Capitolo 17 Mi dispiace!

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Inizio a tremare, ma non per il freddo. In un attimo ho visto la mia vita, la mia vecchia vita, ho scoperto cose che era meglio non scoprire e ho visto cose che mi hanno rallegrata, ma ora non so che fare.

Il mio copro viene mosso da degli spasmi e mi sembra di avere un attacco epilettico. Mi guardo le mani che stanno tremando alla velocità della luce, le mie gambe piene di lividi e tagli freschi, molto probabilmente perché quando ero svenuta mi sono fatta del male da sola.

Cerco di prendere dei grosso respiri, ma i miei polmoni non ne vogliono proprio sapere di espandersi per permettere all'aria di entrare e di darmi un po' di sollievo. Devo aprire la finestra.

Faccio per alzarmi, ma non ci riesco, mi sembra di essere incollata con tutto il corpo al letto. Ci riprovo più volte ma nulla. La frustrazione inizia a farsi largo dentro di me.

<<Lascia che ti aiuti>> mi dice Allyson avvicinandosi

<<No, non avvicinarti>> le dico alzando la testa di scatto

Non voglio farle del male. In questo momento mi sento molto strana, sento che per una sciocchezza potrei distruggere l'intero mondo, anche se penso che questo sia impossibile, o meglio, spero sia impossibile.

Finalmente dopo una buona manciata di minuti riesco ad alzarmi e a raggiungere la finestra. La apro con urgenza e sento l'aria accarezzarmi la pelle sensibile e riempirmi i polmoni dandomi sollievo.

Ora che sto un po' meglio mi volto e guardo la stanza.

La camera che prima era in ordine, ora è un caos. Le coperte sono tutte strappate, arrotolate e piene di sangue, probabilmente il mio, i due comodini ai lati del letto ora sono solo un mucchio di piccoli pezzettini di legno, la cassettiera è ribaltata e sul pavimento c'è una strana polvere. Mi abbasso per vedere cos'è e noto che è polvere provocata dalla frantumazione delle pietre delle pareti.

Osservo i miei amici preoccupata. Gli ho fatto del male? Sono feriti?

Mi precipito verso Allyson, la quale è la più vicina ed è intenta a guardare il terreno che sembra molto più interessante di me che le sono davanti.

<<Ally, guardami, per favore>> le dico con voce tremante.

Ho il terrore di aver fatto qualcosa che non dovevo e non volevo fare

Allyson alza la testa e solo ora noto che ha un livido sullo zigomo sinistro e un taglio profondo che parte dalla sua guancia destra e va a finire sulla clavicola.

Mi metto le mani sulla bocca per soffocare un urlo. L'ho ferita. Ho fatto del male alla mia migliore amica.

Mi volto verso Andras e Cassiel, che sono dietro Allyson, e noto che anche loro non sono messi bene. Le loro camice hanno i lembi strappati, Cassiel non ha più la manica sinistra della maglia, che ora è una canotta, e Andras ha la camicia bianca imbrattata di sangue e tagliata in più punti come se qualcuno lo avesse graffiato.

Faccio un passo indietro. Gli ho fatto del male. Ho ferito i miei amici, tutti e tre.

Ancora incredula mi siedo sul pavimento proprio sotto la finestra.

<<Lilith, va tutto bene, stiamo bene>> mi dice Andras, ma non gli credo, perché quando si accascia accanto a me per stringermi sento un lamento di dolore.

Alzo lo sguardo sui volti dei miei amici

<<Non è vero che state bene. Dovevate andarvene>> dico arrabbiata come non mai alzandomi dal terreno e dirigendomi a grandi passi verso la porta della stanza. Non posso stare un minuto in più con loro.

Helven: tra inferno e paradisoWhere stories live. Discover now