- four -

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si distese sotto di me appoggiando la testa alla tastiera del letto, sospirai per poi alzare i fianchi e farlo entrare lentamente dentro di me con un gemito mugolato sia da parte mia che dalla sua che ringhiò in modo animalesco.

mi abbassai appoggiandomi con le mani alle spalle di minho, perché per quanto fossi abituato clienti che superavano i 20 centimetri erano veramente rari.

una volta che lui fosse completamente dentro di me gemei nel suo orecchio per poi iniziare a muovere i fianchi a un ritmo lento che poi venne aumentato da lui.

aggiustai la maschera che avrebbe rovinato tutto ciò, appoggiai le mani sopra alle sue gambe guardando il soffitto cercando di togliere l'immagine del mio bullo davanti a me.

velocizzai i miei movimenti che diventarono salti venendo accompagnati dai suoi fianchi dandomi il ritmo di suo piacimento.

i suoi gemiti non erano come quelli degli altri clienti, erano ringhi che mi risuonavano come un tormentone nelle orecchie, vorrei dire di odiarlo e che non stavo provando piacere- ma i miei occhi stavano lasciando cadere lacrime di piacere sul mio viso.

ci volle poco tempo per sentire il suo preservativo riempirsi del suo seme caldo, il mio corpo cedette sul suo petto appena il liquido si riversò.

il suo petto si abbassava e si alzava facendo sentire il suo respiro affannato, ma ci mise poco tempo a cambiare le nostre posizioni bloccandomi i polsi sopra la mia testa.

«a-aspetta un'attimo per favore» gli chiesi chiudendo le mie gambe in cui si era messo «non dovrei essere io quello ad essere soddisfatto?» chiese lasciando dei baci sul mio petto appoggiando le mani sotto la mia gonna tenendo il mio culo dolorante come se fosse suo.

«non sei un cliente come gli altri, ti prego dammi un'attimo» chiesi con il respiro affannato e le gambe che mi stavano tremando.

«shhh- devi iniziare ad abituarti, perché questa non sarà l'ultima volta che ci vedremo» mi sussurrò all'orecchio infilandosi fra le mie gambe continuando a massaggiare il mio sedere.

«sei pronto?» non feci in tempo a pensare a quello che mi aveva appena detto che mi spalancò le gambe cambiando il suo preservativo «mhmh» neanche il tempo di rispondere che i miei occhi rotearono al suo membro completamente dentro di me.

il dejavu di quella mattina mi passò davanti.

prese la mia gamba appoggiandola alla sua spalla iniziando poi a spingere sempre più velocemente, i suoi ringhi non tardarono ad arrivare seguiti dai miei gemeti striduli.

«cazzo minho!» urlai trascinato dal piacere, ma solo dopo mi resi conto di quello che avevo appena detto «minho? ci conosciamo?» mi chiese con ancora la voce roca, andai nel panico.

«me l'ha detto lo staff- muoviti» sparai la prima cazzata e appena tocco un punto preciso del mio interno che mi fece venire all'istante nel tessuto della gonna che stavo indossando.

capii di aver fatto una cazzata quando si fermò «ti ho dato il permesso?» chiese guardandomi con un sorrisetto pauroso, alzò la gonna per poi guardatemi «s-scusa n-no» non finii la frase che la sua mano finì sul mio collo, ma in quel momento la cosa mi eccitò.

i miei occhi rotearono ancora una volta quando sentii la sua presa stringersi nel mentre che il suo liquido si riversò nuovamente all'interno del preservativo.

appena uscí da me sentii un vuoto freddo addosso che mi fece venire i brividi, minho si sdraio di fianco a me con il fiatone che continuava ad alzare ed abbassare il petto.

però ci volle poco tempo che il ragazzo si alzò dal letto, si rivestì e lasciò i soldi di fianco a me- ero solo in quella camera disgustosa in cui il ragazzo che più mi aveva rovinato la vita mi aveva appena scopato per soddisfazione.

mi tolsi la maschera di dosso chiudendo gli occhi.

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cagatemi

mask-Where stories live. Discover now