovermi. Un sussulto si increspò attraverso la folla come l'onda di una marea.
L'enorme lupo di Elijah era adesso accanto a me, ritto sulle sue zampe, e guardava con ansia la mia forma umana.
Mi avvicinai al microfono e scrutai i volti stupefatti della folla. La mia mano tremava mentre abbassavo il microfono in modo che fosse puntato sulle mie labbra.
Non è troppo tardi. Puoi ancora trasformarti. No, lo farai, Ayla.
Cercai di forzare le parole, ma si rifiutavano di uscire dalla mia bocca. La mia adrenalina stava salendo, stringendo la mia gola e ogni muscolo del mio corpo.
Anche tu sei un Alfa, Ayla. Inizia a comportarti come tale.
Chiusi gli occhi, allontanando dalla mia mente il mare di persone e smuovendo i miei nervi. La mia gola si rilassò e le parole uscirono prima che avessi la possibilità di pensare.
"Starò con il mio compagno, ma solo come sua pari, non come suo premio. Chiedo ancora la vostra benedizione, ma non mi trasformerò".
Ci fu un momento di silenzio mentre le mie parole si diffondevano, ma presto le urla di rabbia riempirono il tumulto crescente. Feci un passo indietro sul podio, incerta su cosa fare ora che avevo fatto la mia protesta. Le urla aumentarono, i volti degli spettatori assunsero un'espressione maligna. iniziai a sentirmi spaventata, minacciata.
Avevo appena compiuto un enorme errore?

- CHE NE PENSATE DEL COMPORTAMENTO DI AYLA? SECONDO VOI HA RAGIONE?

La Vergine Del BrancoWhere stories live. Discover now