Il diavolo veste Prada

1.9K 66 26
                                    

Taehyung adorava l'autunno. Lo adorava anche quando usciva di casa per andare al lavoro e si dimenticava l'ombrello all'ingresso ed era costretto a sollevare il cappuccio della giacca per ripararsi dalla pioggia che lo infradiciava fino alla punta dei capelli e lo costringeva ad asciugarsi alla bene e meglio nel bagno dell'ufficio sotto il getto di aria calda. Quella, era una di quelle mattine. Infossando maggiormente il viso nella sciarpa, che si era arrotolato circa cinque o sei volte intorno al collo, sfidò le intemperie per arrivare all'ingresso dell'enorme palazzo di vetro nel centro di Seoul. 

La receptionist lo salutò con un cenno del capo e un ampio sorriso. Ci aveva spudoratamente provato con lui almeno una quindicina di volte, ma, dopotutto, chi non voleva avere una possibilità con KIM FOTTUTISSIMO TAEHYUNG? Perché sì, Taehyung era bello da fare schifo. Qualunque ragazza avrebbe fatto carte false solo per poter riceve uno dei suoi sorrisi rettangolari che avrebbero fatto sciogliere anche l'iceberg che affondò il Titanic. Oltre ad essere stato dipinto con pennellate delicate da un pittore, le cui mani erano probabilmente state guidate direttamente da Dio in persona, Taehyung aveva anche uno spiccato senso dello stile che gli permetteva di essere irrimediabilmente impeccabile anche con la tuta sudata post palestra. Proprio questa sua innata capacità di far star bene insieme un poncho giallo canarino, dei pantaloni dal taglio classico e un cappello di paglia da vacanza ai Caraibi, che si era ritrovato a lavorare in una delle case di moda più importanti della Corea. Non era ancora arrivato ai piani alti, dove sognava un giorno di poter vedere realizzata una sua intera collezione, ma non si dispiaceva di ciò, il sudore che stava versando tra un caffè macchiato freddo, senza zucchero, con mezzo cucchiaino di stevia e una spruzzata di cannella per il suo capo e una riunione che era costretto a seguire da fuori le porte cercando di interpretare il labiale di coloro che partecipavano, pur di carpire anche il più piccolo dei segreti del mestiere o uno spoiler della prossima collezione primavera/estate, avrebbe prima o poi ripagato. 

Essere l'assistente di uno stilista, uno stilista non così tanto famoso a dirla tutta, era davvero una faticaccia e il suo misero stipendio mal si adattava ai suoi gusti lussuosi fatti di Gucci e Louis Vuitton, dei quali poteva permettersi a stento un fazzoletto, risparmiando ogni mese e rinunciando a tutti i caffè di cui, invece, sentiva tremendamente il bisogno per arrivare alla fine di quelle lunghe giornate che terminavano buttato sul letto ancora vestito. Qualche volta aveva la fortuna di poter arrotondare quei due spiccioli che gli davano a fine mese, con alcuni lavoretti da modello per piccoli brand che non potevano permettersi dei professionisti, ma avevano la possibilità di ingaggiare Taehyung e la sua bellezza eterea.

Tenendo in equilibrio i cinque caffè con una mano e le giacche eleganti sull'altro braccio, mentre con i denti stringeva il suo tesserino magnetico cercando di non sbavarci sopra, si accinse a preparare la sala riunioni in tempo per l'arrivo di Lee Jung-Su, il suo capo. Fece appena in tempo ad allineare l'ultima sedia che la porta a vetri venne spalancata e un uomo alto e magro come un fuscello fece il suo ingresso lanciando la borsa sul tavolo come se fosse un sacchetto della spesa e non una Chanel da chissà quanti won. Il completo elegante azzurro pastello armonizzava bene con la camicia rosa accuratamente stirata e inamidata facendo risaltare i capelli ossigenati di fresco. Jung-Su era un uomo eccentrico e lunatico, sia nel suo modo di vestire che nel suo comportamento. Dei giorni sprizzava gioia da quei pochi pori che erano sopravvissuti ai numerosi trattamenti di bellezza a cui si sottoponeva periodicamente, altre volte sembra la rincarnazione di Meryl Streep ne "Il diavolo veste Prada".

-Oggi è una magnifica giornata mio caro! – esordì raggiante mentre Taehyung gli porgeva il suo caffè. 

-La collezione primaverile è stata completata e oggi valuteremo il tutto! La vedo già nelle vetrine delle migliori boutique di Seoul! – fece una piroetta su se stesso per poi sedersi elegantemente accavallando le gambe mentre il resto dei tizi importanti facevano il loro ingresso parlottando tra di loro. Dando un'ultima occhiata che tutto fosse pronto e non avesse dimenticato nulla, Taehyung uscì dalla sala dirigendosi rassegnato alla sua piccola scrivania pronto all'ennesima giornata di telefonate e appuntamenti da incastrare.

Between you and meWhere stories live. Discover now