Mosse false

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-KIM TAEHYUNG! Se non apri questa dannatissima porta entro cinque secondi, giuro che vado a prendere le forbici dalla sartoria e faccio a pezzettini microscopici ogni vestito che hai nell'armadio! -

Aveva perso il conto delle minacce che Jimin gli aveva urlato dall'altra parte della porta ed era più che convinto che prima o poi uno dei suoi vicini avrebbe chiamato la polizia per farlo arrestare. Nonostante ciò, non era intenzionato a muoversi di un millimetro, né tantomeno a fare entrare in casa il suo migliore amico.
Vegetava sul divano da non sapeva neanche quanti giorni, forse erano tre o forse erano quattro. Aveva avuto la forza solo di avvisare Jung-Su che non sarebbe andato al lavoro, perché si era dato per malato e di rispondere ai messaggi di sua madre, che gli chiedeva come fosse andata la sfilata. La realtà dei fatti era che non aveva la febbre, né tantomeno il mal di pancia.
La realtà era tutt'altra e si ritrovò a pensare che avrebbe di gran lunga preferito vomitare anche dagli occhi, pur di non ritrovarsi in quella situazione.
Il suo malessere nasceva nello stomaco e si allargava ad ogni cellula del suo corpo, ma gli organi che più ne risentivano erano il cervello e il cuore. Semplicemente non erano più sulla stessa lunghezza d'onda. La testa lo ammoniva e lo proteggeva, il cuore lo scaldava e lo invitava a compiere un salto nel vuoto. Si sentiva diviso, stanco, spaventato e combattuto, ma soprattutto si sentiva la persona più orribile sulla faccia della terra.
Ancora una volta era scappato, perché era quello che faceva quando le cose iniziavano a sfuggire al suo controllo diventando spaventose. Quando sentiva che non erano più le sue mani a tirare le fila sella sua vita, ma quelle del Caso, il terrore si impossessava del suo corpo e della sua mente e lo paralizzava e l'unica cosa che riusciva a fare era scappare e nascondersi.
E così aveva fatto.
Aveva guardato Jungkook come se si fosse trasformato improvvisamente in un drago a tre teste e si era semplicemente chiuso in camera sua a chiave. Perso nella bolla di smarrimento nel quale era finito, aveva sentito solo in modo ovattato il corvino andarsene dal suo appartamento chiudendosi con un tonfo la porta alle spalle.
Da quella sera non aveva più messo più piede fuori casa, se non a sera inoltrata per far fare i bisogni al Yeotan, che gli gironzolava sempre intorno chiaramente preoccupato.
Non aveva neanche risposto agli infiniti messaggi di Jimin, i quali erano susseguiti numerosi dopo la loro fuga dall'after party e quello aveva portato il suo migliore amico, sempre più allarmato, a passare alle chiamate, alle quali però rispondeva sempre la segreteria telefonica e allora era ricorso alle maniere forti.
Piantato davanti al suo portone di casa, imprecava e lo minacciava da almeno mezz'ora.

-Se non vuoi aprirmi, allora lascia almeno che tiri a indovinare il motivo di questo tuo comportamento- ed era sicuro che Jimin lo avesse capito.

-Jeon ha fatto lo stronzo. Ho ragione? Devo andare a staccargli le palle per usarle per il prossimo albero di Natale? Mi basta un sì o un colpo alla porta e ti giuro che canterà come una voce bianca per il resto della sua vita! -

Jimin era quasi riuscito a strappargli un sorriso, ma non ci era andato neanche lontanamente vicino. Quello che si era comportato da stronzo non era stato di certo Jungkook, ma lui.
Non aveva avuto il coraggio neanche di spiccicare una singola sillaba ed era scappato a gambe levate, lasciandolo lì.
Si sentiva una merda, ma allo stesso tempo era terrorizzato.

-Tu non stacchi le palle proprio a nessuno Carino. Al massimo puoi fare qualcos'altro di decisamente più appagante alle mie con quella lingua lunga che ti ritrovi- sentì per la prima volta anche la voce di Yoongi, che aveva evidentemente accompagnato il suo ragazzo sul piede di guerra fino lì. A quelle parole, che non avrebbe voluto veramente sentire e a un rimprovero di Jimin, seguirono due rumorosi colpi alla porta.

-Ascolta Taehyung, se non ci vieni ad aprire adesso, chiamo gli stramaledetti pompieri e faccio buttare giù la porta o, ancora meglio, chiamo Jungkook e gliela faccio direttamente scardinare, scommetto che se si tratta di te ne è capace. Per di più, qua fuori si congela e il tuo amichetto qui non si schioderà da questo zerbino finché non lo degnerai di una risposta; quindi, vedi di farci entrare prima di avere due cadaveri ibernati sulla coscienza! - Yoongi sapeva essere decisamente convincente.

Between you and meWhere stories live. Discover now