Acqua in bocca

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Era teso come una corda di violino e ogni singolo rumore lo faceva scattare sull'attenti. Per poco non ebbe un infarto, quando Jimin gli appoggiò un sacchetto contente delle ciambelle sulla scrivania. Da quando si era svegliato non nel suo letto, completamente nudo, ancora sporco del suo piacere e con un certo ragazzo dai capelli scuri al suo fianco, si trovava in quella condizione di ansia perenne. Gli sembrava di andare in giro con un enorme insegna a neon lampeggiate in fronte con su scritto: "HO SCOPATO CON IL NIPOTE DEL MIO CAPO".
Appena aveva aperto gli occhi, ancora intontito dal sonno, si era guardato intorno spaesato e solo quando lo sguardo gli era caduto sui suoi boxer a terra, aveva sentito il panico impossessarsi di lui. Nonostante Jungkook ancora dormisse beatamente, rivolto a pancia in giù e con la faccia schiacciata contro il cuscino, si era coperto fino alle spalle con il lenzuolo, morendo per l'imbarazzo. Gli ci era voluto solo qualche momento per ripercorrere gli avvenimenti della sera precedente. Le mani del modello su di lui, i loro corpi stretti l'uno all'altro, il dolore e subito dopo il piacere, il piacere più intenso e diverso che avesse mai provato.

PORCA PUTTANA, AVEVA FATTO SESSO CON UN UOMO!

La fitta che lo colpì improvvisamente ai reni gli confermò quel fatto. Cercando di fare meno rumore possibile, sgusciò fuori dal bozzolo di coperte afferrando da terra tutti i suoi vestiti cercando di indossarli velocemente. Era quasi riuscito a infilare anche la seconda gamba nei pantaloni, quando sentì Jungkook rotolarsi sul letto stropicciandosi gli occhi e sbadigliando a bocca aperta.

-Dove stai andando? - la voce roca della prima mattina gli fece contorcere le budella.

-Io...ecco...a casa? Devo andare al lavoro- aveva tirato su i pantaloni, dimenticandosi la patta aperta.

-Non fai prima colazione? Oppure volevi filartela e magari scomparire di nuovo? -

Colpito e affondato.

-N-Non stavo scappando, devo solo sbrigarmi, tra poco devo essere in ufficio- cercò di mascherare, come meglio poté, il fatto di essere stato colto in flagrante. Così si ritrovò seduto al tavolo della cucina ad aspettare che il modello terminasse di cuocere le uova e i toast. Non aveva fatto cenno a quello che era successo la notte precedente e si erano scambiati solo qualche parola riguardante la cottura delle uova e la scelta tra il caffè o il succo d'arancia. Era palese che ci fosse un enorme elefante nella stanza che si ostinavano ad ignorare. Taehyung fremeva per uscire al più presto da quella casa, voleva rimanere da solo a rimuginare, anche se era consapevole che la cosa non gli avrebbe fatto di certo bene. Quando si erano ritrovati a mangiare l'uno di fronte all'altro, era nuovamente sceso un silenzio imbarazzante, anche se gli sembrò che Jungkook fosse piuttosto a suo agio, come se non fosse stata la prima volta anche per lui. Gli aveva forse mentito? Oppure era davvero un bravo attore?

-Quindi, dopo che sarai uscito da quella porta, ci rivedremo? Oppure dovrò incazzarmi nuovamente, perché farai perdere le tue tracce? - glielo aveva chiesto sorseggiando il caffè bollente da una tazza blu scuro.

-Te l'ho già detto, non stavo scappando- di certo, non riuscire a guardarlo negli occhi non avvalorava la sua tesi.
Forse era arrivato il momento di affrontare quella situazione di petto.
Ormai era fatta. Al contrario di quello che aveva pensato, ovvero che, forse, una volta che fosse andato a letto con il corvino, se lo sarebbe tolto definitivamente dalla testa, era un'enorme cazzata. Lui ne voleva ancora. Nonostante fosse ancora profondamente turbato e incredulo e il culo gli facesse male da morire, non si era di certo pentito. Tutto il contrario, era stata una di quelle notti di passione da romanzo erotico! L'idea lo terrorizzava e lo eccitava allo stesso tempo, ma finché avrebbero tenuto nascosto quel loro rapporto, beh...

Taehyung ci avrebbe fatto volentieri un abbonamento per quella giostra.

-Jungkook ascolta, non mi sono pentito, a dire il vero tutto il contrario- si mordicchiò l'angolo delle labbra, mentre cercava le parole giuste -É che è tutto nuovo e strano per me, ma lo volevo e l-lo voglio, solo...ecco...magari possiamo tenere la cosa per noi? - finalmente riuscì a guardarlo negli occhi scuri che avevano perso ogni traccia del sonno e ora lo scrutavano come erano soliti fare, non perdendosi neanche un suo singolo movimento.

Between you and meWhere stories live. Discover now