4 - Malessere per scappare dalla racchia

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- Ma perché devo fare io la fatica di venire a trovarti, scusa? Vieni tu.

Dazai in tutto risposta scoppiò a ridere, Chuuya non poté non cogliere una sorta di provocazione nella sua risata.

- Non vorrai far scomodare un duca, signor marchese.

- Sei solo un ragazzino viziato. Vuoi qualcosa, impara a guadagnartelo.

Biascicò Chuuya lanciandogli un'occhiataccia, poi il suo sguardo tornò a concentrarsi sulla sala ghermita di nobili. Quanto avrebbe desiderato essere da un'altra parte. Dazai accanto a lui, guardava la stessa folla di ricconi e ad un certo punto con un verso di sconforto storse il naso.

- Hai visto qualcuno che non ti piace?

- Una di quelle con cui i miei vorrebbero mi sposassi. Una vera vipera.

- Uh... Strano, non vede nessun serpente.

Dazai lo squadrò sdegnoso:

- Non faceva ridere.

- Invece sì, qual è la tanto fortunata ragazza?

Pose la domanda con sarcasmo, ma dentro di sé pensava seriamente che chiunque avesse sposato quel riccone di un duca avrebbe avuto una bella vita, tanti privilegi e uno schianto da vantare come marito.

- Vedi quella ragazza laggiù? Capelli biondi, vestito violetto e fiori rossi tra i capelli?

Dazai appoggiò la spalla a quella del marchese per indicare meglio una fanciulla al centro del salone. Chuuya annuì.

- Beh, è alquanto carina e sembra avere stile.

- É una racchia bastarda, una sanguisuga e una palla al piede.

- Oh my, my. Che termini usate mio nobilissimo duca.

Lo prese in giro Chuuya tirandogli una spallata, Dazai ricambio il gesto con una smorfia.

- Se la conoscessi, diresti le stesse cose. Se non peggio.

- Probabile. Il mio vocabolario di imprecazioni è molto ricco: so insultare in sette lingue differenti, duca.

- Credo mi toccherà farti arrabbiare, per imparare nuovi, interessanti e proibiti vocaboli.

- Non serve spingersi a tanto... Basta chiedere. Non dico mai no all'insultare la gente.

- Conosci sette lingue?

Chuuya scosse la testa con un sorriso, era troppo pigro per apprendere così tanto.

- Conosco solo gli insulti, di lingue ne parlo a malapena tre.

- Io quattro, ma purtroppo non conosco gli insulti di nessuna, sono cose che i precettori non ti insegnano. Tu dove hai imparato tutto ciò, marchese?

- Durante i miei numerosi viaggi.

- Hai viaggiato molto, immagino.

- Non sai quanto. È la prima volta dopo 15 anni che progetto di fermarmi a lungo in un luogo. Mi fa uno strano effetto.

- Io ho sempre desiderato viaggiare, ma ho visto a malapena Spagna e Corsica, siamo andati là per l'estate un paio d'anni. Com'è il mondo? È davvero come i libri lo descrivono?

Chuuya alzò lo sguardo al lampadario di cristallo sul soffitto, pensieroso. Si voltò dando le spalle alla folla e appoggiando i gomiti sulla balaustra del balcone.

- Trovo difficile risponderti. Non ho idea di come i libri descrivono il mondo. Sicuramente non saranno mai accurati, però, come l'esperienza diretta. Credo che nessun quadro possa rappresentare la grandezza di un elefante vero e nessun racconto possa descrivere accuratamente le grandi praterie americane.

Abisso - SoukokuWhere stories live. Discover now