2. Lacrime

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Quel pomeriggio Lorenzo era con gli amici al parco, seduto al loro solito tavolo di legno, chiacchieravano.
Ma lui era distratto o meglio, preoccupato.
Non sentiva Stella e gli zii dalla sera prima. Nessuno di loro tre aveva più risposto a chiamate e messaggi e questo era molto strano.

Che fosse successo qualcosa?

Gli venivano in mente solo cose brutte.

Già tutto era molto incasinato al momento: Simone si era infortunato durante una partita di calcio, niente di rotto, ma era fuori gioco e la sua assenza in campo si sentiva.
Poi, Laura aveva annunciato che, salvo urgenze, non sarebbe uscita con loro: il suo ragazzo era geloso. Aveva anche proibito loro di chiamarla, solo messaggi, e soprattutto non dovevano più presentarsi a casa sua senza avvertire prima.

Matteo, il nome del nuovo ragazzo di Laura, faceva rimpiangere loro quel deficiente di Riccardo, il suo ex, che almeno era più simpatico e meno paranoico.

Matias era furioso.
Da quando aveva cinque anni era entrato e uscito da casa dell'amica come gli pareva e non poteva sopportarlo.
Simone e Marco, pur capendo la situazione, erano manche loro molto infastiditi.
Lorenzo era forse quello che capiva più di tutti perché c'era già passato con Stella. Entrambi avevano da poco avuto delle storie serie e, anche se erano distanti, erano stati costretti a creare una regola d'emergenza. Però anche a lui mancava molto Laura, che considerava come una sorella.

Per l'ennesima volta guardò il cellulare, che però rimaneva silenzioso.
"Ancora niente?" gli chiese Marco.
Lorenzo alzò lo sguardo e vide l'amico e Matias che lo fissavano.
"No, niente" rispose. Sospirando si alzò "Torno a casa, forse i miei hanno notizie" disse, sempre più ansioso.
"Ok. Facci sapere" disse Matias, mentre guardava il cellulare "Andiamo da Simo? Mi ha scritto che è tornato a casa" aggiunse rivolto a Marco, che annuì
"Salutatelo da parte mia. Ditegli che lo chiamo dopo" disse Lorenzo.
L'amico era andato dal medico, per un controllo alla caviglia.

Tornato a casa, Lorenzo non ebbe nemmeno bisogno di chiedere alla madre se aveva avuto notizie degli amici; la sua faccia parlava da sola e, quando poco più tardi, rientrò suo padre, fu subito chiaro anche che non aveva novità nemmeno lui.

"E' successo qualcosa, me lo sento!" disse Irene, agitata.
Tutti e tre preoccupati, con i propri telefoni in mano, ogni tanto provavano a chiamare ma i cellulari degli amici continuavano a squillare a vuoto.

Erano quasi le otto di sera quando Lorenzo si accorse che Stella aveva finalmente visualizzato tutti i messaggi e stava per dirlo ai suoi genitori, quando il cellulare di sua madre squillo'.
"E' Stella! Videochiamata" disse, tutta un fremito.
Lorenzo e suo padre si avvicinarono.
"Stella! Final- ... tesoro cosa è successo?" chiese Irene spaventata, non appena la vide
" Sisi ..." sussurrò Lorenzo, agghiacciato.

L' amica aveva un aspetto spaventoso, non da lei: gli occhi rossi e gonfi, con le occhiaie scure di chi ha pianto molto e dormito poco.
"È... è successo ..." iniziò lei con difficoltà, passandosi una mano nei capelli, arruffandoli.
Due lunghe lacrime, una per occhio, iniziarono a scendere giù sulle sue guance e raggiunsero il collo.
Le labbra tremarono.

"Cosa?" chiese Luca in un sussurro, prima di deglutire nervoso.
"La mam-ma è ... in ospedale" singhiozzò  "È stata ferita mentre era in servizio" spiegò.
"Ché vuol dire ferita?" chiese Luca, atterrito.
Irene si portò una mano alla bocca e spalancò gli occhi, già lacrimosi.

Stella sospirò e iniziò a spiegare "C'è stata una sparatoria e lei è stata colpita alla spalla. E' già stata operata ed è andata bene" si asciugò un' altra nuova lacrima e continuò "Però ... è caduta all'indietro e ha sbattuto la testa violentemente" degluti' e si morse le labbra prima di annunciare "È in coma farmacologico. Quando si sveglierà sapremo ... sapremo i danni che ..." non riuscì più a continuare e nascondendosi gli occhi con una mano ricominciò a piangere.

Promettilo alle StelleWhere stories live. Discover now