II

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Taehyung sarebbe dovuto ripartire all'arrivo della luna nuova. Invece, il giorno della cerimonia era ancora lì, ad aspettare Estella seduto davanti alla sua capanna.

Con sguardo curioso, l'aveva seguita tutto il tempo mentre aiutava a completare i preparativi per la sera, acconciava i capelli di Isabela in delicati archi di ciocche che andavano a incontrarsi al centro in una treccia scarlatta e sistemava la legna per il falò. E quando il giorno giunse al termine e la luce della luna iniziò a splendere su di loro, tutti gli abitanti del villaggio si radunarono nello spiazzo che portava alla capanna della capo villaggio. Le prime a sedersi intorno al fuoco furono le capofamiglia, sistemate in un semicerchio con indosso le tuniche bianche che usavano solo in quelle occasioni. Poi, era il turno delle figlie maggiori, che in qualità di eredi avrebbero dovuto succedere alle loro madri nel loro ruolo e che, sedute dietro di loro, avrebbero dovuto imparare come compiere la cerimonia.

Quando Estella si accomodò a gambe incrociate dietro a donna Hilda, Taehyung si mosse per raggiungerla ma fu presto trascinato via da Rocío. Lui, per un attimo, la guardò confuso, portando gli occhi sulla ragazza.

-Gli uomini dietro- gli spiegò sua sorella mentre lo trascinava accanto ai suoi fratelli e a suo padre. Estella fu temporaneamente distratta dal cerchio di figlie minori che si sedette subito dopo, il gruppo più folto e più scapestrato fino a quel momento. Infine, fu il turno degli uomini, gli ultimi a sedersi in un grande anello esterno. In quel momento, la giovane riuscì a ritrovare il viso del cantore, che si guardava attorno con bocca dischiusa e grandi occhi stupiti. Suo padre, accanto a lui, gli rivolse appena qualche frase, forse per spiegargli come comportarsi durante la cerimonia, prima di tornare a ignorare la presenza del ragazzo.

Era un uomo di poche parole, suo padre. Estella non sapeva davvero molto di lui né dei suoi fratelli, forse per via del fatto che passavano tutto il giorno nei campi e quando tornavano a casa alla sera erano talmente stanchi da divorare la cena a bocconi e accasciarsi per dormire in un battere d'occhi. D'altronde, non c'era davvero molto altro che agli uomini fosse permesso fare se non coltivare. Difatti, anche in cerimonie come quella, non erano altro che meri osservatori.

Estella distolse finalmente lo sguardo da Taehyung non appena sentì le capofamiglia zittire le bambine. L'attenzione di tutti cadde allora sull'arazzo che copriva l'ingresso della capanna della capo villaggio, che ritraeva due donne in procinto di scambiarsi la veste bianca dalle frange rosse che spettava solo a chi deteneva quel titolo.

Dopo un battito di silenzio, l'arazzo venne scostato e la proprietaria emerse con un ampio sorriso sul viso. Dietro di lei, seguì il suo primo marito, un uomo dallo sguardo severo e la bocca imbronciata che era appena più vecchio della sua sposa. Insieme ai due figli maggiori della capo villaggio, prese a sistemarsi nel cerchio esterno con fredda indifferenza. Poi, dalla capanna emerse il secondo marito, un uomo di bell'aspetto che amava i complimenti e i sorrisi imbarazzati delle donne, che teneva per mano la prima figlia femmina, colei che sarebbe in futuro diventata la nuova capo villaggio. Infine, il terzo marito scostò l'arazzo, uscendo allo scoperto insieme alle due figlie minori con un pacato sorriso alla folla riunita.

Nel silenzio in attesa che ognuno dei componenti della famiglia della capo villaggio si sistemasse, Estella non poté fare a meno di notare lo sguardo fiero della donna. Scrutava ognuno dei suoi mariti con attenzione, seguendoli con gli occhi fino a che non sparivano nella folla con una strana insistenza. La ragazza non era sicura di capire che cosa indicasse, né perché la cosa le paresse tanto strana. Forse, Estella era solo una ragazzina che non comprendeva il matrimonio.

-Isabela, cara, vieni.

La capo villaggio sorrise, estendendo la sua mano in direzione della giovane vestita in una tunica rossa. Lei, timidamente, si avvicinò al fuoco e si sistemò accanto alla donna. Questa circondò le spalle di Isabela con un braccio, prima di sollevare lo sguardo sul resto dei presenti. Non ci fu bisogno di richieste o parole. Come il filo che cade al suo posto e si incastra tra le fibre in maniera perfetta, ognuno sapeva già che cosa fare. Donna Juana si sollevò in piedi con le mani giunte davanti a sé e trasse un profondo respiro. Schiuse la bocca e la sua voce profonda e rauca si levò al cielo, riempiendo il silenzio. Mentre solo la famiglia di donna Hilda deteneva l'arte di tessere storie, quella di donna Juana conservava la voce del loro villaggio. I canti per ogni cerimonia venivano tramandati di generazione in generazione da figlia a figlia e mantenuti con gelosa riservatezza.

Il filo turchino (K.TH)Where stories live. Discover now