Inside

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<< Estan entrando >> disse Dafne con il volto illuminato dalla luce della torcia. Una goccia di sudore le colava sulla tempia e il suo volto sembrava una maschera di cera. Scossi Derek, che si svegliò di soprassalto guardandomi allarmato. Poi notò la presenza di Dafne e lei ripetè la frase appena detta, ci alzammo nel panico e andammo a svegliare gli altri, perché Dafne era venuta per prima da Derek? Mi salì un moto di gelosia, insomma non poteva svegliare prima gli altri? Repressi la rabbia cercando di nascondere la radice dei capelli, che diventava rossiccia, riavviandomi i capelli. Notai che i rumori erano fortissimi e quando fummo tutti svegli ci precipitammo alla porta per controllare. Era vero, la barriera di protezione stava cedendo a vista d'occhio, mostrava numerose crepe. I Praticanti erano troppi, io e Derek non ce l'avremmo fatta questa volta. << Manca poco più di mezz'ora all'alba, forse possiamo resistere fino ad allora.. >> disse Ian con il terrore dipinto in volto. Derek si mostrò d'accordo e iniziammo a camminare velocemente verso la taverna della scuola. L'angolo più buio e profondo di Adfectus House..dove c'erano i malati infettivi, dove tenevano i Python in quarantena. Udimmo un boato assordante e un pesante strusciare di mantelli e capimmo che la difesa era appena stata abbattuta. Il passo veloce si trasformò in una corsa sfrenata contro il tempo. C'era solo un problema, se i Praticanti ci avessero seguiti all'interno della taverna e fosse sorto il sole, non ci sarebbe stato modo di salvarci comunque, dovevo fare qualcosa per rallentarli. Mi fermai di colpo, afferrai la mano di Derek e lo tirai verso me. Senza dire una parola, lui annuì facendomi intendere di aver capito tutto, come se comunicassimo telepaticamente. Io e Derek eravamo una cosa sola. Io e Derek formavamo, completavamo ed eravamo Il Dominatore. Un gruppo di Praticanti svoltò l'angolo e ci vide. Io e mio fratello ci prendemmo per mano e chiudemmo gli occhi concentrandoci sulla barriera che avrebbe dovuto temporaneamente impedire loro di passare. Da lì filtrava il sole, ed essi intenti a cercare di distruggere la barriera sarebbero morti. Pian piano sentimmo un campo di energia sprigionarsi direttamente dai nostri corpi, giusto in tempo per parare l'attacco di un Praticante che vi rimbalzò sopra. Non aspettammo di vedere se la barriera funzionasse, ci mettemmo subito a correre ancora mano nella mano mentre I Praticanti continuavano a scagliare incantesimi sulla nostra barriera. Non sapevamo se avrebbe retto, ma speravamo che almeno per mezz'ora potesse schermarci. Derek sembrava conoscere alla perfezione la strada per arrivare nelle profondità dell'edificio, si muoveva sicuro e veloce senza doversi fermare a pensare. Mi mancava il respiro e sapevo che non avrei retto ancora per molto, ma non potevo sembrare debole agli occhi di Derek, così continuai a correre a più non posso nonostante il cuore mi stesse per scoppiare e le guance fossero purpuree. Di colpo Derek si fermò e poggiò le mani sul muro, lo fece tremare e poi lo distrusse, era una scorciatoia. Era buio pesto e la strada era illuminata solo dalla minitorcia appesa alla cintura di Derek. Brancolavo nell'oscurità e per poco non mi ritrovai con la faccia contro il muro. Derek si fermò di fronte ad una porticina in legno e con un calcio laterale la sfondò. Un odore nauseabondo ci inondò le narici, non riuscii a trattenermi e vomitai sulla lunga e stretta scalinata in marmo. << Zoe! Cristo santo! >> Esclamò Derek prendendomi per le spalle e scuotendomi. Mi trascinò giù per le scale illuminando la strada con la mini torcia, avendo curo di non farmi calpestare il mio stesso vomito. << Non ce la faccio, questo odore è troppo rivoltante >> mi lamentai reprimendo un secondo conato. << Zoe, gli altri non sono qui, non sono arrivati.. >> disse con il volto contratto in un espressione di grende preoccupazione. Dov'erano finiti? << Okay, tu resta qua, io vado a cercarli >> decise Derek tornando indietro, ma il solo pensiero di rimanere da sola lì mi dava i brividi. << Tu non vali nulla senza di me, fratellino! >> Esclamai sfrecciando a tutta velocità verso il corridoio buio. Derek, rassegnato, mi seguì e con la torcia puntata in avanti, correva al mio fianco. Ma la mini torcia riusciva ad illuminare soltanto pochi passi davanti a noi, perciò non sapevamo cosa ci fosse più in giù e questo era inquietante. I nostri cuori battevano in sincrono assieme al rimbombo dei nostri passi, riuscivo a sentirli. L'agitazione continuava a crescere e mi chiedevo se fossero ancora vivi, se la nostra barriera avesse retto.. di colpo qualcuno mi piombò addosso e ruzzolammo a terra. Cercai di individuare chi fosse nella luce fioca prodotta dalla torcia. Dafne aveva gli occhi sgranati e mi guardava terrorizzata. << Dafne, cosa è successo? >> Le domandai preoccupata, lei cercò di rialzarsi e quando Derek la aiutò mi salì la rabbia ma, cercai di concentrarmi sul problema. << Trappole, per tutta Adfectus House >> balbettò con voce strozzata. Io e Derek ci guardammo allarmati, poi Dafne ci indicò la direzione, ricominciammo a correre e arrivammo giusto in tempo per vedere Alfred, che urlando disperato cadeva dentro ad un buco nel pavimento da un sacco gigante appeso al soffitto. << C..c'era un filo, l..lo han calpestado e..e il saco ellos empregionados e.. uno por uno, tirado en el.. b..buco! >> Esclamò Dafne balbettando nel suo spagnolo inglesizzato, sembrava sconvolta. Io e Derek ci guardammo con intesa e lo vidi trattenere il respiro prima di gettata nel buco. Dafne urlò portandosi le mani davanti alla bocca << que esta haciendo!! O por dios, los santos y la virgen! >> Esclamò in preda a panico. Incurante chiusi gli occhi e seguii Derek all'interno del foro.

Lo spostamento d'aria provocato dalla caduta libera mi sferzava i capelli, lanciai un urlo quando mi resi conto che non atterravo, ma continuavo a cadere. Alla fine atterrai su qualcosa di duro, ma incredibilmente non mi feci male. Era buio e non vedevo nulla, così tastai ciò che era sotto di me, qualcosa di morbido ricoperto da tessuto tipo cotone, un collo, un mento e delle labbra. Del viscido liquido mi sporcò la mano quando inavvertitamente la infilai nell'incavo oculare cui mancava il bulbo. Lanciai un urlo assordante e una lucina si accese. Ero caduta su un tappeto spesso quasi un metro di cadaveri squarciati e mangiati. Il mio cuore minacciò di uscirmi dal petto quando vidi un altro di quegli esseri terrificanti mangiare le budella di un corpo in decomposizione a pochi metri da me. Il necrofago mi guardò e corse nella mia direzione per farmi a pezzi. Continuai ad urlare come una bambina non sapendo cosa fare. L'uomo balzò in aria per saltarmi addosso ma, in quel momento, sentii qualcosa di duro colpirmi in testa. Era il cranio grondante di sangue del necrofago, il suo corpo era caduto di fianco a me. Qualcuno mi aveva salvata. Vomitai quel che rimaneva dei miei succhi gastrici su un cadavere e poi afferrai la mano che mi era stata porta. Era Ian. << Zoe, da questa parte! >> Esclamò lui trascinandomi verso un lato buio. Dove ci trovavamo? E gli altri dov'erano? Derek dov'era!? Facevo fatica a correre sul pavimento di cadaveri, mi dava i brividi camminare sui loro corpi, ma dovetti farlo, altrimenti sarei stata anche io una di loro. Beh no, ero immortale.. ma ero sicura che i Praticanti mi avrebbero fatto di peggio. Svoltammo a destra e ci ritrovammo davanti ad una schiera di necrofagi, così Ian girò nuovamente a sinistra ed entrammo in un altro corridoio stretto, Derek stava salendo una scala di ferro arrugginito cigolante a qualche metro da noi. Quando mi vide sembrò tornare a respirare come se avesse trattenuto il fiato dal momento in cui era saltato giù nel buco. << Gli altri dove sono? >> Domandai guardandomi intorno. << Sono già saliti, forza muoviti, stanno arrivando! >> Urlò Ian facendomi salire sulla scala tremolante. La schiera di necrofagi ci era alle spalle, un ansia immane mi tormentava il cuore rendendolo più pesante che mai. Finalmente arrivai in cima e vidi tutto il gruppo che ci aspettava ansioso. Porsi la mano a Ian che stava salendo. Ma qualcosa lo tirò giù. Uno di loro gli aveva afferrato la caviglia e stava cercando di trascinarlo giù. Ian urlava dimenandosi e io lo incitavo ad afferrarmi la mano. Così Ian poggiò la mano sudaticcia sulla mia e, nonostante continuasse a scivolare, riuscii a tirarlo su dopo che ebbe respinto i necrofago con un calcio e ricominciammo a correre senza meta. Non avevo idea di dove ci trovassimo, ma poi Derek sembrò sapere esattamente da che parte andare. Alle nostre spalle c'erano una ventina di necrofagi che ci correvano dietro come delle bestie affamate. Svoltavamo prima a destra e poi a sinistra seguendo Derek che sembrava sapere tutte le strade a memoria. Avevo il fiato corto, ma non potevo fermarmi, continuavo a sentire quel sapore metallico in bocca che sembrava sangue. Di colpo Derek si fermò e seppi dove ci trovavamo. Eravamo esattamente nel punto in cui avevamo creato la barriera protettiva ma questa, assieme a tutti i Praticanti, era sparita. Mi salì il cuore in gola e lottai per rimandarlo giù, ma non c'era verso, continuavo ad avere un fastidiosissimo groppo in gola e ogni piccola parte del mio corpo tremava convulsivamente. Dafne mi afferrò la mano, anche la sua era sudata e tremante, e la strinse così forte da farmela sbiancare, ma anche io strinsi la sua. Tornammo indietro per poter svoltare nel corridoio che portava alla taverna, ma la schiera di necrofagi ce lo impediva. Così ci voltammo, ma dietro di noi erano apparsi una ventina di Praticanti. Crescevano di numero moltiplicandosi a vista d'occhio. Eravamo in trappola e, questa volta temevo che non l'avremmo scampata.

L'Ultima Dominatrice || The Eversor Trilogy (IN REVISIONE)Место, где живут истории. Откройте их для себя