Un'offerta che non può rifiutare

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-SOOBIN! TAEHYUNG! SMETTETELA DI CORRERE PER CASA! - la voce di sua madre che li sgridava era una delle cose che più gli davano il senso di casa.

-MA MAMMA! Tae continua a dire che sono stato adottato! - Soobin se ne stava rannicchiato sotto di lui mentre lo bloccava a terra tenendolo fermo per i polsi.

-Lo dico perché è la verità! Da chi pensi di aver preso quel brutto muso? Sicuramente non dalla mia bellissima mamma! - lo prese in giro, mentre l'altro tentava invano di liberarsi dalla sua presa.
Alla fine, da toglierli da quella situazione di stallo fu la piccola Haru, che più tanto piccola non era.
Aveva compiuto da poco quattordici anni e iniziava a mostrare le prime forme di una ragazzina e il carattere esuberante di una che si è dovuta guadagnare il rispetto di due fratelli maggiori.

-Tae! Lascia stare Soobin-ah e vieni qui con me! - nonostante fosse cresciuta, il tono lagnoso di Haru rimaneva sempre lo stesso di quando era una bambina capricciosa che amava tirargli i capelli e fargli le treccine.

Taehyung mollò la presa sul fratello minore, non dimenticandosi di lasciargli un pizzicotto sul braccio e raggiunse la sorella sul divano del piccolo soggiorno, dove se ne stava seduta a strapazzare il povero Yeotan da almeno un'ora.

-Che c'è piccola Ruru, ti sono mancato? - prese in giro anche lei chiamandola con il nomignolo con cui era solito soprannominarla.

-Ti piacerebbe- nonostante la negazione, gli si accoccolò addosso lasciando andare il cagnolino che fuggì in direzione della cucina.

-Raccontami come procede la vita di città, ma soprattutto dimmi che sotto quel pacco sotto l'albero c'è un vestito Chanel! - Taehyung scoppiò a ridere.

Se c'era una cosa che sua sorella amava, erano gli scarti di magazzino che suo fratello le portava in occasione delle feste. Delle volte erano dei modelli che non avevano passato il test di Jung-Su destinati a diventare degli stracci, altre volte erano semplici stoffe che non avrebbero mai visto la luce al di fuori della sartoria e allora Taehyung li trafugava, li aggiustava con la sua vecchia macchina da cucire e ne ricavava delle giacche, degli abiti, delle gonne e delle camicette, che sua sorella ammirava con occhi sognanti e che andavano piano piano ad infoltire il suo armadio.

-Dovrai aspettare stasera per scoprire cosa c'è dentro quel pacco- le scompigliò i capelli in un gesto d'affetto, tergiversando sulla "vita da città", come Haru l'aveva definita.

-Noioso. Invece quando mi fai conoscere la ragazza a cui pesi da quando sei arrivato? - per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.

-Ma che stai dicendo? Non c'è nessuna ragazza! - forse il tono allarmato che aveva assunto non contribuiva a convincere sua sorella delle sue parole.

-Sì, certo...come no! ti conosco troppo bene per non accorgermi che sei distratto! Non sono più così tanto piccola e ingenua da non capirlo sai? Dai, fammi vedere una sua foto! - gli salì a cavalcioni cercando di frugare nelle tasche dei suoi pantaloni.

Accidentaccio a lei!

-Ruru, non c'è nessuno davvero! - stava cercando di sfuggire dalle grinfie smaltate di azzurro della sorella, ma gli si era attorcigliata addosso come una piovra.
Come lo spiegava che davvero non c'era nessuna ragazza nella sua vita, ma che al contrario era finito con il trovarsi a culo all'aria con un ragazzo!?

E che ragazzo... si ritrovò a pensare.

-Eddai! Non lo dirò a mamma e papà! -

-Cosa non ci dirai? - sua madre e suo padre erano emersi dalla cucina nella quale stavano preparando l'abbondante cena di Natale per quella sera.

Between you and meWhere stories live. Discover now