The Mirror Of The Soul

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Ghiaccio, sempre più ghiaccio attorno al mio cuore ormai gelido come l'Alaska e arido come l'Arizona. Avevo appena ucciso una persona innocente, di nuovo. E perché lo avevo fatto poi? Per sapere dove fosse Derek, per venire a conoscenza di quell'informazione avrei potuto fare moltissime cose, ma io avevo scelto l'omicidio, come al solito. Sul volto di Alfred era tinta un'espressione del tutto nuova per me. Uno sguardo che prima d'allora non mi aveva mai rivolto. Colmo di disappunto, disgusto, paura, delusione.. scuoteva il capo impercettibilmente. << Alfred.. >> sussurrai andandogli incontro, ma lui con il respiro accelerato dalla paura retrocedeva. Era spaventato da me. Mi venne da piangere, ma neanche una lacrima uscì dai miei occhi colpevoli. Mi ritrovai ad essere spaventata, non dai Cacciatori, né dai Praticanti, bensì da me stessa. Dalla Dominatrice che stavo diventando. Vidi Alfred voltarmi le spalle ed incamminarsi a grandi falcate verso il lungo corridoio. Volli urlare, dirgli di aspettare, che gli avrei spiegato tutto. Ma dalla mia bocca non uscì neanche un sussurro. Non c'era niente da spiegare. Entrambi sapevamo che cosa ero e soprattutto che cosa ero diventata e c'era poco da fare al riguardo. Mi incamminai nuovamente, da sola, verso le segrete. È lì che si trovava l'unico in grado di capirmi, il ragazzo che amavo. Mio fratello. Man mano che procedevo i corridoi si facevano sempre più bui e mi restava difficile vedere bene dove stavo andando, fino a che non andai a sbattere contro una pesante porta in metallo. Si aprì con un boato, mi ci volle tutta la forza che avevo in corpo per aprire una fessura abbastanza grande da farmi passare. Lasciai il mio cappello all'entrata dato che non volevo perderlo. Mi avventurai nelle segrete chiudendo la porta dietro di me. Il luogo era estremamente buio, quasi completamente se non fosse stato per un paio di lampadine sparse per il corridoio. La maggior parte di esse, però era fulminata. Nell'aria aleggiava un fastidioso odore di muffa, polvere.. e sangue. Mi salì il cuore in gola. E se gli fosse successo qualcosa di grave? Mi rasserenai quando ricordai che era immortale, proprio come me. E tra l'altro I Cacciatori non avevano ancora trovato le armi leggendarie, altrimenti mi avrebbero già fatta fuori. Dopo circa un minuto mi ritrovai davanti ad una lunga scaletta in ferro arrugginito. Non riuscivo a vederne la fine e questo mi dava uno strano senso di inquietudine. La scaletta cigolava sotto i miei piedi incerti mentre scendevo con il respiro affannato. Finalmente arrivai e mi sembrò di respirare di nuovo dopo tanto tempo. Ora non c'erano più lampadine a fare luce. Arrancai nel buio per un po', con le gambe tremanti di paura. Mi costrinsi a calmarmi quando sentii una sensazione di estremo calore alla bocca dello stomaco, poi però si trasformò in un dolore sordo. Volai dall'altro lato del corridoio sbattendo forte la schiena contro il pavimento. Durante la caduta, la gamba era atterrata in una posizione sbagliata. Gridai di dolore quando sentii il crac. Mi rialzai sentendo i sudore colarmi tiepido sulle tempie. In piedi sulle gambe malferme zoppicai in avanti cercando di concentrarmi sull'udito, dato che non avevo accesso alla vista. Sentii dei passi sommessi alla mia destra e non esitai a lanciare il primo incantesimo che mi era balenato in testa. Seppi che era andato a segno quando sentii la vittima gemere di dolore e cadere a terra con un tonfo. Iniziai a camminare il più velocemente possibile ignorando il dolore alla gamba che si faceva sempre più acuto. Sentii i passi veloci del Cacciatore alle mie spalle. Egli era troppo veloce, mi scaraventò a terra bloccandomi con il suo corpo. Mi girò e mi tappò la bocca con la mano. I suoi occhi brillavano nel buio e potevo percepire il battere accelerato del mio cuore sotto il peso del suo corpo. Un odore familiare mi invase le narici quando l'uomo mi alitò addosso. Odore di casa. In un gesto fulmineo e inaspettato gli tolsi la mano da sopra la mia bocca e gli stampai un bacio, per fortuna non confusi le labbra con il naso. << Zoe? >> Sussurrò lui visibilmente confuso. << Ehi >> ridacchiai ancora incollata al pavimento. Derek mi lasciò andare, si alzò in piedi e mi tese una mano. La afferrai e mi tirò su con estrema facilità. << Andiamocene da qui >> dissi cercando la sua mano nel buio. Inizialmente gli presi la gamba e fu imbarazzante, per fortuna non poteva vedermi arrossire nel buio. La mia gamba era guarita subito grazie ai poteri del Dominatore. Gli strinsi la mano e lo trascinai su per il corridoio dal quale ero venuta. << Aspetta >> disse lui fermandosi di colpo. << Cosa c'è? >> Domandai nella fretta di andare via da quel posto inquietante. << Come facevi a sapere che ero io? >> Mi domandò con il respiro affannato per la corsa. Non sapevo cosa rispondere inizialmente, ma poi sorrisi, anche se lui non poteva vedermi, e sussurrai: << io lo saprò sempre. >>

L'Ultima Dominatrice || The Eversor Trilogy (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora