32 - Vorrei vederti affogare lentamente mentre implori pietà

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Chuuya ascoltò in silenzio Dazai che parlava in modo stanco e confuso del suo passato, dell'infanzia che non aveva mai avuto. Ogni frase faceva male come una ferita e finalmente Chuuya capì un po' di più il ragazzo che aveva davanti e non potè non ammirarlo.

Dopo tutto aveva fatto ogni cosa che poteva per onorare l'ultimo desiderio del suo amico, ce l'aveva messa tutta per non diventare il mostro che Odasaku non voleva che diventasse. Capì che Dazai usava il dolore fisico per annullare il dolore psicologico. Una soluzione da folli, ma ogni goccia di sangue versata era servita per farlo sentire umano, vivo.

Chuuya prese la mano di Dazai, un gesto che il duca faceva spesso nei suoi confronti per confortarlo e consolarlo e la strinse con dolcezza.

- Ti piaceva scrivere?

- Lo amavo. Ma ora non riesco più a farlo, la mia passione ha condannato Odasaku... Il solo pensiero di scrivere mi porta alla mente brutte memorie.

Chuuya annuì e lo guardò in silenzio per un lungo istante. Poi fece una domanda che sapeva essere un po' delicata, ma aveva bisogno di sapere. Doveva essere sicuro che Dazai non avesse provato a togliersi al vita a causa sua.

- Cos'è successo nei giorni scorsi?

- Mio padre... Ho provato a oppormi di nuovo al matrimonio, ma non è finita bene. Mi sono arrabbiato davvero tanto e mio padre non ha reagito per niente bene, come puoi immaginare.

- Ho visto i lividi.

Confermò Chuuya arrossendo. Mentre aiutava Mori a lavare via dal corpo di Dazai il sangue e lo sporco del pavimento del bagno aveva visto il petto del ragazzo ricoperto da lividi viola e ferite che soltanto stivali dalla punta di metallo potevano provocare. Aveva immaginato cosa poteva essere successo, ma voleva esserne sicuro. Mori non aveva detto nulla vedendoli, si era solo limitato a stirare le labbra in un'espressione contrariata e a scuotere la testa, e Chuuya non aveva avuto il coraggio di fare domande.

- E cos'altro hai visto, marchese?

- Non cominciare con le tue frecciatine, stavamo facendo un discorso serio.

Sbottò Chuuya arrossendo e girandosi dall'altra parte imbronciato. Con la coda dell'occhio vide Dazai sorridere e leccarsi un dito che si era sporcato di crema durante la cena.

- Sei contento ora, Chuuya-kun?

- Del fatto che sei quasi morto? No.

- No, parlavo del fatto che ti ho raccontato un po' di me. Sei contento ora? Cambia tanto la visione che hai di me ora che conosci quello che ho passato?

Chuuya restò zitto cercando di non mettersi a insultarlo pesantemente, l'ironia nella voce di Dazai lo aveva irritato parecchio. Questo stupido nobile aveva il potere di fargli perdere le staffe con poche parole. Prese un respiro profondo e rispose il più calmo possibile.

- Ho capito molte cose di te, Dazai. Prima pensavo fossi uno stupido bambino viziato, abituato a ottenere quello che voleva e che il poco male affrontato nella sua vita era solo qualche litigio con il padre. Ora so che non è così.

- Ah sì? Lieto di averti illuminato allora.

Chuuya aveva ancora la mano di Dazai tra le sue e al sentire quella frase, per evitare di tirargli un cazzotto, strinse forte le dita del duca.

- Ahiahiahi. Ma che ti prende?

- Sei uno stupido. Basta tuo padre a trattarti come uno schifo, non aggiungerti anche tu. Mi fai il favore di riconoscere che sei un genio e un uomo mediamente gentile. E sai prenderti cura degli altri anche se a volte sei un disastro e-

Dazai al sentire quella lista di complimenti strabuzzò gli occhi e poi scoppiò a ridere di gusto.

- Non pensavo di piacerti così tanto, Chuuya-kun.

Chuuya sbadigliò senza mettersi la mano davanti e Dazai sorrise dei suoi modi poco educati eppure estremamente buffi e teneri.

- Mi piaci eccome, duca. Anche se devo dire che attualmente metà delle volte ho voglia di baciarti, l'altra metà delle volte di affogarti nel gabinetto.

Dazai rise di nuovo, era incredibile come la sola presenza del marchese lo mettesse sempre di buon umore.

- Ora cosa avresti voglia di fare, marchese?

Lo prese in giro Dazai con un sorriso ambiguo e Chuuya gli lanciò un'occhiataccia.

- La seconda. Vorrei vederti affogare lentamente, mentre implori pietà. Sarebbe davvero un bello spettacolo.

Dazai gli rivolse un'occhiata offesa e sconvolta e si portò una mano al petto, ogni movimento era una fitta, si sentiva le braccia pesanti, ma cercò di non darlo a vedere.

- Così mi offendi... Avrei preferito un bacio.

- Assolutamente no. Sono ancora arrabbiato. Come puoi morire senza dirmi nulla?

Scosse la testa Chuuya con un cipiglio imbronciato per poi protendersi in avanti verso il viso di Dazai e dargli un veloce e timido bacio sotto l'orecchio. Dazai si girò a guardarlo, gli occhi accesi da una piacevole sorpresa.

- Ha davvero delle brutte occhiaie, Chuuya-kun.

- Tutta colpa tua, salvare un uomo dal suicidio e ascoltare i suoi traumi del passato è incredibilmente stancante e stressante. Averti attorno è già di suo incredibilmente stancante e stressante, ora che ci penso.

- Potresti smetterla di insultarmi.

- Sono stanco e arrabbiato ed è giusto che tu subisca le conseguenze delle tue azioni.

Il fuoco nel cammino spezzò un ceppo e un forte crock si diffuse nella stanza facendo scoppiare a ridere entrambi.
Chuuya sbadigliò di nuovo e si strofinò un'occhio con stanchezza.

- Potresti dormire un po', sono ormai passate le tre, Chuuya-kun.

- Voglio stare qui con te a controllarti. Non sia mai che decidi di porre fine alla tua vita buttandoti nel camino o impiccandoti con le tende.

Dazai indicò il divano.

- Potresti metterti lì allora, ti prometto che farò il bravo.

- Sarà meglio per te.

Biascicò Chuuya alzandosi e sdraiandosi sul morbido divano rosso ed oro. Chuuya sbadigliò di nuovo e un secondo dopo dormiva già, col respiro regolare e il volto sereno. Dazai lo osservò e si beò di quella vista, il fuoco crepitava ancora nel cammino, ora aveva la pancia piena, per essersi appena suicidato stavo bene e non era più solo.

Il marchese aveva ragione, raccontare a Chuuya di Odasaku gli aveva fatto bene. Era stato come chiudere una porta, per permettere ad un'altra di aprirsi.

Guardò il fuoco ammaliato per un secondo e poi tornò a guardare Chuuya addormentato, il suo sorriso si spense non appena vide un fiore nero sbocciare sulla guancia di Chuuya tra volute di fumo nero.

A. A.
Mi faccio perdonare dal trauma di sta mattina con questo capitolo un po' soft. Ora ho una scelta difficile da fare: ho finito di scrivere questa storia, mancano circa dieci capitoli alla fin. Preferite che la posto domani tutta d'un colpo oppure due capitoli al giorno finché non è finita?

Abisso - SoukokuWhere stories live. Discover now