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-È un piacere anche fare la vostra conoscenza.

Estella sbatté le palpebre distogliendo lo sguardo da Taehyung, che contemplava Jimin con una scintilla angosciata negli occhi, e ponendolo sulla donna che Seokjin aveva presentato come sua moglie. Si era avvicinata appena a lei, dispiegandosi in un sorriso cordiale e chinando appena il capo nella sua direzione.

-Estella.

La donna sembrò rimanere sorpresa dalla sua risposta, raddrizzando appena il collo con un'espressione che aveva perso parte del pacato controllo che aveva esercitato fino a quel momento.

-Come... come dite?- chiese con un accenno di esitazione. Estella la guardò, piegando il capo alla maniera in cui aveva fatto lei.

-Estella. Mio nome.

La donna, a quelle parole, spalancò gli occhi, sorridendo.

-Oh, ora capisco. Vi chiedo perdono. Dama Estella, è un piacere conoscere il vostro nome. Io sono Shin Yeji.

La ragazza la osservò in silenzio, cercando di trattenere la sua curiosità per il titolo che la donna aveva usato. Riportando lo sguardo su Taehyung, vide che la stava guardando con un sorriso accennato sulle labbra.

-Credo che tu abbia capito a questo punto, ma permettimi comunque di introdurti. Namjoon e Seokjin sono i fratelli maggiori di Jimin. Yoongi e Hoseok sono invece i loro cugini, figli della terza sorella dell'imperatrice.

Estella annuì, studiando uno a uno i volti delle persone attorno a lei. Aveva intuito che Namjoon, l'uomo che Taehyung aveva abbracciato poco prima, doveva essere l'altro fratello di Jimin. Non sapeva se si fidava di lui o meno. Il ragazzo sembrava essere attaccato a lui, ma il modo in cui si atteggiava, il controllo che esercitava sulle sue espressioni, la cautela nel suo sguardo, lo avvolgevano in un bozzolo di mistero che metteva a disagio Estella.

Seokjin sembrava una brava persona. Aveva un sorriso genuino sul volto e osservava i suoi fratelli con una scintilla negli occhi che brillava di affetto.

Hoseok le ricordava sua sorella. Pareva un ricordo così lontano che a malapena aveva ancora un contorno nella sua mente, ma la voce allegra, il suo modo spontaneo di creare contatto fisico e il suo genuino entusiasmo rinfrescarono l'immagine nella sua mente.

Yoongi pareva difficile da giudicare. Era silenzioso, leggermente distaccato dal gruppo, una calma presenza che osservava da lontano le interazioni che gli altri si scambiavano. Lui le ricordava suo padre, capì. E quel pensiero la portò a rilassarsi leggermente. Aveva imparato nel corso di quegli ultimi mesi quanto avrebbe dovuto apprezzare la pacata protezione dell'uomo.

-Sarà un piacere ospitarvi a palazzo e spero che avremo modo di parlare un po'. Sono molto curioso riguardo alle terre inesplorate, abbiamo così pochi documenti sulle vite dei villaggi oltre il deserto...

Namjoon le sorrise rivolgendosi a lei e la ragazza poté vedere il sincero interesse che sembrava nascondersi dietro le sue parole dal suo sguardo gentile. Estella annuì brevemente, prima di corrugare la fronte.

-C'è... qualcosa che non va?

Taehyung si era avvicinato appena a lei, lanciandole uno sguardo interrogativo. Lei fece saettare ancora una volta gli occhi sull'oggetto del suo scrutinio, studiandone curiosamente la composizione.

-Che cosa sono quei... quelle selle? Sembrano quasi selle per esseri umani...- borbottò, terminando la frase in un sussurro, parlando più con sé stessa che con Taehyung.

-Ce le hanno solo gli uomini. E solo quelli in questa sala- continuò, facendo balzare lo sguardo su quelle fasce che stringevano la vita dei giovani che li circondavano, in colori e motivi diversi ma apparentemente costruiti alla stessa maniera. Taehyung, a quella domanda, la guardò per qualche istante di perplessità. Poi, scrutando gli altri presenti alla sua stessa maniera, sollevò un sopracciglio.

Il filo turchino (K.TH)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora