Capitolo 28 La scelta

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Sono qui, seduta in questa sala d'aspetto bianca , circondata da molte persone. Alcune sono molto giovani, mentre altre sono di una certa eta', ma nonostante gli annni che abbiamo stiamo aspettando tutti una cosa: che i nostri cari arrivino a dirci che il nuovo membro della famiglia e' nato.

Oramai sono seduta qui da più o meno quattro ore e non ne posso più. La puzza di ospedale e di disinfettante mi hanno riempito le narici e hanno impregnato i miei vestiti. Le luci al neon, le pareti bianche, gli odori, tutto mi ricorda la mia recente permanenza qui, nello stesso ospedale, a soli due piani di differenza. E chissà per quale strano motivo mi viene subito in mente Salehe e la mia ricerca disperata del suo volto nei visi di qualsiasi persona mi passasse davanti.

Mi alzo dalla sedia e comincio a camminare avanti e indietro, avanti e indietro. Non riesco a stare ferma. Dopo un po' di minuti mi risiedo al mio posto e davanti a me passa un uomo sulla trentina con in mano un pacchetto di patatine e una bottiglietta d'acqua. Ora che ci penso ho veramente molta fame. Non mi ricordo neanche quando è stata l'ultima volta che ho mangiato. Cosi decido di andarmi a prendere qualcosa da mangiare alle macchine che si trovano a qualche corridoio di distanza dal reparto, sperando che Aike non esca proprio quando io non ci sono. E con la mia solita fortuna so che capiterà.

Le macchinette sono ben refornite, ma mal funzionanti. Infatti appena ho messo dentro i soldi e digitato il numero del sandwich che desideravo, il display del distributore mi ha dato la bella notizia che aveva smesso di funzionare.

<<Cavolo>> dico dando un pugno al vetro e facendo tremare tutto il cibo dietro di esso

<<Agitata?>> mi chiede una voce femminile alle mie spalle

Mi volto e mi trovo davanti ad una ragazza di circa vent'anni e con un pancione ben sporgente

<<Un po'>> dico spostandomi di lato e appoggiando le mie spalle al muro liscio

<<Come mai sei qui? Se posso chiedere>> mi chiede la ragazza mettendosi le mani sulla pancia

<<Mio fratello sta per diventare padre. Quindi io sto per diventare zia e la cosa mi mette un po' di agitazione>>

<<Capisco. Ma devi stare tranquilla, tutto andra' bene>> mi dice mettendomi una mano sulla spalla

Queste semplici parole mi fanno rilassare e devo dire che ora mi sento decisamente più calma

<<Amore andiamo>> dice un uomo, anche lui di circa vent'anni, alla ragazza che mi sta davanti

Dopo avermi rivolto un debole sorriso se ne va e io ritorno a lottare con la macchietta per avere il mio sandwich. Mi guardo intorno per controllare se c'è qualcuno che possa vedere quello che sto per fare, ma il corridoio è deserto. Meglio. Mi concentro e con la mente faccio muovere gli ingraggi della molla che tiene il mio sandwich. In meno di dieci secondi mi ritrovo tra le mani la mia cena, colazione e pranzo.

Soddisfatta di essere riuscita a recuperare del cibo decido di ritornare in sala d'aspetto, ma proprio mentre mi risiedo sulla poltroncina le mie orecchie captano un suono che ho imparato a conoscere molto bene in queste settimane: il battito di un cuore piccolo, fragile, debole e così puro, quello del mio nipotino o nipotina, questo non lo so visto che mio fratello e Chloe hanno deciso di non sapere il sesso del nascituro fino a questo giorno.

Il rumore del suo cuore mi preoccupa molto, poiche' e' prematuro e potrebbe avere qualche problema, cosa che spero non accada.

tu tum, tu tum, tu, tu...

Ascolto il battito del cuore di questa creatura magnifica e una lacrima calda e salata mi solca il viso. Sono cosi felice.

Dopo quella che mi sembra un'eternità, ma che probabilmente sono solo pochi minuti, vedo sbucare dalla porta del reparto mio fratello con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto. Mi alzo e gli corro incontro saltandogli addosso e allacciando le mie braccia attorno al suo collo.

Helven: tra inferno e paradisoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt