9 - Non si fanno i conti senza l'oste

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- Tu sei pazzo.

- Sono disperato e curioso.

- SI MA SEI ANCHE PAZZO!

Sbottò Chuuya di colpo sbattendo la tazza di té sul tavolo sotto lo sguardo allibito di Dazai. Il servizio da té cinese adagiato sul tavolo tintinnò pericolosamente a quel gesto. La proposta che Dazai aveva appena fatto era... Semplicemente assurda, fuori dal comune, priva di senso.

- Vuoi dire che non mi accompagnerai, Chuuya-Kun?

- Certo che verrò, idiota. Sei un pazzo. Ed è per questo che mi piaci.

Dazai sorrise e Chuuya ricambiò con un ghigno tornando a sedersi. Allungò una mano e sistemò le ceramiche sul tavolo. Al centro c'era uno splendido e profumato vaso di fiori appena raccolti che rendeva l'atmosfera ancora più rilassante e piacevole.

- Vuoi farlo oggi?

- Se non è un disturbo, marchese.

- Assolutamente nessun disturbo, ho bisogno di distrarmi dopo sta notte.

Sospirò Chuuya giocando con un pasticcino prima di mangiarlo.

- Sta notte? Sesso venuto male, marchese?

Dazai non ebbe mai preso un coppino così forte prima di quel momento, la fronte gli finì letteralmente nella torta al limone che stava mangiando.

- Io non faccio quelle cose...

Borbottò Chuuya rosso in viso. - Sono e resterò ancora felicemente single e... Vergine a lungo.

Dazai scoppiò a ridere mentre tentava di ripulirsi alla bell'e meglio dalla crema giallognola dall'odore acre la fronte. Non domandò nient'altro su quella notte.

- Hai tu tutto l'occorrente, marchese?

- Certo. Godiamoci la colazione, poi ci prepariamo con calma, pranziamo e quando il sole comincia a tramontare partiamo. Il mio piano d'azione è di tuo gradimento?

- Direi di sì.

La colazione proseguì in un piacevole silenzio rotto solo, di tanto in tanto, da un commento sarcastico ai danni dell'altro. Giunse una cameriera portando altro cibo e Chuuya si fece mandare Tachihara. Scambiò due parole con il maggiordomo e gli ordinò di predisporre tutto per quella sera.

Tachihara perplesso acconsentì ad eseguire l'ordine e se ne andò allo stesso tempo eccitato e preoccupato.

- Posso farti una domanda, Chuuya-Kun?

Domandò educatamente Dazai una volta che Tachihara si fu allontanato. Chuuya annuì con un sospiro.

- Tutte quelle cicatrici... Sia sul petto che sulle braccia, come te le sei fatte?

- Sei sempre così ficcanaso?

Dazai scosse la testa e giocherellò con la forchetta a disagio.

- Faccio domande solo riguardo ciò che mi importa e ciò che non riesco a comprendere.

- Cosa non riesci a comprendere del mio corpo? Non riesci a capire perché sia così brutto?

- Non ho mai detto che è brutto. Anzi.

Esclamò Dazai con un po' troppa foga, Chuuya rimase stupito. I suoi occhi non potendo sostenere lo sguardo del duca si puntarono verso l'alto, riempiendosi dei grappoli di glicini che nascondevano il cielo.

- Sembrano segni di tortura, sono troppo studiati per essere stati causati da un brutto incidente in più alcuni sono più vecchi di altri. Solo che non capisco perché mai un bambino di nobili origini venga torturato così duramente.

Abisso - SoukokuWhere stories live. Discover now