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riaprii la porta cercando di uscirne sperando che in quel drink offerto per un bacio fosse stato pieno di droga- ma così non fu.

tirai mentalmente giù tutti i santi quando sentii la sua presa sul mio polso, che purtroppo non era la soffice presa che mi concedeva quando ero kitten, ma quella che mi dava quando ero jisung il frocio.

presi un grande respiro guardandolo negli occhi attraverso la maschera «cosa vuoi?» chiesi  appoggiandomi alla porta dove mi aveva intrappolato con le sue braccia.

«lo sapevi da tutto questo tempo e non hai detto nulla» mi disse ricambiando il contatto visivo «non l'ho detto a nessuno, questa è l'unica cosa che ti dovrebbe interessare» dissi incrociando le braccia al petto.

«e ti facevi fottere senza dire nulla» disse portandosi le mani dentro alle tasche «ho bisogno di soldi, credo che la notizia di come i miei genitori mi abbiano abbandonato l'avessi urlata nel corridoio tu» dissi ricordandoli ancora il giorno in cui mi aveva umiliato davanti a tutti.

«hai pagato per essere qui o ti posso far buttare fuori?» gli chiesi dopo un silenzio imbarazzante, la sua risposta fu molto più violenta di quello che mi aspettassi.

si attaccò subito al mio collo iniziando a mordermi e a spingere il suo ginocchio sotto alla mia gonna mentre le sue mani slegavano di fretta il mio corsetto che mi stava sfracellando un polmone.

rimasi immobilizzato per il primo momento, ma in quel momento era comunque un mio cliente- così inizia a soddisfare il suo udito ansimando ai suoi giochetti che purtroppo mi stavano eccitando da morire.

mi prese dalle cosce per poi portarmi al letto e buttarmi con forza dopo avermi lasciato senza vestiti se non la solita gonna che lo rendeva un pervertito.

si tolse anche lui i suoi abiti buttandoli in giro per la stanza come lo erano i miei, era fottutamente incazzato- la sua mandibola era serra, i suoi occhi erano pieni di rabbia e i suoi modi erano veramente violenti, ma sfortunatamente la mia parte masochista si stava eccitando da matti.

il suo viso scappó dalla mia vista quando mi giró a 90° prendendo i miei fianchi conficcandoci le sue unghie feline dopo essersi messo un preservativo.

si appoggiò sopra il mio corpo avvicinandosi al mio orecchio per poi sussurrarmi «spero che il BDSM non ti dispiaccia» disse prima di penetrarmi senza avviso o preliminari facendomi urlare subito.

la sua velocità era impressionante quanto dolorosa «minho- m-minho! r-rallenta!» lo pregai con la voce spaccata dalle lacrime che stavano iniziando a rigare il mio viso.

«stai zitta puttana del cazzo» ringhiò lui prendendo il mio collo fra le mani e a farmi mancare il respiro in un modo troppo eccitante per i miei gemiti.

tutto il dolore che sentivo si trasformò in piacere facendomi uscire solo urla e gemiti dalla bocca come se fosse una canzone ben armonizzata grazie al nome di quel coglione che mi stava fottendo come un pervertito psicopatico.

le sue mani non si volevano spostare dal mio culo lasciandoci degli schiaffi a ogni urlo troppo basso per i suoi gusti, mi stava fottendo come nessuno avesse mai fatto facendomi provare un piacere indescrivibile.

avrei voluto vedere il suo viso in quel momento, ma la presa che aveva sul mio collo e i continui movimenti che compieva ogni volta che provavo a girarmi me lo impedivano.

ci volle poco tempo per farmi sporcare le lenzuola di passione quando capì il mio punto debole facendolo ringhiare e a stringere la presa sui miei fianchi che lo aiutavano a scavare più profondamente dentro di me.

ormai non avevo più forza, così le mie braccia cedettero lasciandomi in una posizione a 90° con la schiena curva verso il basso, il viso nascosto in un cuscino che stringevo e le gambe spalancate per lasciarli tutto il divertimento di cui aveva bisogno.

come facevo a rappresentare questo piacere in una specie di punizione? cazzo mi stava torturando per la sua soddisfazione, ma mi stava fottutamente facendo vedere tutte le stelle.

i suoi fianchi iniziarono a rallentare ma ad essere più profondi facendomi urlare il suo nome più e più volte di quanto già avessi fatto prima, il mio corpo cedette del tutto quando sentii il suo preservativo riempirsi del suo seme caldo che mi fece venire per la seconda volta.

lo sentii sdraiarsi di fianco a me, appena vide il mio tentativo di girarmi mi fermò all'istante con una semplice frase «non girarti, non voglio vederti» avevo tolto la maschera durante la foga del piacere per la mancanza di fiato che la sua presa sul mio collo mi aveva fatto avere e lui lo sapeva perfettamente.

mi girai dal lato opposto del suo prendendo il cellulare controllando l'orario e un «cazzo» mi venne spontaneo quando notai che tutti gli autobus ormai erano fuori servizio per colpa dell'orario.

mi alzai velocemente dal letto sperando che il mio capo fosse ancora presente iniziando a rivestirmi più velocemente possibile abbottonandomi la camicia bianca in seta.

«ti porto io a casa»

mask-Where stories live. Discover now