31 - Flashback non molto allegri

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- Odasaku. Odasaku.

Il giovane fu distolto dalla lettura da un ragazzino di qualche anno più piccolo di lui.

- Cosa c'è, Osamu?

- Allora ti piace la mia storia? L'ho scritta bene? È emozionante?

- È davvero molto bella. Hai sbagliato a scrivere la parola orfanotrofio. Si scrive con la "o" non con la "a". Hai scritto orfanAtrofio.

Dazai prese il pennino, lo intinse nell'inchiostro e corresse l'errore sotto lo sguardo attento dall'amico.

- Bravissimo.

Odasaku gli scompigliò i capelli con un sorriso, poi continuò a leggere il racconto di Dazai con aria concentrata.

- Davvero bravo, Osamu. Scrivi come un adulto ormai.

Dazai sorrise fiero di sè.

- Ti regalo questa storia allora.

Esclamò soddisfatto il più piccolo porgendo il plico di fogli a Odasaku con un sorriso luminoso. Odasaku prese il regalo con un'espressione dolce e ripiegò attentamente il racconto prima di metterlo in tasca.

- Lo conserverò con molta cura.

*

Fuori pioveva a dirotto e nonostante la pioggia Odasaku uscì di corsa dalla grande casa, non aveva nemmeno perso tempo a coprirsi con un mantello. In breve tempo la pioggia gli inzuppò i capelli e gli appesantì gli abiti. Si infiltrò in modo fastidioso negli stivali di cuoio del ragazzo.

- Osamu. Osamu.

I suoi richiami risuonarono per il giardino sovrastando il ticchettio della pioggia, nessuno rispose.

- Osamu...

Le sue grida si fecero più insistenti man mano che il tempo passava, ad un certo punto sentì un singhiozzo. Odasaku si girò di scatto e corse nella direzione dalla quale proveniva quel lamento, il verso di un animale ferito.

Trovò Dazai rannicchiato sotto un albero vecchio e ricurvo, tra le radici. Aveva una guancia che sanguinava per la sberla ricevuta poco prima, le ginocchia sbucciate e i pantaloni bucati dalla caduta. Guardava il sangue uscire imbronciato e non faceva nulla per fermare l'emorragia.

- Osamu.

Lo richiamò piano Odasaku, il bambino si limitò a lanciargli un'occhiata gelida e carica d'odio che avrebbe tenuto lontano anche il più coraggioso tra i soldati dell'esercito. Odasaku non si fece intimidire anzi... Si sedette accanto a lui a gli tamponò il suo fazzoletto, ormai fradicio di pioggia, sulla ferita che l'anello del padre gli aveva lasciato sul viso.

- Hai pianto?

- Io non piango.

Disse con freddezza il bambino e Odasaku si protese in avanti e in maniera impacciata gli accarezzò la testa.

- E invece dovresti. È scientificamente provato che piangere aiuta a sentire meno il dolore.

- Io lo voglio sentire, il dolore. Il dolore fisico mi aiuta a non sentire l'altro.

Dazai si guardò le ginocchia sbucciate e sanguinanti, il sangue continuava a uscire copioso e si mescolava alla pioggia.

- Intendi il dolore mentale?

Abisso - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora