26 - Non aspettatevi che Natsuo faccia come Gesù

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Chuuya passò a prendere Dazai presto la mattina dopo.

Il duca lo stava aspettando fuori dal cancello della villa e quando lo vide arrivare alzò una mano in segno di saluto, erano entrambi vestiti di nero e dopo quel primo saluto tra loro cadde un silenzio lugubre.
Il viaggio in carrozza fu breve, quando arrivarono Dazai si avvicinò a Chuuya e gli appoggiò una mano sulla spalla.

- Come stai?

- Potrei stare meglio, ma potrei stare peggio.

Rispose Chuuya con voce spenta, provò ad abbozzare un sorriso per tranquillizzare Dazai, ma la smorfia distorta che fece ebbe l'effetto opposto. Il duca lo guardò con espressione preoccupata, poi entrambi si avviarono verso la piazza.

Una gran folla di gente si stava radunando e il solo vedere da lontano tutte quelle persone ammassate insieme fece sentire male Chuuya. Le folle gli davano ancora alla testa. Senza farsi vedere si aggrappò al braccio di Dazai.

- Oggi hai un compito, duca: non farmi svenire in mezzo alla folla.

- Un compito arduo, marchese. Ma farò del mio meglio.

Al centro della piazza, circondato da molta gente agitata, sembravano formiche attorno a una briciola di pane, era stato costruito un piccolo palco sopra elevato, sopra di esso era stata ammucchiata una catasta di legna e su un palo dritto al centro era stata legata una ragazza. Quei capelli grigi Chuuya gli avrebbe riconosciuti ovunque, si sforzò di non distogliere lo sguardo.

- Chuuya-San.

I fratelli Akutagawa, seguiti da Nikolai e altri ragazzi del circo gli corsero incontro, nessuno piangeva, tranne un bimbo che teneva stretta a sè la sua bambola rattoppata, ma avevano tutto il viso pallido e le occhiaie scure di chi aveva passato una pessima nottata.

- Ragazzi, come state?

Chiese Chuuya stringendo il bastone da passeggio guardando le persone davanti a lui una ad una.

- Male. Come faremo senza Natsuo?

Mormorò con il capo chino Gin, in quel momento arrivarono anche Tachihara che accompagnava zia Koyo e Lady Yosano.

- Eccovi qua, in mezzo a tutta questa folla non vi trovavamo.

Esclamò Yosano. Koyo invece guardò la catasta di legno con sguardo che emanava intenti omicidi.

- Non c'è nulla che possiamo fare per quella ragazza?

- Pregare che sia davvero una strega e basta.

Mormorò Chuuya freddamente. Aveva ancora una piccola speranza accesa nel petto: che Natsuo fosse veramente una strega e facesse accadere qualche sorta di miracolo prima che le fiamme la divorassero.

In quel momento salì sul palco un signore di mezza età con due baffi imbarazzanti e srotolò un foglio, accanto a lui, sorridente come se avesse appena ricevuto un bel regalo, c'era Dostoevskij. Il signore baffuto srotolò una pergamena e cominciò a recitare una tiritera che il foglio aveva scritto sopra: le accuse.

- La qui presente donna, Natsuo Kirino, nata nel nord-est della regione da genitori sconosciuti, nubile, viene condannata per stregoneria ed eresia a bruciare al rogo, nella forte e religiosa speranza che le fiamme cancellino la sua esistenza da questo mondo.

Chuuya fece un respiro profondo. Avevano recitato le stesse parole per sua madre tanti anni prima. Non ascoltò le ultime parole pronunciate dal capo della guardia cittadina, aveva le orecchie che fischiavano, la vista che si appannava e la testa che girava, Dazai se ne accorse subito e gli passò un braccio attorno alle spalle per sostenerlo.

Abisso - SoukokuWhere stories live. Discover now