LIII

14 2 2
                                    

-Vostra altezza?

Namjoon sospirò, chiudendo il bottone nel polsino della sua casacca.

-È richiesta la vostra presenza.

-Per cosa?- domandò stancamente senza voltarsi verso il servitore che stava fermo sulla soglia della porta.

-Sembra che sia stata organizzata un'udienza nella sala del trono, vostra altezza.

Le dita di Namjoon si fermarono. Corrugando la fronte, si voltò lentamente.

-Un'udienza? Senza preavviso?

Il servitore chinò il capo senza aggiungere altro. Il principe lo congedò con un semplice gesto, infilandosi velocemente un corsetto decorato di oro. Apparentemente aveva bisogno di un abbigliamento più formale di quanto avesse previsto.

Un'udienza? Come accidenti era stata organizzata senza che lui ne sapesse niente? Infilandosi le scarpe in pochi istanti, si fiondò fuori dalla porta, osservando il corridoio silenzioso attorno a sé. Perfino le guardie normalmente disseminate lungo le pareti sembravano essere diminuite, indice che dovevano essere concentrate nella sala del trono per gestire un maggior numero di persone.

Ma, davvero, più cercava di pensare a cosa stesse succedendo, più sentiva la sua mente arrovellarsi sull'assurdità della situazione.

-Joon!

La sua testa si voltò quando una voce famigliare lo distrasse dai suoi pensieri. Yoongi e Hoseok erano intenti a camminare placidamente verso di lui, il primo con espressione disinteressata, il secondo con un sorriso curioso.

-In ritardo anche tu?

Namjoon tirò le labbra in una linea irritata.

-A quanto pare. Non che potessi fare di meglio dal momento che nessuno mi aveva informato che si sarebbe tenuta un'udienza oggi.

A quelle parole, gli occhi di Yoongi sembrarono farsi un po' più affilati e Hoseok si raddrizzò dalla sua posa rilassata per guardarlo con una leggera aria di confusione.

-Ah. Pensavo che... fosse stata tua l'idea.

Le pieghe sulla fronte del principe si accentuarono.

-Per quale motivo?

Hoseok rivolse una rapida occhiata a Yoongi e all'osservatore della scena parve quasi che si stessero scambiando un muto interrogativo in quel semplice sguardo.

-Perché Seokjin è venuto da noi chiedendo di dargli una mano a spargere la voce tra la corte. Pensavo che stesse operando per conto tuo, dal momento che non prende mai iniziative del genere.

La mandibola di Namjoon si irrigidì mentre stringeva i denti.

Suo fratello?

Seokjin, di tutte le persone, aveva organizzato un'udienza? Non era assolutamente da lui. Seokjin aveva sempre preferito tirarsi indietro da azioni organizzative o politiche, sia per paura di attirare troppo l'attenzione su di sé e far partire voci di una supposta rivalità con il fratello minore, sia perché semplicemente non vi era portato.

Le stranezze iniziavano ad accumularsi in una collina sempre più grande.

-Ha detto niente riguardo al motivo dell'udienza?- chiese con tono secco al cugino, che lo osservava con espressione sempre più confusa. Hoseok, semplicemente, scosse il capo. Namjoon rimase per qualche istante in meditabondo silenzio, studiando il corridoio lungo il quale una manciata di nobili passeggiavano intenti a scambiarsi conversazioni di circostanza.

-Grazie. Ci vediamo dopo- concluse infine il principe, allontanandosi dai due per raggiungere la porta retrostante la sala del trono. Una figura era ferma in attesa accanto a essa, con le mani giunte dietro la schiena e lo sguardo incollato al pavimento. Namjoon assottigliò gli occhi mentre fissava Seokjin, ponendosi infine davanti a lui e attendendo fino a che non sollevò lo sguardo.

Il filo turchino (K.TH)Onde histórias criam vida. Descubra agora