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"Se ne andato?" la voce femminile lo svegliò dai suoi pensieri.

Annuì.

Elena entrò nel suo campo visivo. Si muoveva a piccoli passetti nel piccolo spazio tra lo stipite della porta del corridoio alla sedia di Gaudenzio.

"Ti sembra ancora strano, vero?" chiese mettendosi dietro di lui e prendendogli la fredda mano. Intrecciò le sue dita affusolate con quelle un po' più tozze del suo nuovo amato.

"Strano su cosa?"

"A noi due ... al nostro bacio ..."

Si girò e gli mostrò il suo più bel sorriso "io l'amore l'ho già provato, ed ogni volta è sempre diverso. Può assumere varie sfaccettature, può essere amaro oppure dolce come il nostro"

Lei trattenne una risatina " sei il mio primo vero amore, lo sai?"

"Me l'hai già detto"

"Da piccola ci ho sempre fantasticato, mi immaginavo come certe dame del secolo scorso, ricche, con una grande casa, un marito bellissimo e dei figli stupendi" sospirò e volse lo sguardo verso la credenza "solo che le circostanze della vita restringono i nostri sogni, li soffocano e ci troviamo a perderli. Sono cresciuta dalla sciocca bambina che ero e mi sono accorta che ricchezza o povertà, l'amore è sempre bello perché si può gustare ugualmente la pace della fantasia e dei sensi del nostro amore"

"Sono bellissime parole"

"Dici davvero?"

"Sì, per favore vai a scriverle su un foglio"

"Perché?"

Si alzò e prese entrambe le mani dell'amata, i suoi occhi brillarono, si avvicinò meglio a lei "perché è un pensiero vero. Oh, Elena, sei il mio secondo amore ma sembra come se fosse il primo. Ti prego, va a scrivere le parole che hai detto. Quando starò male le rileggerò e sono sicuro che dopo starò meglio" quindi le diede un piccolo bacio sulla bocca, tenero e affettuoso.
La mano di lui prese il braccio di lei; la strinse a sé. Quella, dopo tanto tempo, era la limpidezza di un bacio.

D'un tratto lui la prese in braccio. Pesava tanto e quando Gaudenzio riuscì nell'impresa di portarsela alla sua altezza viso, per poco non stavano cadendo. Continuarono il loro appassionante bacio. Le loro bocche si scontravano a non finire. Il tempo si fermò e il mondo sfumò in completo buio. Si mossero verso la camera e lì l'impulso venne spontaneo.

Lui la depose dolcemente sulle coperte sfatte. Elena si sdraiò, aprì gli occhi. Il suo amato era lì, davanti a lei, con il fiatone. Fermo.

"Sei sicura di volerlo fare?"

Roteò gli occhi al cielo "abbiamo aspettato tanto per capire che ci amavamo, non voglio aspettare per questo"

"Si tratta di una cosa un po' complessa ..."

"Della complessità mi interessa poco. Gaudenzio, guardami" ora lei aveva i gomiti della braccia a mo' di sostegno per guardarlo meglio "l'hai già fatto con tua moglie, non vedo perché non dovresti provare con me"

"Non hai paura di farti male?"

" Se proverò dolore te lo dirò"

"Non pensi alle conseguenze di ciò che potrebbe succedere?"

Elena sospirò "che intendi dire?"

"Mettiamo caso tu rimanga incinta ... dovremmo prendere uno di quegli oggetti ... non so se capisci" era morto dalla vergogna.

"Vivrò pure in un convento ma so benissimo cos'è un profilattico" ridacchio lei "non ci serve, per ora"

"Sei sicura?"

In pace e in conflittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora