Capitolo 24 Una serata per me

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Appena metto piede sulla terra ferma apro gli occhi. Per tutto il "viaggio" sono stata appiccicata come una cozza a Salehe. Non volevo che mi lasciasse e in più, visto che era la prima volta che volavo veramente, ero terrorizzata.

Mi scosto da Salehe, tremante e con le gambe così molli che sono sicura che non reggeranno il mio peso ancora a lungo.

<<Gregor!>> urla il demone facendomi spaventare a causa del suo tono alto e minaccioso

<<Eccomi signore>> dice un uomo sulla cinquantina vestito con un completo da maggiordomo e sbucando dal nulla posizionandosi vicino a Salehe

<<Prepara la camera degli ospiti e dì a Margaret che saremo in due a pranzo>> dice Salehe risoluto

<<Subito signore>> dice Gregor e poi scompare come è apparso, in un attimo.

Mi guardo intorno per cercare di capire dove siamo. Ci troviamo in quella che penso sia una villa di lusso. I soffitti sono altissimi e la moquette rossa e i toni scuri alle pareti rendono la stanza così buia e sembra più piccala di quanto in realtà è. Davanti a me c'è un bellissimo tavolo di legno scuro intagliato sul quale è posizionato un vaso, che sembra molto antico e prezioso, al cui interno c'è un bellissimo bouquet di fiori di tutti i colori ed è l'unica nota colorata dell'intero salone. Alla mia destra e alla mia sinistra ci sono due bellissime scalinate, come quelle dei film, quelle che bisogna necessariamente fare con un bellissimo vestito e dei tacchi vertiginoso prima di andare al ballo, con il tuo cavaliere ai piedi della scalinata che ti guarda con occhi sognanti. Le due scalinante sono collegate tramite un balconcino. È veramente bella questa sala.

<<Tutto bene?>> mi chiede Salehe con un tono talmente dolce da lasciarmi spiazzata

<<Certo. Perchè?>> chiedo cercando di nascondere il fatto che sono ancora un po' scossa per tutto quello che è successo

<<Bhè, perchè stai tremando>> mi dice prendendomi le mani in modo da cercare di bloccare il mio tremolio

Il silenzio cala e io non so ne che dire ne che fare. Ad un tratto la quiete viene interrotta da un mio lamento provocato dal fatto che mi è appena venuta una fitta allo stomaco a causa della fame di emozioni. Devo nutrirmi

<<Cosa hai?>> chiede Salehe preoccupato

<<Niente, ho solo fame>> dico staccandomi da lui e guardandomi le punte dei piedi

Cavolo, le mie bellissime scarpe verdi si sono sporcate.

<<Vieni, ti faccio vedere la stanza degli ospiti>> mi dice freddo cominciando a salire le scale

A questo suo tono di voce mi rendo conto di quello che sto facendo, anzi, mi chiedo se mi rendo conto di quello che sto facendo. Sono scappata dall'unica casa, probabilmente, sicura per me, mi sono fidata di uno dei demoni più crudeli di tutti i tempi, dopo mio nonno e mio padre prima che conoscesse mia madre, e ora sono pure in casa sua e sembra che penda dalle sue labbra. Ma cosa posso fare d'altronde? Non ho nessun posto dove stare e devo necessariamente vedere i miei "fratelli". Ok, staró qui fino a che sarà necessario, ma devo mantenere le distanze da Salehe.

Seguo il demone su per la lunga scalinata e mi ritrovo davanti un corridoio che pare infinito con pareti bordeaux, un bellissimo pavimento di marmo chiaro e appesi sui muri vi sono numerosi dipinti.

Mentre cammino mi osservo intorno esterrefatta. I dipinti sono tutti dei ritratti, alcuni di persone famose, mentre altri ritraggono persone mai viste prima e che probabilmente sono della famiglia di Salehe. E poi ecco che lo vedo: il ritratto di mio padre, con al suo fianco il bel demone che ora mi è accanto.

Helven: tra inferno e paradisoWhere stories live. Discover now