Capitolo 25 Una giornata orrenda

4.1K 241 54
                                    

<<Hai fatto un grosso errore nipotina>> mi dice Lucifero puntando i suoi occhi neri come la pece, come la notte più oscura, nei miei color del ghiaccio

<<Cosa avrei sbagliato?>> gli chiedo indietreggiando impaurita

Il volto di mio nonno è molto simile a quello del mio amato papà, solo che mio padre non ha i lineamenti così duri. Mi mette i brividi

<<Ieri sera molti miei sudditi ti hanno riconosciuta al locale. Non dovevi andarci. Aspettati una mia visita al più presto>> mi dice avvicinandosi a me e mettendomi una mano intorno al collo, come se mi volesse strozzare

Urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni. L'urlo che mi esce dalla gola è stridulo e fa traballare i vetri delle finestre. In men che non si dica Salehe è accanto a me. Come ha fatto ad essere qui così velocemente?

<<Lilith>> mi dice preoccupato

Mi metto seduta e mi guardo intorno, per vedere se nella stanza c'è, o c'è stato mio nonno, ma niente, di lui nessuna traccia. Mi volto verso il demone e gli rivolgo un piccolo sorriso

<<Era solo un brutto sogno>> gli dico rimettendomi a letto tremante

Salehe non sa cosa fare, se andarsene o no, così decido di dirgli io cosa fare. Mi sposto da una parte del letto per fargli spazio e scosto dal mio esile corpo queste coperte che in questo momento mi recano così tanto fastidio

Salehe, titubante, si sdraia accanto a me, facendo attenzione a non sfiorarmi neanche con un dito

Mi volto dalla sua parte e mi avvicino a lui, mettendo la mia testa sul suo petto coperto solo da una semplice maglietta intima. Per fare questo gesto direi che ho ancora in circolo dell'alcool. A proposito di alcool, cosa è successo dopo che sono svenuta e dove è Afrodite?

<<Cosa è successo ieri sera?>> chiedo al bellissimo ragazzo che mi sta accanto

<<Dopo che sei svenuta ti ho portata a casa e ti ho messa a letto. La stessa cosa ho fatto con la tua amica dopo aver lasciato un biglietto ai suoi genitori dicendo che sarebbe rimasta a dormire qui>> mi dice passandosi una mano tra i capelli e questo piccolo gesto mi fa comprendere che non è per nulla contento di quello che ho fatto ieri sera

<<Mi dispiace e grazie>> gli dico accoccolandomi ancora di più tra le sue braccia

<<Perché mi chiedi scusa e mi ringrazi?>> mi chiede

<<Ti chiedo scusa per essere andata in discoteca ieri sera e per essermi ridotta in quello stato e ti ringrazio, bhè, per molte cose: per avermi ospitata a casa tua, per avermi portata a casa dopo che sono svenuta e per essere corso in mio aiuto prima, quando ho urlato>>

<<In questo caso, di niente bellissima>>

Le sue labbra così calde si posano sui miei capelli lasciandomi un dolce bacio che mi fa sentire le farfalle nello stomaco

<<Posso farti una domanda?>> gli dico

<<Dimmi>>

<<Perché mi sembra di conoscerti da sempre, quando ti ho incontrato per la prima volta solo due giorni fa?>> gli chiedo appoggiandomi su un gomito e guardandolo in faccia

<<Te lo spiego domani mattina. Ora dormi>> mi dice cominciando ad accarezzarmi la schiena

Il suo tocco cosí delicato lascia lungo la mia spina dorsale una scia di brividi talmente piacevole. Mi lascio cullare da questo gesto carino e dolce e dal suono, un po' accelerato, del suo cuore, fino a quando non mi addormento circondata da quelle braccia possenti

Helven: tra inferno e paradisoWhere stories live. Discover now