La scintilla della speranza

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Lo sguardo indagatore passava da una figura all'altra.
Non si era sentito così studiato da quando aveva posato per un brand di camicie e aveva sospettato sin da subito di non piacere troppo al fotografo, che lo aveva fissato impudicamente per tutte le ore in cui era stato accecato dal flash della macchina fotografica, incassando tutti gli improperi per non essere abbastanza sciolto, o per avere lo sguardo troppo da triglia o, ancora, per l'incapacità delle sue espressioni facciali di trasmettere abbastanza.
In quel momento, però, la situazione era decisamente peggiore.
Si erano precipitati alla villa del suo capo ignorando il fatto che fosse l'ora di pranzo, del primo giorno dell'anno, senza essere certi che Jung-Su fosse effettivamente in casa e che la loro presenza fosse almeno lontanamente gradita, o comunque tollerata.
Avevano lasciato la macchina davanti all'enorme cancello e si erano attaccati al campanello come se ne derivasse la sorte della loro vita e, in un certo senso, era proprio così.
La voce di una domestica annoiata e scocciata per dover lavorare anche durante le festività, aveva cercato in ogni modo di cacciarli, perché il padrone di casa non era ancora sveglio e di certo non avrebbe gradito alcun genere di visita, ma alla fine Jungkook aveva giocato la carta del nipote e aveva avuto la meglio.

Così si erano ritrovati seduti davanti a un'enorme scrivania laccata, con un Jung-Su ancora in pigiama, rigorosamente di seta finemente ricamata, con i capelli freschi di tinta portati indietro da una mascherina e due profonde occhiate che lasciavano intuire i bagordi della notte precedente.

-Devo aver dato fondo alla riserva di rosé di Donatella alla festa, perché mi sembra di aver capito che il mio assistente e il mio nipote preferito hanno una...relazione? - l'inclinazione stridente sulla parola "preferito" non era passata di certo inosservata, tanto che Taehyung iniziava a vedere tutti i loro splenditi piani sgretolarsi al suolo come i castelli di costruzione che faceva da bambino e che puntualmente suo fratello Soobin distruggeva con la grazia di un rinoceronte. Magari si era fottuto anche il posto di lavoro nell'arco di cinque minuti, senza la necessità dell'intervento della signora Kang.

-Non abbiamo tempo da perdere. Ci puoi aiutare sì o no? - il ginocchio di Jungkook continuava a muoversi irrequieto, quasi fosse pronto a scattare sulla scrivania, afferrare lo zio per il colletto di seta della casacca e ringhiargli in faccia che doveva fottutamente svegliarsi in quel preciso istante, perché loro avevano l'urgente necessità che facesse un cazzo di miracolo!

Jung-Su sbuffò, stropicciandosi gli occhi con le dita curate e inanellate.

-Fatemi capire bene- puntò il dito contro il suo viso -Tu- lo spostò verso il corvino -e tu...state insieme e quella megera di mia sorella vi ha incastrato in qualche modo e, adesso, volete che io vi salvi il culo- in modo molto riassunto, ma Jung-Su sembrava aver colto in pieno il punto.

Annuirono entrambi pendendo dalle labbra piene dell'uomo di fronte a loro, il quale scoppiò in una fragorosa e singhiozzante risata.

-Aish! Doveva esserci veramente qualcosa in quel rosé! Atsuko portami un bicchiere d'acqua e una dozzina di aspirine! - urlò alla domestica intenta a preparare il pranzo in cucina.

Anche Taehyung iniziava a percepire la voglia di Jungkook di saltargli alla gola, perché CAZZO la situazione era grave e non avevano né tempo da perdere né voglia di scherzare!

-Non saremmo mai venuti da lei a disturbarla se non fosse stata la nostra unica possibilità- il tono che aveva usato gli era uscito forse un po' più disperato di quello che avrebbe voluto, ma sperava che avrebbe potuto contribuire a fare breccia nel cuore del suo capo.

-Ascolta, lo so che non nutri una particolare simpatia nei miei confronti e che non ho mai fatto nulla per entrare nelle tue grazie, né tantomeno mi sono comportato correttamente con te molte volte. Non mi voglio giustificare dicendo che ero costretto o sotto l'influenza di mia madre. Tu non sei mai stato cattivo con me, anzi ricordo ancora i regali che mi facevi da bambino o quando mi portavi al parco e lasciavi che mi sbucciassi le ginocchia e sporcassi le mani di terra, anche se dopo ti dovevi sorbire le urla di tua sorella. Ti sono sempre stato grato per quei rari momenti- era facile dimenticare che Jung-Su e Jungkook erano parenti e che potevano aver passato del tempo insieme al di fuori della casa di moda, semplicemente come zio e nipote.

Between you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora