Capitolo 13 Origini

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Sono sola. I miei amici se ne sono andati lasciandomi qui con un libro, spero solo che dentro ci sia quello che cerco. Lancio il libro sul mio grande letto soffice come se scottasse. Inizio a camminare come una forsennata per tutta la camera e quasi buco le assi del pavimento da quanto sto facendo avanti e indietro. Ogni tanto lancio uno sguardo al libro, come se da un momento all'altro potesse prendere vita propria e rispondere a tutte queste cacchio di domande che mi affollano la testa.

Mi avvicino al letto molto lentamente e allungo una mano verso il libro

<<No>> dico ritraendo di scatto la mano

Non sono ancora pronta. E se tutto quello che c'è scritto lì dentro è solo un grande balla?

Cavolo, ho visto i miei genitori, ho visto delle persone trasformarsi davanti ai miei occhi, ho volato, ho spostato oggetti con un solo movimento della mano, perché non posso credere che tutto questo sia la realtà?

<<Bambina mia che ti affligge?>> mi chiede Nana

<<Nana, ho paura>> dico sedendomi accanto a lei e abbracciandola, mettendo la mia testa sul suo petto.

Nana mi accarezza i capelli con una delicatezza tale che mi fa sentire una bimba che ha bisogno di conforto. Tutto sommato sono ancora una bambina e di sicuro ho bisogno di conforto

<<Lilith, avere paura è giusto, è normale. Quello di cui non devi avere paura è di ricordare la tua vita. Ti assicuro che è meglio leggere questo libro che apprendere tutto in un secondo ed essere sopraffatta dalle emozioni>> mi dice Nana

<<Hai ragione>> dico staccandomi da Katy e prendendo il libro

Mi sistemo con la schiena contro la spalliera, prendo un grosso respiro e apro il libro

Sulle mie ginocchia cade un foglio. Lo prendo in mano. E' un foglio ingiallito dal tempo. I bordi sono tutti rovinati, come se qualcuno se lo fosse passato migliaia di volte tra le mani prima di decidere se metterlo nel libro o no. Sopra ci sono poche righe scritte con inchiostro nero in modo impeccabile, anche se il colore si è sbiadito con gli anni, ma riescono a togliermi il fiato e il mio cuore manca un battito

Cara Lilith,

se stai leggendo questa misera lettera vuol dire che il tuo compleanno è molto vicino e Allyson, Andras e Cassiel ti hanno trovata. Questo mi rincuora, non sai neanche quanto. Vorrei tanto essere lì con te in questo momento così importante, ma per la tua sicurezza non posso. Avrai di sicuro tante domande, ma spero che questo libro risponda ad alcuni dei tuoi quesiti. Quello che troverai scritto qui dentro è la pura verità, quindi credici e non domandarti come tuo solito se è una presa in giro o no. Ricordati che ti voglio un mondo di bene Lilith. Mamma e papà sarebbero fieri di sapere che sei arrivata fino a questo punto sorellina.

Ti voglio bene

Tuo per sempre il tuo fratellone Aike

Aike. Quel nome continua a girarmi per la testa. Mio fratello Aike ha scritto questa lettera per me. Un sorriso si fa strada sul mio volto. Mi porto la lettera al petto e la stringo forte forte, magari in questo modo mi sembrerà di abbracciare il mio fratellone.

Dopo un paio di minuti poso quel foglio ingiallito accanto a me e comincio a leggere il libro

Tutto ebbe inizio nel lontano anno 0. La bibbia dice che in quell'anno, sulla terra, nacque il figlio di Dio, ed è vero, tranne per un dettaglio. Dio non ebbe un figlio, bensì una bellissima bambina con capelli color dell'oro, occhi come il ghiaccio e un viso angelico. Il suo nome era Lela. Ma come anche i più grandi filosofi avevano intuito, non esiste il bene se non c'è il male. Infatti, nello stesso anno, esattamente sei mesi prima, nel regno degli inferi nacque un bambino. Esso era il figlio di Lucifero, Azekel. I due crescevano sani e forti. Lela era la ragazza più dolce e bella che esistesse in tutto il regno di suo padre ed era la luce dei suoi occhi. Azekel, invece, era il demone più temuto e crudele di tutti.
Nell' anno 100, durante il compleanno di Lela, avvenne un fatto straordinario: Lela ricevette il suo incarico. Era il primo angelo a ricevere il suo incarico così giovane. Generalmente si riceveva compiuti i 200 anni, ma Lela era un caso speciale. Gli incarichi del regno dei cieli si suddividevano in guardiani, guerrieri, apostoli, redentori e angeli, ma la giovane ragazza non rientrava in nessuna di queste categorie. Lei infatti era la protettrice delle memorie passate e future. Lela era così contenta del suo incarico che decise di andare sulla terra, da sua cugina Emelyn, alla quale era molto legata. Emelyn si trovava in una piccola cittadina in Africa di nome Bredasdorp, dove il livello dei peccatori era esorbitante e lei aveva l'incarico di riportare più persone sulla retta via.
Nel frattempo anche Azekel aveva ricevuto un grande incarico per un demone. Era stato riconosciuto ufficialmente come erede al trono e aveva ricevuto da suo padre, il re, anche la nomina di demone dell'odio. Con il suo migliore amico, Mazi, decise di uscire dagli inferi e andare a mettere un po' di zizzanie in giro, giusto per divertirsi un po'. Il posto più vicino alle bocche dell'inferno era una cittadina di nome Bredasdorp.
Durante una fredda notte di gennaio Azekel decise di uscire a fare una passeggiata. Non sapeva dove andare, ma sembrava che i suoi piedi lo sapessero molto bene. Dopo una ventina di minuti di camminata arrivò nei pressi di un torrente. Oramai era notte inoltrata e da lì si godeva di un bellissimo panorama. Azekel rimase subito colpito da quel luogo, ma rimase ancora più colpito dall'angelo che sedeva sulla riva. Azekel sapeva che per i demoni gli angeli erano pericolosi, come lo erano i demoni per gli angeli, ma per qualche strano motivo si nascose dietro una roccia ad osservare quella bellissima creatura, che si rivelò essere una graziosa ragazza con lunghi capelli dorati. Azekel rimase ad osservarla per ore fino a quando l'angelo non si accorse della presenza del demone, ma non era spaventata, anzi, ne era affascinata. Non aveva mai visto un demone da vicino, lo aveva visto solo sui libri di scuola e nelle memorie passate che custodiva. Anche Azekel era incuriosito dall'angelo, così si avvicinò di più. Non sapeva come mai, ma sentiva che di quella bellissima ragazza si poteva fidare. Anche l'angelo pensava la stessa cosa del demone, così gli rivelò il suo nome: Lela. I due rimasero fino al sorgere del sole su quella riva a parlare del più e del meno, delle loro famiglie. Questo si verificò ogni notte per i successivi due anni, quando finalmente Azekel e Lela si resero conto di amarsi. Ma ben presto sorsero dei problemi. I loro genitori scoprirono cosa stava succedendo tra i due ed erano determinati a mettere la parola fine a questa storia. Così decisero di rilegarli nelle loro camere e da li non potevano uscire. Ma Mazi e Emelyn avevano visto quanto amore c'era tra i due e speravano in un futuro migliore per i loro mondi, così decisero di far scappare Lela e Azekel. Una volta liberati i due innamorati, Mazi e Emelyn decisero di scappare con loro, anche perché erano caduti anche loro nella trappola in cui erano caduti Lela e Azekel: si erano innamorati del nemico. Dopo quasi 800 anni di fuga furono costretti a fermarsi in un luogo sicuro: Lela aspettava un figlio e non poteva continuare a scappare. Dopo nove mesi nacque un bellissimo bambino che chiamarono Aike. Aike cresceva e la preoccupazione dei suoi genitori aumentava ogni giorno di più. Continuavano a chiedersi quando i loro genitori sarebbero arrivati per strappargli dalle braccia il loro bambino. Ma questo non avvenne. Il sedicesimo compleanno di Aike fu molto importante. Il ragazzo dovette decise se tenere i poteri della luce o quelli dell'oscurità. La sua scelta fu la luce. Una volta addestrato Aike a usare bene i suoi poteri, la famiglia Helven, quello era il cognome che aveva deciso di usare sulla terra, riprese il viaggio, fino a quando in America, in aperta campagna, non trovarono una bellissima casa. Era piccola e mal ridotta, ma con qualche lavoro sarebbe migliorata. Decisero così di fermarsi e ricominciare una nuova vita, tutti e sei. Si, perché nel frattempo Emelyn aveva avuto un bambino, Axel. Dopo anni di lavoro la casa era completata. Aveva tre piani ed era enorme: aveva una sala da pranzo che avrebbe potuto contenere un esercito, una cucina bellissima e spaziosissima, una biblioteca con migliaia di libri che andavano dal latino all'arabo, vari studi, sale da ballo e quatto camere. Ma ben presto la famiglia dovette creare una nuova stanza: Lela era di nuova incinta. Questa gravidanza fu molto movimentata. Lela aveva sempre dolori atroci, il bimbo, che avevano scoperto essere femmina, non stava mai ferma e arrivò anche suo padre insieme a Lucifero. I due dissero che ormai avevano accettato quella situazione, ma che la bambina non sarebbe dovuta nascere. I due avevano scoperto da un'antica profezia che una bambina dai capelli rossi come il fuoco e occhi come il ghiaccio che dentro di se aveva sia il seme del bene che quello del male, avrebbe posto fine ai loro regni. Lela e Azekel non vollero dare ascolto ai loro padri e così, con l'aiuto di una strega, l'ultima rimasta ancora in vita in tutto i mondo, protessero la loro casa e loro figlia dalle loro famiglie. Finalmente, dopo tanta sofferenza per Lela, nel 1798 venne alla luce una bimba tanto piccola e fragile con la pelle che assomigliava a quella di una bambola di porcellana, corti capelli rossi e occhi come il ghiaccio. I suoi genitori, venuti a sapere della profezia riguardante la loro bimba, decisero di darle due nomi: uno demoniaco, Lilith, e uno angelico, Adila. Lilith cresceva e con lei anche i suoi poteri. La bimba era molto forte e pericolosa, ma al tempo stesso fragile e suo padre, come tutti i padri, si preoccupava molto per sua figlia, tanto che a volte dormiva nella sua stanza per poterla controllare. Al sedicesimo compleanno di Liltih avvenne una cosa insolita: la ragazza non poté scegliere da che parte stare, se da quella del bene o da quella del male. Questa era la dimostrazione che la profezia era vera. I giorni trascorrevano e Liltih diventava sempre più forte e i suoi genitori e suo fratello sempre più apprensivi. Il giorno del diciottesimo compleanno di Lilith avvenne una disgrazia. I suoi nonni, decisi a non far avverare la profezia riguardante la nipote, mandarono un esercito di demoni a uccidere la ragazza. I demoni scatenarono un incendio che fece molte vittime, ma Lilith non era in casa. Gli angeli e i demoni sono immortali e niente può ucciderli, ma Lilith e Aike erano stati maledetti dai loro nonni: loro potevano morire, ma solo se colpiti dal diamante. E così fecero i demoni. Ficcarono nello stomaco di Lilith una lama di diamante e poi tornarono nel loro mondo

Continuo a sfogliare il libro in preda alla rabbia. Non può essere finita così la mia storia, devo sapere di più. Certo, alcune, molte mie domande hanno trovato una risposta, ma io voglio sapere di più, molto molto di più. Continuo a sfogliare il libro, ma gli unici altri capitoli che ci sono riguardano gli angeli, i demoni e i mezzosangue. Guardo chi ha scritto il libro: Lela e Azekel Helven, i miei genitori. Passo le dita su quei due nomi. I miei genitori hanno scritto questo libro, ma perchè? Sapevano che ne avrei avuto bisogno? E perchè solo io non ricordo? Prendo il libro e lo sbatto con tutta la forza che ho in corpo contro la parete che mi sta davanti. Sento la rabbia montare dentro di me e sento le miei unghie che si allungano. Le ficco dentro la mia pelle dalla rabbia che ho. Chiudo gli occhi e cerco di ricompormi, ma non funziona, allora inizio a prendere a graffiate la gonna del mio povero vestito. La stoffa cade come tanti coriandoli sulle soffici coperte. Finito con la mia gonna sento la necessità di spaccare qualcosa. Mi alzo dal letto e mi dirigo verso il comodino. Questo povero comodino di cui non ricordo niente, assolutamente niente, sta per essere ridotto veramente male. Lo prendo tra le mani, lo sollevo e lo sbatto con forza sul pavimento. Non mi importa se qualcuno può sentire tutto questo caos, in questo momento è l'unica cosa di cui ho bisogno. Inizio a graffiare il legno del comodino ormai ridotto a brandelli con le miei lunghe unghie. Dopo quella che mi sembra un'eternità mi fermo e mi siedo al suolo sfinita. Le unghie rientrano. Sento i miei polpastrelli pulsare, le mie gambe e le braccia sono piene di tagli provocati dalla mia ira, sul palmi delle mani ho numerose schegge conficcate sotto pelle e sono ben visibili dei segni rossastri nei punti in cui mi sono conficcata le unghie. La testa inizia a girarmi. Mi sdraio sul pavimento, anzi, cado sdraiata sul pavimento. La vista oramai è quasi completamente sparita e sento le forze che mi abbandonano, magari schiaccio un pisolino.

Helven: tra inferno e paradisoWhere stories live. Discover now