Rubacuori alla riscossa

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Con la schiena appoggiata alle mattonelle fredde della parete, strinse la mano tra i capelli scuri e spinse la testa della ragazza ancora più a fondo mentre era intenta a succhiargli il cazzo nello squallido bagno del locale. L'aveva individuata appena era entrato al fianco di Jimin, continuava a lanciargli occhiate di sfuggita mentre beveva insieme a un gruppetto di amiche e non c' era voluto molto per avvicinarla e ficcarle la lingua in gola in un angolo della discoteca per poi spostarsi verso i bagni con tutta l'intenzione di slacciarsi la cintura e dare una svolta alla sua astinenza da monaco. Affondò ancora una volta venendole direttamente in bocca e osservandola mentre si leccava le labbra. 

-Oppa! Potevi avvertirmi – disse mettendo su un broncio falso.

-Tae sei qui? – la porta del bagno si spalancò e Taehyung riuscì appena in tempo a tirare su i pantaloni che fece il suo ingresso un Jimin accaldato.

 -Oh! Ho decisamente interrotto qualcosa vedo – sorrise ammiccante mentre il più piccolo cercava di ricomporsi velocemente. 

-Non hai interrotto nulla, andiamocene sono stanco – cercò di superare la ragazza che però lo afferrò per il braccio facendolo voltare.

-Oppa! Ci rivedremo? –

-Uhm...forse, forse. Beh, grazie e ciao! – trascinandosi dietro Jimin si affrettò verso l'uscita del locale.

-Brutale! Povera ragazza, abbandonata così, sul più bello! Non volevo interrompervi, spero almeno che tu sia riuscito a svuotarti le palle, altrimenti i miei sensi di colpa arriveranno alle stelle! – Jimin amava essere melodrammatico.

-Non ero interessato ad approfondire ulteriormente la questione e poi ho fatto quello che dovevo fare – alzò gli occhi al cielo al sollevarsi delle sopracciglia che gli rivolse il suo amico. 

-A me invece sembrava che lei fosse più che disposta ad approfondire la cosa...- Jimin gli tirò una pacca sul sedere. 

-Recuperiamo Nam e andiamocene, ho sonno e ti prego, smettila di fare quelle cose, sei disgustoso- lo rimproverò mentre l'amico mimava il gesto di un pompino con mano e lingua.

Scrutò la calca di gente che ballava e si strusciava in pista alla ricerca di una testa grigia e un sorriso tutto fossette che contrastava fortemente con la corporatura da gigante buono.

-Credo sia al bar, ha messo gli occhi sul ragazzo che fa i drink da quando è entrato, non so quanti due di picche vuole ancora ricevere prima di mettersi l'anima in pace e ficcarsi in testa che quello lì è etero quanto io sono gay-

Si avviarono al bancone individuando Namjoon su uno degli sgabelli, mentre si sporgeva in avanti cercando di parlare con barman per sovrastare il volume assordante della musica.

-Nam! Non credi che sia arrivato il momento di smetterla di importunare il povero Jackson? Non te lo darà mai, rassegnati- Jimin aveva circondato le spalle dell'amico con un braccio parlandogli all'orecchio.

-Prima o poi cederà e avrò il privilegio di assaggiare uno dei suoi fantastici cocktail direttamente dal suo ombelico- lanciò l'ennesimo sguardo d'intesa al povero ragazzo intento ad asciugare i bicchieri che, in tutta risposta, rimarcò che aveva una ragazza, anche piuttosto gelosa.

Taehyung e Jimin risero di fronte alla perseveranza dell'amico, che nonostante i suoi approcci un po' goffi, poteva contare un discreto numero di conquiste passate, ma mai quante quelle di Jimin, che era un vero e proprio Dio del rimorchio e delle scopate occasionali. Non sbagliava un colpo, ogni preda cadeva nella sua trappola fatta di sguardi sexy, movimenti di bacino e allusioni a sfondo sessuale che svelavano sempre le sue intenzioni. Per quanto fosse minuto, le lezioni di danza che frequentava sin da quando era un bambino paffutello con una passione smoderata per tutto ciò che fosse cioccolato, lo avevano scolpito nei minimi dettagli, oltre ad infondergli una rinnovata autostima che gli permise, con un coraggio invidiabile ad un ragazzino di dodici anni, di buttare tutto quello che attentava alla sua scacchiera addominale e alla liscezza della sua pelle, in favore di una dieta ferrea. All'età di venticinque anni, Jimin era davvero un bocconcino, come gli piaceva definirsi, dietro il cui viso tondo e angelico nascondeva un piccolo demonio a cui mancavano solo le corna e il forcone, ma Taehyung non si sarebbe stupito se gli fossero spuntate una volta in camera da letto.

Between you and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora