Killer

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<< Ragazzi lei è Zoe Evans >>

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<< Ragazzi lei è Zoe Evans >>. Mi guardarono tutti spalando gli occhi e bisbigliando << non c'entra niente con Derek Evans.. beh non proprio niente, ma..>> precisò Alfred sussurrando le ultime parole che solo io riuscii a sentire. Di che parlava? Io questo Derek Evans neanche lo conoscevo, come poteva avere qualcosa in comune con me? Lì Tutti si placarono e mi sorrisero. Ma chi cazzo era Derek Evans? << Eppure si assomigliano >> disse un ragazzo dallo sguardo duro << scommetto che hanno anche lo stesso carattere di merda. >> Lo guardai truce e nonostante avessi cercato di trattenere la rabbia, lo scaraventai via dalla sedia con la sola forza del pensiero ed egli cadde pesantemente sopra ad un altro tavolo. Si rialzò subito con un'espressione sorpresa e senza che me ne rendessi conto ero volata via anch'io dalla mia sedia. Sbattei forte la testa, ma mi rialzai e ci scambiammo sguardi pieni d'odio. I suoi capelli grigi diventarono rosso fuoco e i suoi occhi si fecero neri come la pece. Nei suoi palmi c'era una sfera rossa e temevo che me la avrebbe scagliata, così senza esitare gli scagliai la mia sfera nera, senza pensare alle conseguenze, come sempre d'altronde. Ero sicura che sarebbe rimasto paralizzato a terra come gli altri, invece si rialzò e mi scagliò la sua sfera rossa. Sentii un dolore immane al cuore, come se tutti i miei organi si fossero ghiacciati dall'interno. Non sapevo se sarei riuscita a rialzarmi, ma tentai comunque e sorprendentemente ci riuscii, mi riaggiustai il cappello e senza preavviso vidi che mi aveva mandato un'altra delle sue sfere rosse. In un attimo con le mani bloccai l'energia che mi aveva mandato. Rimasero tutti con il fiato sospeso e gli rimandai ciò che mi aveva scagliato. Lui colto alla sprovvista si andò a schiantare contro il muro e rimase accasciato. Mi fissavano tutti sbalorditi e io mi sentivo davvero figa, finché non arrivò Mr. Ward infuriato. Speravo che sarebbe passato più tempo prima di vederlo in quella modalità, ma ero stata ingenua a pensarlo. La mia imprevedibilità era..imprevedibile. Mentre mi trascinava nel suo ufficio incontrai lo sguardo di un ragazzo che mi sorrideva a mezza bocca, era lo stesso che il giorno prima avevo incontrato nel corridoio..

<< Ti rendi conto? >> Mi domandò Mr. Ward con espressione truce. << Si, sono stata mitica >> risposi soddisfatta. L'uomo sbuffò sbattendo la mano sul tavolo, << visto che sei appena arrivata non ti metterò in punizione, ma ti tengo d'occhio >> disse severo. << Guardi che ha iniziato lui! Mi ha offesa senza un valido motivo e mi ha dato sui nervi >> mi giustificai incrociando le braccia. << Hector è ancora svenuto, non era mai successo..>> sussurrò Mr. Ward fra sé e sé. << Ah, allora è così che si chiama quel coglione, in effetti il nome Hector sa proprio di malvagio..>> dissi. << Sei pregata di lasciare l'ufficio Zoe >> disse Mr. Ward guardando altrove. Così uscii e andai verso la mia stanza spoglia. Quando entrai però fui felice di scoprire che non era affatto spoglia, perché avevano sistemato tutti i mobili che avevo scelto, anche se in ordine sparso. Impiegai un'oretta a scegliere la sistemazione e a spostarli, quando ebbi finalmente finito, non feci in tempo a buttarmi sul mio nuovo letto che qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire controvoglia, << Alfred >> lo salutai rientrando nella stanza e sedendomi sul letto. Lui si chiuse la porta alle spalle e si sedette vicino a me. Sembrava alquanto serio. << Qual è stata la cosa decisiva che hai fatto per farti mandare qui? >> Mi chiese inespressivo. Non mi piaceva quando mi facevano delle domande così dirette, perché sembrava che più che una curiosità fosse un interrogatorio. E io odiavo sentirmi inquisita. << Perché è così importante per te saperlo? >> Gli chiesi aspramente. Lui aprì la bocca come per parlare, ma la richiuse subito. Sembrava sorpreso. Pensava forse che gli avrei subito detto quello che voleva sapere? Ah no, se lo poteva scordare. << Perché è importante Zoe, deve esserci fiducia tra noi, sennò..non so se potremo essere amici..>> disse tristemente. Mi sapeva tanto di ricatto. Beh per quanto mi riguardava gli amici non si ricattavano. << Bene, ciao allora.>> Risposi alzandomi. Gli aprii la porta e lo feci uscire. Aveva gli occhi spalancati e sembrava sconvolto dalla mia reazione. Perché io ero imprevedibile.. un mistero. Ero anche una cretina, dato che avevo appena scaricato l'unico amico che avevo in quell'incubo di scuola.

L'Ultima Dominatrice || The Eversor Trilogy (IN REVISIONE)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon