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E così Anna aveva un figlio illegittimo. Gaudenzio non poteva crederci. Dopo un'oretta di sonno, non riusciva a guardare Anna normalmente per quel segreto che aveva detto così, al vento. Non che non riuscisse a perdonarla, ma era qualcosa che l'avrebbe sempre messa a disagio. Lei e tutti quelli che gli stanno attorno.
Angela era seduta in una poltrona bordeaux quando Gaudenzio comparve dal corridoio. Nessuno può trovare le parole, solo Angela azzardò che era un vero shock.
Poi, con naturalezza, gli disse che la colazione era pronta in tavola.

                             *****

Anna era nel giardino sul retro a guardare le rose, le dalie ei vari fiori che popolavano il giardino di Villa Durastanti
" Sono molto belle,vero?" Si sentì una voce alle spalle. Si girò e vide che era Eugenio. Aveva un cappotto grigio tenuto fermo da un cinturino intorno alla vita. Non sembrava turbato da quello che aveva detto Anna, anzi, in faccia aveva un sorriso dolce, cordiale, compassionevole.                    "sono bellissime" rispose lei.                    Eugenio allungò una mano verso una rosa che si stava lentamente staccando dal ramo, la prese con cautela; per non pungersi le dita con le spine, e la diede ad Anna.                   "quando se in preda alla tristezza, annusa una rosa" disse lui. " dice che funzionerà?"                                                " con me ha sempre dato dei risvolti positivi" rispose con una punta d'orgoglio.Poi roteò la testa verso l'ingresso posteriore, per evitare che qualcuno li vedesse.                                "venga con me" gli disse, e in fretta gli prese il braccio mentre rideva e iniziava a correre. Anna, correndo assieme a lui; tra lo spavento e la gioia, gli chiese dove la stesse portando. Attraversarono il giardino, scesero dei gradini e arrivarono in un piccolo cortile dove, sotto un grande albero il cui tronco nasceva oltre il muro di confine e la grande chioma oltrepassava quella delimitazione fatta di mattoni; c'era una macchina. Eugenio la fece salire, poi lui si accomodò al posto del guidatore            " dove mi porta?"                                        " le faccio fare un giro per Bologna" disse lui euforico                                      "di notte?"                                                     "sta per albeggiare" disse lui, la sua felicità era quasi comparabile a quella di un bambino.

Gaudenzio, dopo aver nuovamente dormito, decise di guardare un poco la libreria dei Durastanti, così, per impiegare il tempo.                                    "guardi che può toccarli quei libri" era Angela.                                                  Lui sorrise divertito.                              "a dire il vero guardavo solo i titoli..."   " dico davvero, questi libri sono qui da vent'anni. Nessuno li tocca più" disse lei scocciata togliendo un piccolo sbuffo di polvere dalla costina di un libro.                                       " quella ragazza ..." introdusse Angela, come se si fosse appena ritrovata sulla terra " è ... Ha capito?" chiuse imbarazzata quella domanda.                Gaudenzio scoppiò a ridere.                    " No, l'ho accompagnata perché Patrizio è il suo fidanzato"                       " a proposito" riprese lei " non ho notato una fede al suo dito"                    Lui abbassò la testa; il grave fatto gli pesava ancora a distanza di due anni, il ricordo della gente che impaurita scappava via, la moglie e il loro unico figlio, Cesare, che non ritrovò mai più. " Non dovevo chiederlo, lo sapevo" disse Angela visibilmente avvilita.       Gaudenzio decise di raccontargli tutta la storia, e alla fine Angela si sedette sulla poltrona che piangeva.      " mi scusi! mi scusi!" disse Angela istericamente cercando di sopprimere le lacrime. " Però" continuò lei " si guardi. è cosi giovane, un altra donna dovrebbe averla al suo fianco"              Gaudenzio avvampò.                                 " Ho capito che qualcuna c'è"                  Gaudenzio iniziò a parlare di Elena.      "riconosco che il suo amore è vero, può cancellare il tempo, dimenticare la guerra, accendere una luce di speranza nel vostro futuro insieme. Dia retta a me, si dichiari". Questo fu l'unico commento finale di Angela.     Gaudenzio non poteva che essere ingorgoglito di quelle parole.

Frizzante, tenera e dolce, l'alba iniziava a fare capolino nei cieli di Bologna. Dopo aver parcheggiato, Eugenio e Anna si incamminarono verso i portici.
Anna, affascinata da quei meravigliosi archi rossi, aveva occhi solo per loro; ai lati la piazza vuota, immobile, silenziosa; e i negozi nascosti sotto le arcate. I colori arancioni andavano a sbattere contro le vetrine luccicanti.
" È bellissimo" disse Anna
Anche Eugenio aveva lo sguardo sognante
" Ci vado quando mi devo rifugiare"
" Da chi?"
" Dall'indifferenza, da i sogni, dalle trasgressioni, da tutto"
" È un pensiero molto presto profondo"
" Tutto ciò che dico non è profondo"
" No, è così"
Eugenio si fermò vicino un grande vaso in terracotta, era molto sporco. Con la mano prese una margherita seminascosta dalla pianta. La diede a Anna.
" Io amo i fiori" disse lei.
" I fiori sono ribellioni, sono il ribellarsi al mondo?"
" C'è l'hai con lui?"
" Lui chi?"
" Con il mondo?"
" No, non c'è l'ho con nessuno"
"Eppure tutte queste parole..."
" Non farci caso, siamo appena usciti da un lungo oblio. Ognuno ha avuto il suo"
" Ti riferisci al fatto che ho avuto un figlio con un tedesco?" Anna abbassò la voce, qualcuno poteva essere nei paraggi.
" No, però toglimi una curiosità, come è successo?"
Anna spinse Eugenio verso uno dei muri e lo baciò.
" Non importa" disse e sorrise, si distanziò un poco roteando su se stessa.


In pace e in conflittoWhere stories live. Discover now