The Praticant

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La mia testa era davvero in procinto di scoppiare

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La mia testa era davvero in procinto di scoppiare. Stava per esplodere a causa di tutte quelle domande che attendevano una cazzo di risposta. Era un'agonia, ma Derek sembrava intenzionato a non volermi dire una sola parola e a volte mi era passata per la mente l'idea di rapirlo ed estorcergli informazioni con la forza. Ma Alfred, dopo aver scoperto i miei diabolici piani, mi aveva fatto ragionare. Stavo anche imparando a controllare la rabbia e l'impulsività. Zoe pensa, pensa a quello che stai per fare. Un bel respiro eh.. ed è fin qui che ero arrivata, poi l'impulsività aveva nuovamente preso il sopravvento. È che pensare è troppo difficile, è stancante! << Mi puoi almeno dire perché quel pezzo di.. – Alfred mi fulminò con lo sguardo, sapendo che stavo per sparare un'altra delle mie parolacce e lui non riusciva a sopportarlo. Così mi corressi - stupidino di Hector ce l'ha tanto con Derek? >> Domandai. Così Alfred iniziò a raccontare: << okay, okay, Hector inizialmente non vedeva di buon occhio Derek. Hector aveva una ragazza brasiliana bellissima, Joana Carvalho. Dio, era uno schianto ed era ovviamente la migliore amica di Dafne, parlavano la stessa lingua. Infatti una volta Dafne e Joana stavano.. - gli lanciai un'occhiata scettica - ma te lo racconterò un'altra volta.. ehm dunque tornando al discorso di Derek, in breve: Hector beccò Joana a letto con Derek e lui si imbestialì, ma tanto, così ci fu uno scontro e ovviamente Derek ebbe la meglio. Dafne, essendo molto amica di Hector, si sentì tradita dal comportamento di Joana e non la volle più sentire, così Joana se ne andò, fine. >> Avevo ancora gli occhi sgranati, anche solo immaginare Derek a letto con una ragazza stupenda, super perfetta, mi faceva salire una gelosia pazzesca. Sentivo come se.. come se fosse mio, e basta. Mi ripresi e scacciai quei pensieri da maniaca possessiva. Come avrebbe potuto Derek interessarsi mai a me se la sua ex era la sosia di Megan Fox, ovvero la perfezione assoluta? Io ero solo una biondina scialba con lunghi abiti neri da funerale. << Datemi una sigaretta >> dissi depressa andando verso il cortile con aria sconfitta. Mi sedetti e mi passai le mani nei capelli cercando di scacciare i demoni che si intrufolavano e si divertivano nella confusione della mia testa. << Tutto bene Zoe? >> Mi domandò Alfred sedendosi vicino a me. << No, non va bene per niente. Cosa devo fare? >> Nonostante la mia fosse una domanda, sapevo che nessuno vi avrebbe mai dato una risposta e questo mi frustrava. << Zoe Evans? >> Domandò una voce cavernosa, che arrivava come l'eco di un pensiero. Alzai il capo, era un uomo alto che indossava una lunga tunica nera e un cappuccio da spietato mietitore. << Ciao >> borbottai alzandomi << dove si va? >> Egli continuava a fissarmi inespressivo e continuavo a non capire cosa stesse succedendo. Poi tutto d'un tratto l'uomo incappucciato sfoderò una spada chilometrica e con un rapido movimento del polso cercò di tagliarmi la testa di netto. Agilmente evitai la lama con un movimento fulmineo. Mi rotolai a terra afferrando Alfred per la mano e trascinandolo via di peso. Era rimasto imbambolato e terrorizzato, in piedi, pietrificato come una statua ad aspettare la morte. Correvo a più non posso tirandomi dietro il pesante corpo di Alfred che sembrava non voler usare quei fantastici e utili arti che noi tutti conosciamo come gambe. << Cazzo Alfred muovi quel culo se non vuoi che lo servano a mensa a posto del prosciutto! >> Urlai, sembrò svegliarsi un po', probabilmente dopo aver immaginato il suo fondoschiena tagliato a fettine. Sentivo il respiro dell'incappucciato farsi sempre più vicino. Correva, ma sentivo a malapena lo strusciare della sua veste nera. Perché nessuno ci aiutava? Eravamo ormai arrivati alla fine del cortile e le spesse mura di Adfectus House si ergevano maestose dinnanzi a noi. Mi voltai con il cuore in gola. Eravamo in trappola. L'assassino era ormai a pochi passi da noi, da me. E io a pochi passi dalla morte. Egli levò la spada pronto a colpire, chiusi gli occhi aspettando il mio destino. Speravo solo che fosse veloce. << ZOE! Che cazzo fai, muoviti e vieni ad aiutarmi! >> Esclamò Derek che si era appena materializzato come mio salvatore. Con il respiro mozzo pensai all'incantesimo di magia nera più potente che avessi imparato e mi venne in mente solo l'Osculum Mortis, o meglio, il bacio della morte, ma non lo avevo mai tentato prima d'allora. Ora che avevo bisogno della mia amata impulsività, dov'era finita? Derek, agile con la lotta, schivava i colpi dello spietato mietitore, ma sapevo che non avrebbe resistito ancora a lungo. Non c'è tempo per riflettere. Alfred era rannicchiato in un angolo, terrorizzato. Raccolsi tutta la mia forza, aggrappandomi alla vita, la vita che la morte non mi avrebbe portato via quel giorno. Sentii come se mi stessero marchiando il petto col fuoco quando una sfera piena di morte nera si formò pian piano tra mie mani. Con il capo rivolto all'indietro, compivo uno sforzo immane per rendere quella sfera mortale come desideravo. Scorsi una ciocca dei miei capelli, erano bianchi come il limbo. Avevo paura. Anche le mie mani e il resto del mio corpo perdevano spessore e pian piano diventavano invisibili. Accadeva quando avevo paura e mi era successo solo una volta prima di quella. Vedere Derek scaraventato a terra con un lungo taglio verticale sulla guancia mi fece riprendere il controllo e, con tutta la rabbia e la potenza che avevo in corpo, scagliai quella sfera verso l'uomo che, nonostante avesse cercato di schivarla, venne colpito. Evitare la sfera, evitare la morte. Ma egli si rialzò e un fremito di terrore mi pervase scorrendomi nelle vene. << Zoe >> chiamò Derek che cercava di rialzarsi, mi avvicinai a lui, << ricreala, stavolta funzionerà, ti aiuterò anche io >> disse riferendosi all'Osculum Mortis. Ripresi fiato e concentrazione cercando di non pensare all'uomo che mi voleva morta e che stava riacquistando le energie alle mie spalle. Ricreai la sfera e sentii che stavo per svenire, Derek mi sorrise malinconico, posizionò le sue mani sulla sfera e chiudendo gli occhi la potenziò. << Scagliala tu >> mi incitò lui con fiducia. << Insieme >> ribattei cercando di non perdere la concentrazione, ma non era facile sdraiata al fianco di Derek Evans.. Insieme ci alzammo, pronti ad affrontarlo. Con un ultimo potenziamento facemmo per colpirlo quando l'incappucciato mi lanciò un pugnale dritto nel braccio che iniziò a sanguinare copiosamente provocandomi una fitta di intenso dolore. Lanciai un urlo e sperai che Mr. Ward o qualcun altro ci sentisse, ma in quel remoto angolo del cortile più immenso mai visto, non c'era proprio nessuno. Con un urlo di frustrazione incitai entrambi a lanciare la sfera e lo colpimmo. L'uomo cadde a terra preso dalle convulsioni. Era in un bagno di sangue come se si fosse dissanguato completamente. Ci avvicinammo a lui sperando che fosse finalmente finita, gli togliemmo il cappuccio dalla testa e scorgemmo un teschio ricoperto da un sottile strato di pelle e nervi, un volto scarno e macabro che metteva i brividi. I suoi occhi rossi furono visibili solo un attimo prima che quel liquido rosso vivo che si faceva largo fuori dalla sua bocca iniziasse ad uscire anche dalle sue cavità oculari inondando anche i suoi occhi. Sembrava morto, ma poi parlò pronunciando le sue ultime parole: << Daemonium animam meam accipit! >> La sua testa ricadde all'indietro e fummo certi che fosse morto. << Sono due! >> Esclamò qualcuno, alzai lo sguardo e vidi una lama affilata volare veloce verso di noi, verso di me. Un pugnale, che si conficcò dritto nella bocca del mio stomaco. << Prendila! Torneremo per lui, dobbiamo portarla a Mug Mahvan prima che si dissangui completamente! >> Urlò ad un altro uomo incappucciato di fianco a lui. Fu come quando ti addormenti e il mondo terreno ti consegna al mondo ultraterreno dei sogni, ma quella volta sarebbe stato diverso perché non sarei tornata. Sarei andata in un posto ben peggiore, perché per gli assassini c'è solo un posto. L'inferno. E così mi abbandonai a me stessa e quando la lama mi trafisse fu come se il mio corpo fosse fatto di burro e quasi non sentii dolore. Sentivo il dolce e caldo sangue sgorgare come un fiume in piena e inzupparmi i vestiti, la vita mi stava abbandonando insieme al mio potere e alle mie energie. << No! Zoe! NOOO!! >> Esclamò Derek prendendomi tra le sue braccia possenti. Abbandonai il capo sul suo petto. E sentii un dolore immenso nel suo cuore. Un sentimento profondo. << No >> continuava a sussurrare. I due incappucciati si avvicinavano. << State lontani da lei! >> Urlò di nuovo e poi sentii di nuovo quella bellissima sensazione di potere, ma non tra le mie mani, bensì nell'aria, sentivo la forza, il buon odore di quel potere così familiare, il potere di Derek che aveva scagliato una sfera di potere contro di loro. Così Derek si alzò adagiandomi a terra delicatamente, come se fossi un cristallo prezioso. Lo vidi, Derek, alto e bellissimo che combatteva contro i miei assassini, nonostante stessi morendo, sembrava quasi un bel sogno. Derek era più bravo di me, aveva più esperienza. Il mio salvatore formò la sfera di magia oscura più grande e spaventosa che io avessi mai visto fare da lui e con tutta la sua energia la scaglio contro uno degli scheletri scagliandolo a terra. << Agkrinon! >> Urlò l'altro che era caduto a pochi metri da me e cominciava a bisbigliare in una lingua sconosciuta. Ma poi disse qualcosa di comprensibile. << Accetta il mio corpo Dab Ntxwg Nyoog e accoglimi negli inferi, sarò il tuo servitore! Che l'Eversor sia maledetto e punito per i suoi peccati! >> Del suo corpo non ne rimasero che ossa e sul suo teschio apparve un simbolo satanico, la condanna per la sua anima. L'altro scheletro scomparve in una nuvola di fumo e, senza più alcuna energia, chiusi gli occhi definitivamente non sapendo se li avrei mai riaperti.

L'Ultima Dominatrice || The Eversor Trilogy (IN REVISIONE)जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें