Capitolo 4 1816

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E' una settimana che oramai sono qui e gli unici amici che ho, e anche le uniche persone che mi parlano, sono Andrew e Allyson, che tristezza. Non mi piace questa scuola, tutti i ragazzi e le ragazze sono con la puzza sotto il naso, mi prendono continuamente in giro, ma a questo ero già abituata, e l'edificio in se mi trasmette un senso di inquietudine.

Sono solo le sei di mattina, il sole non è ancora totalmente spuntato e il cielo è un po' nuvoloso. Sotto questo scenario io mi sto preparando nella mia stanza. Oggi è venerdì e questo vuol dire, secondo il programma che mi ha dato Allyson il primo giorno di scuola, che non ho lezione sino alle nove e trenta, così ho deciso di svegliarmi presto per andare a correre. Non mi piace fare attività fisica, ma in qualche modo mi devo tenere in forma. Prendo leggins termici, fuori fa un freddo cane visto che è presto, maglia a maniche lunghe, nera, felpa rossa fuoco e scarpe da ginnastica e corro nel bagno comune delle ragazze dove c'è una doccia. Uscita dalla doccia mi vesto in fretta, mi faccio una coda alta e schizzo fuori dal bagno e poi giù per le scale, diretta verso l'imponente portone della Nox Academy. Allyson ieri sera mi ha detto che molti studenti alla mattina vanno a correre e per questo il portone è aperto dalle sei. Spingo l'ingresso, che si apre con un rumore assordante che rimbomba per tutta la scuola e mi immetto nell'aria fredda del mattino.

<<Il sentiero. Dove hanno detto che è?>> mi chiedo. Ieri sera, mentre parlavamo, i miei amici mi hanno informata di un sentiero che si immette nel bosco e che arriva fino ai confini della scuola, ma non mi ricordo da dove parte

<<A, sì: l'orto>>

Dopo aver avuto un flash su da dove parte il sentiero mi metto le cuffie nelle orecchie, accendo la musica e comincio la mia sessione di corsa.

Sono ormai giunta al fiume che segna i confini della scuola, così decido di fermarmi e riposarmi un po'. Mi siedo sulla riva del fiume e osservo quell'acqua cristallina e gelida che mi scorre sotto i piedi, quando ad un tratto mi viene un attacco di emicrania fortissima

<<CAZZO!>> urlo. Il dolore è lancinante e insopportabile. Mi prendo la testa tra le mani e la stringo così forte che tra un po' penso mi possa schizzare fuori il cervello. Dopo due minuti di dolore lancinante tutti i rumori spariscono, la vista mi si scurisce e svengo.


<<Buongiorno signorina>> mi dice un uomo vestito in modo impeccabile

<<Buongiorno>> dico sollevandomi dal mio letto con lenzuola di seta

La luce del sole che filtra nella stanza mi ferisce gli occhi e così mi copro il viso con la mia camicia da notte

<<A breve verranno le sue accompagnatrici per vestirla. Poi dovrà recarsi nell'umile dimora di campagna dove troverete i vostri genitori e la famiglia Chevalier>> mi dice l'uomo mentre sistema un po' la mia stanza

<<Grazie Bernard>> dico al mio maggiordomo che ora riconosco perché i miei occhi si sono abituati alla luce

<<Ora puoi andare>> dico, congedandolo con un gesto della mano.

Bernard fa un piccolo inchino ed esce dalle mie stanze lasciandomi sola. Esco dalle coperte, poggio i miei piedi scoperti sul pavimento freddo e mi avvio verso i miei vestiti. La sera precedente le mie dame me li hanno preparati in modo che io possa decidere quale mettere

<<Bhè, vista l'occasione sceglierò quello rosso>>

Dopo due ore di preparativi sono perfettamente strizzata dentro il mio corpetto e la mia gonna non è mai stata così gonfia.

Helven: tra inferno e paradisoWhere stories live. Discover now