Capitolo 14 Aiutami, non ostacolarmi

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Mi guardo allo specchio. Lo specchio è vecchio, ma mi piace. La mamma mi ha fatto mettere un vestito verde. Mi da fastidio, mi prude e mi stringe, ma Nana ha detto che è giusto.

<<Lilith, scendi tesoro, è ora di andare>> mi chiama la mamma

Esco dalla mia cameretta, ma rientro subito. Prendo Jef, il mio peluche. Papà me lo ha regalato per il mio compleanno. Oggi è il mio compleanno. Oggi faccio quattro anni.

Ecco la mamma. La mia mamma è bellissima.

Usciamo di casa e saliamo su una scatola trainata da cavalli.

<<Quanto dura il viaggio mamma?>> chiedo

Non mi piace muovermi da casa mia. Lì ci sono tutti i miei giocattoli

<<Poco tesoro mio, poco>> mi dice la mamma guardando fuori

Sono passati pochi minuti e noi siamo già arrivate. Siamo davanti ad una casa. La casa è grande, ma la mia lo è di più. Arriva una signora e ci porta nel giardino. Vedo due bambini giocare.

<<Vai a giocare con loro Lilith>> mi dice la mamma

Ho paura. Vado verso i due bambini. Non mi notano, giocano a rincorrersi. Mi siedo sotto un albero con Jef.

<<Vieni a giocare?>> mi chiede la bambina

Non rispondo. Si siede accanto a me

<<Io sono Allyson, tu come ti chiami?>>

<<Lilith>> dico piano

<<Quello è mio fratello Andras>>

Si alza. Mi porge la mano. Appoggio Jef. Vado a giocare con la bimba che si chiama allyson

<<Ally, non correre così tanto>> dico ridendo forte

Allyson ha sempre amato correre, io un po' meno, ma da quando la conosco, cioè dieci anni, non ho mai smesso di correre. La raggiungo e le salto addosso. Crolliamo sul manto erboso del suo giardino e scoppiamo a ridere. Guardo il cielo, il quale da azzurro intenso è diventato nero.

<<Tu sarai mia>>

Mi sveglio di soprassalto. Quella voce così profonda, roca... malvagia, mi ha messo i brividi.

La stanza è ancora immersa nel buio più totale. Allungo una mano per vedere se Cassiel è ancora qui, e con mia grande sorpresa c'è. Ma alla felicità di sapere che non mi ha lasciata sola, si sostituisce una sensazione orrenda di nausea, che parte dalla bocca dello stomaco per finire con un sapere acido in bocca. È veramente una sensazione orrenda.

Una fitta atroce alla pancia mi costringe a piegarmi su me stessa. Cerco di non fare rumore per non svegliare il bel ragazzo sdraiato accanto a me, ma l'impresa è veramente ardua e mi scappa un gemito di dolore. Cassiel si muove, ma non si sveglia, per fortuna. La fitta si placa e finalmente realizzo di cosa si tratta: fame, molta fame, ma non di cibo, di emozioni e peccati. Devo andare nello scantinato.

Sposto le mie soffici lenzuola e mi alzo molto lentamente dal letto. Mi dirigo verso la porta e la apro delicatamente, ma ovviamente cigola. Questo è un classico.

Cassiel non si sveglia, per fortuna ha sempre avuto il sonno pesante. Come faccio a saperlo? Bene, altro ricordo.

Scendo le scale velocemente, per evitare che una fitta allo stomaco mi colpisca proprio sulla scalinata, facendomi cadere. Raggiungo lo scantinato senza nessun intoppo per fortuna, ma, proprio quando sto per scendere l'ultimo gradino, ecco che si presenta la sensazione di fame peggiore che abbia mai provato, e crollo sul freddo pavimento di pietra, riaprendomi un paio di ferite sulle gambe. Come mai ho tutta questa fame? Ho una voglia irrefrenabile di sentire quel meraviglioso odore pungente di invidia e di quel profumo di vaniglia della passione.

Helven: tra inferno e paradisoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon