capitolo 32: villa Riddle

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𝗋𝖾𝗏𝗂𝗌𝗂𝗈𝗇𝖺𝗍𝗈

Questa mattina mi sono alzata con un mal di testa pazzesco, ricordo solo poco di ieri. Ma le loro facce le ricordo benissimo, sono da incorniciare.
Mi ha svegliato Marcus con delle cuscinate perché era mezzogiorno e aveva fame... coglione. Ora sono costretta ad andare in sala grande a prendere del cibo,  perché anche io ho fame, se no non volevo venirci. Indosso dei jeans larghi, una felpa di Marcus veramente bella e con il cappuccio. Io il dopo sbronza sono peggio di Voldemort in stile resurrezione, quindi indosso degli occhiali da sole e alzo il cappuccio. 

-il dopo sbronza non ti dona sorella- dice Marcus uscendo dal bagno, mentre si tamponava i capelli. 

-coglione sbrigati che ho fame- risi e lo presi per il polso andando in sala grande

-non me lo dai un bacino- disse sarcastico ridendo -ieri è stato fantastico- aggiunse, parlando per i corridoi 

-per le loro facce o perchè bacio bene?- dissi presuntuosa, montandomi la testa 

-entrambi piccola Elle- mi affiancò lui restando al gioco 

Poi ci girammo, ci guardammo e scoppiammo a ridere entrambi.  Adoro Marcus, è un amico di cui fidarsi e complice di cazzate e sa divertirsi. Non c'è alcun muro tra di noi. Di carattere siamo  molto simili e questo ci fa legare di più. 

-vuoi seriamente stare qui e vedere ancora le loro facce?- dissi vedendolo  seduto a tavola e addenta del bacon 

-perché tu no?- mi chiese, prendendosi del caffè 

sbuffai e annuì, per poi sorriderli. Circa una diecina di minuti dopo, li vedemmo entrare nella sala e appena puntarono lo sguardo su di noi, facemmo finta di niente. Marcus mise un braccio intorno al mio collo, e con l'altra mano finì la colazione. 

-tienimi il gioco- sussurrò e io annuì, l'importante mi facesse mangiare. Il cibo era sacro a prima mattina, specialmente dopo una sbronza.  

Si sedettero a due posti di distanza da noi, dalla parte opposta. Mentre passarono non mi rivolsero nemmeno un occhiata. Che facce di merda. Perfino JJ mi hanno influenzato.

-andiamo? non voglio più stare qui- dissi rigirando la colazione nel piatto, ormai lo stomaco mi si era chiuso.  

Sentivo finalmente i loro sguardi su di me, il SUO sguardo su di me e mi faceva sentire solo usata. Non resistevo più. Lui annuì e ci dirigemmo verso la mia camera, dove restammo sul letto. Marcus per calmarmi mi lesse un libro, mentre ero coricata con la testa vicino a lui. Pian piano mi addormentai. 

2 ore dopo...

-elle... elle- sentì sussurrare ma in risposta li arrivò una mia manata -aia!- disse e io sorrisi  -svegliati cogliona!- aggiunse urlando, lanciandomi un cuscino  

-ok ok- sbadigliai -che vuoi- dissi aprendo gli occhi 

-ti è arrivata una lettera dal bollino nero e una "D" come marchio- disse alzandosi e aNdando verso la scrivania. Mi si gelò il sangue. 

mio padre 

-dammela!- dissi agitata e iniziai ad aprirla 

-chi è?- mi chiese, sedendosi vicino a me incuriosito, 

-mio padre- dissi solo alzando lo sguardo su di lui e poi sulla lettera 

" c𝖺𝗋𝖺 𝖤𝗅𝗅𝖾, 𝗁𝗈 𝖻𝗂𝗌𝗈𝗀𝗇𝗈 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗍𝗎𝖺 𝗉𝗋𝖾𝗌𝖾𝗇𝗓𝖺 𝗈𝗀𝗀𝗂 𝗉𝗈𝗆𝖾𝗋𝗂𝗀𝗀𝗂𝗈. 𝖵𝗈𝗅𝖽𝖾𝗆𝗈𝗋𝗍 𝗁𝖺 𝗋𝗂𝖼𝗁𝗂𝖾𝗌𝗍𝗈 𝗎𝗇𝖺 𝗋𝗂𝗎𝗇𝗂𝗈𝗇𝖾 𝖾 𝗌𝖺𝗋𝖺𝗇𝗇𝗈 𝗉𝗋𝖾𝗌𝖾𝗇𝗍𝗂 𝗍𝗎𝗍𝗍𝗂. P𝗋𝖾𝗌𝖾𝗇𝗍𝖺𝗍𝗂 𝗊𝗎𝖾𝗌𝗍𝖺 𝗌𝖾𝗋𝖺 𝖺𝗅𝗅𝖺 𝖵𝗂𝗅𝗅𝖺 𝖱𝗂𝖽𝖽𝗅𝖾 𝖾 𝗏𝖺𝗂 𝖼𝗈𝗇 𝗂 𝖿𝗋𝖺𝗍𝖾𝗅𝗅𝗂 𝖱𝗂𝖽𝖽𝗅𝖾, 𝗉𝖺𝗋𝗍𝗂𝗋𝖺𝗇𝗇𝗈 𝖼𝗈𝗇 𝗍𝖾. 𝖭𝗈𝗇 𝗆𝗂 𝖿𝖺𝗋 𝖿𝖺𝗋𝖾 𝖻𝗋𝗎𝗍𝗍𝖾 𝖿𝗂𝗀𝗎𝗋𝖾 𝗈 𝗌𝗎𝖻𝗂𝗋𝖺𝗂 del𝗅𝖾 𝖼𝗈𝗇𝗌𝖾𝗀𝗎𝖾𝗇𝗓𝖾.
𝖨𝗇 𝗊𝗎𝖾𝗌𝗍𝗂 𝗆𝖾𝗌𝗂 𝗍𝗂 𝗌𝖾𝗂 𝖺𝗅𝗅𝖾𝗇𝗍𝖺 𝖻𝖾𝗇𝖾.. 𝗊𝗎𝗂𝗇𝖽𝗂 𝗇𝗈𝗇 𝖽𝖾𝗅𝗎𝖽𝖾𝗋𝗆𝗂
                                                                                                                              -𝗍𝗎𝗈 𝗉𝖺𝖽𝗋𝖾"

non ci credo. Non solo devo sopportare quei coglioni, ora pure questo! Mi arrendo! Sbuffo e mi butto sul letto all'indietro. 

-ma perchè dico io,  porca puttana!- urlai sbattendo un cuscino verso la porta. 

-che dice?- mi chiese Marcus, preoccupato e li lanciai la lettera 

-Merda- disse una volta finita di leggere -che vuoi fare?- mi domandò mettendosi di lato a me 

-ci vado solo per mio padre e Voldemort... non per i coglioni di turno- dissi alzandomi e iniziando a preparare il borsone. Mentre ero intenta a prepararlo, un gufo mi lasciò una lettera alla mia finestra.

-Marcus vai tu sto vedendo che portarmi- li dissi immersa nel mio armadio 

-"Alle 18 davanti all'entrata di Hogwarts per la partenza"... firmato Riddle- disse 

-coglioni  non ne hanno per venirmelo a dire di persona, no?- dissi mettendo le cose nella borsa. osservando JJ che se ne stava tutto il tempo sul letto.

Passai le ore prima della partenza a vedere le cose da portare e parlare con Marcus. Lo vorrei portare con me.. infondo i suoi genitori sono amici di mio padre, ma mio padre mi urlerebbe solo contro. L'ora della mia morte è arrivata. Ho salutato Marcus e sto aspettando i due imbecilli davanti al cancello. Li vedo arrivare e noto il SUO sguardo verso di me, lo so che non devo parlarli e tutto.. ma quegli occhi mi rapiscono ancora come il primo giorno. 

-Perez- mi disse solo Tom, con un cenno quasi disgustato 

-Riddle- li dissi, a mia volta, come risposta 

Dopo due secondi ci smaterializzammo davanti alla villa Riddle. Un venticello freddo venne ad d'accoglierci. Il tempo era nero e senza sole. L'enorme cancello dinanzi a noi  si aprì, ed era come se ci aprissero le porte della morte stessa. Percorremmo il lungo sentiero e arrivammo davanti al portone d'entrata... cavolo hanno allergia ai colori questi. La villa era in pieno stile bianco e nero, non c'erano luci ma solo candele che illuminavano tutto. Varcammo l'enorme entrata, dopodiché andammo verso il salotto dove mio padre e Voldemort stavano bevendo un whisky e parlavano. Ci fermammo sulla soglia della porta, in attesa di essere ricevuti. 

-mio signore- disse codaliscia davanti a noi -i suoi figli e la signorina Perez sono arrivati- aggiunse inchinandosi e facendoci passare avanti, spostandosi sulla destra. 

-benvenuti figlioli- disse Voldemort verso i Riddle -che piacere rivederti Elle- disse poi avvicinandosi a me e baciandomi il dorso della mano.

Brutto vecchio senza naso, almeno lavati i denti. Che brutto. 

-anche per me mio signore- dissi facendo la "finta brava ragazza"  e inchinandomi 

-suvvia non c'è bisogno- disse -Perez l'hai cresciuta molto bene- disse girando attorno a me, rivolgendosi a mio padre.

-ne sono consapevole Voldemort- disse mio padre, facendo il finto fiero come sempre 

-bene, andate a porre i vostri bagagli di sopra. Elle i miei figli ti diranno la tua stanza e, appena vi siete rinfrescati, scendete giù nella sala riunioni- disse per poi andare nello studio con mio padre che mi porse, la sua fantastica, occhiata omicida.

Appena le porte dello studio si erano chiuse, tirai un sospiro di sollievo. Solo in quel momento mi accorsi che per tutto il tempo stavo trattenendo il fiato, infatti mi sentivo come se mi mancasse l'aria. 

-seguimi- disse Tom salendo la scalinata, mentre Mattheo uscì dalla porta, credo per andare in giardino -questa e la tua stanza- disse mostrandomi una stanza, una volta saliti al piano di sopra,  per poi andarsene 

-Tom- dissi fermandolo -almeno quando siamo qui, possiamo porre l'ascia di guerra?- li chiesi vedendolo ancora di spalle 

-ricordati Elle  che l'ascia non l'abbiamo lanciata noi, ma tu quando te ne sei andata- disse solo per poi andarsene e lasciarmi lì impalata a fissare la porta.

Aveva ragione. Ho dato io l'ascia di guerra a loro, ma loro non sapevano il perchè me ne fossi andata tutti quei mesi. Non sanno che ho dovuto sudare ogni giorno mentre loro avevano una vita "normale", non sanno i poteri che ho e c'è anche il rischio che ho il quarto... loro non sanno nulla. Sento la rabbia ribollire e un senso di colpa trapassarmi la schiena. Stavo per perdere il controllo. 

-non di nuovo- sussurrai, iniziando a respirare affannosamente 

Incominciai a ricordarmi le notti passati al lago con Mattheo, la torre di astronomia e la sera di sesso con lui e pian piano iniziai a calmarmi.
Sei fottuta Elle. 

𝑇h𝑒 𝑑𝑎𝑢𝑔h𝑡𝑒𝑟 𝑜𝑓 𝑡h𝑒 𝑑𝑒𝑣𝑖𝑙 / 𝑀𝑎𝑡𝑡h𝑒𝑜 𝑅𝑖𝑑𝑑𝑙𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora